martedì 8 giugno 2010

Servizio 118, dimezzati i medici sulle ambulanze


08/06/2010

Vincenzo Ammaliato
Dovrebbero essere almeno in sei per garantire il servizio come si dice in gergo «h 24» (per l'intero arco della giornata, sette giorni su sette). Ma da inizio anno si è praticamente dimezzata la pattuglia dei medici in servizio alla postazione del 118 di Mondragone. Tre di loro, infatti, risultano essere assenti giustificati (stanno godendo dei permessi per malattia). Con la conseguenza inevitabile che dallo scorso mese di gennaio almeno per la metà delle prestazioni d'urgenza, l'ambulanza è costretta ad uscire dalla sede della via Domiziana soltanto con l'autista e l'infermiere, e senza personale medico a bordo. È vero e proprio «Sos 118», quindi per il litorale domizio, zona ad alto tasso di prestazioni d'urgenza, che adesso si trova anche col servizio ambulanze carente. Un solo dato serve per comprendere la portata del problema: la postazione di Mondragone è impegnata mediamente durante un mese in circa centocinquanta interventi; numero che raddoppia durante il periodo della stagione calda. E l'estate è praticamente alle porte. Quindi cosa fare per tornare nella normalità (che di per sé è già una situazione al limite)? Trasferimento di personale dalle postazioni limitrofe è praticamente impossibile, in quanto, fanno sapere dalla sede centrale di Caserta del 118, il personale disponibile negli altri 118 riesce a coprire a stento i turni di sei ore (con la speranza che nessuna altro medico si ammali o chieda permessi speciali). Fondi per l'impegno di nuovo personale è praticamente inutile sperare possano arrivare. «Non resta altro che confidare nella buona sorte, sottolinea con sconforto il dirigente del 118 di Caserta Roberto Mannella. La preoccupante situazione della postazione di Mondragone, aggiunge il responsabile, è stata più volte fatta presente ai dirigenti dell'Asl. Ma fino ad oggi non è stato adottato alcun provvedimento per risolvere il grave problema». Intanto, proprio la sorte sembra aver abbandonato l'ambulanza del 118 di Mondragone. Il personale quando è costretto ad uscire per un'emergenza senza medico, come da protocollo, può limitarsi soltanto ad accompagnare il paziente al più vicino pronto soccorso (come potrebbe fare un qualsiasi parente o semplice passante). È assolutamente vietato agli infermieri prestare le prime cure, che peraltro spesso si rilevano indispensabili per salvare la vita all'ammalato. E infatti, stanno arrivando anche le prime denuncie all'Asl per interruzione di servizio. Il mese scorso, durante la corsa in ospedale per accompagnare un uomo di Mondragone colto da infarto, il paziente spirò prima di arrivare al pronto soccorso. I suoi familiari hanno denunciato l'Asl convinti che il loro parente si sarebbe potuto salvare se a bordo dell'ambulanza ci fosse stato un medico. La stessa cosa pere abbiano fatto la scorsa settimana i genitori di una bimba colta da crisi compulsive che speravano nel pronto intervento del medico del 118 che, però, non è mai arrivato a casa loro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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