mercoledì 16 dicembre 2009

Castelvolturno saluta l’angelo degli ultimi


16/12/2009

Vincenzo Ammaliato Padre Giorgio Poletti non ha mai avuto la necessità di aprire la porta di casa ai bisognosi. Chiunque, da quando quindici anni fa il missionario di Ferrara fu destinato dal suo ordine alla Chiesa ”ad personam” di Castelvolturno, si recava da lui trovava sempre la porta dell'abitazione di via Matile Serao aperta, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Adesso, però, quella porta è chiusa: padre Giorgo, o semplicemente ”papà”, come lo chiamano i suoi immigrati, lascia Castelvolturno: è stato trasferito a Novara. Così come accade per i funzionari pubblici, infatti, anche ai religiosi capita di fare i bagagli è continuare la propria attività in una nuova località. Ma a lasciare Castelvolturno non è un semplice servo dello stato, o come in questo caso di ”Dio”. Padre Giorgio Poletti è stato in tutto questo lungo periodo parte integrante del territorio. È stato punto di riferimento per le migliaia di immigrati africani e dell'est Europa che qui vivono. Ma anche faro per molti italiani, che dalla sua forza di spirito e dalla sua determinazione ad andare avanti nonostante gli acciacchi fisici e l'ostracismo di parte della cosiddetta società civile, hanno tratto stimoli e coraggio per meglio affrontare i grandi e piccoli problemi della vita. Padre Giorgio lascia Castelvolturno, e lo fa ringraziando. Ringrazia tutti, proprio tutti coloro che ha incontrato sul suo cammino lungo la via Domiziana. Non c'è spazio nel cuore del missionario in questi momenti per il rancore. E non ci sarà neanche in futuro. Padre Giorgio lascia un territorio che spesso ha criticato. Qui, però, padre Giorgio, come lui stesso spesso ripeteva, solo qui a Castelvolturno è riuscito ”ad incontrare Dio”. Chissà, se riuscirà a farlo anche nella sua nuova destinazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

mercoledì 9 dicembre 2009

Sulla Domiziana «fai da te» con plastica e ferro

09/12/2009

Mentre a Castelvolturno gli amministratori discutono rimpallandosi le responsabilità sul fallimento del sistema rifiuti che ha portato il commissario straordinario a chiedere lo scioglimento del Comune, c'è chi in zona si organizza come può e fa a modo suo. E così che i commercianti ai quali nessuno del municipio, né della ditta che in paese svolge la raccolta rifiuti ha mai chiesto di effettuare la raccolta differenziata, separano autonomamente le immondizie prodotte dalle loro attività e danno vita ad un ciclo dei rifiuti virtuoso, spontaneo ed assolutamente originale. In pratica, l'umido è l'organico sono destinati al «compost fai da te»: utilizzati per foraggiare le galline e le oche dei tanti cortili della via Domizina. Le bottiglie di vetro e quelle di plastica, invece, sono ritirate porta a porta da improvvisati imprenditori che girano tutti i giorni da Pescopagano ad Ischitella a bordo di improbabili mezzi meccanici a tre ruote. E per il ferro e l'alluminio, invece, "l'appalto" per la raccolta è dei rom, che non si lasciano sfuggire neanche la più piccola vite o bullone. Tra poco più di tre mesi a Castelvolturno ci saranno le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale, ed anche i politici locali si stanno organizzando per autoriciclarsi.© RIPRODUZIONE RISERVATA

domenica 6 dicembre 2009

Un pallone che unisce oltre i colori


06/12/2009

Ve la ricordate la sfida calcistica Italia-Marocco, quella che risolve un momento assai critico di ”Marrakech Express”? Il regista Salvatores aveva visto giusto: dove la politica o la cultura dividono, il pallone unisce. È così anche a Castelvolturno, dove l'integrazione resta un problema irrisolto nonostante gli sforzi di associazioni e parrocchie: davanti a un maxischermo dove si proietta una partita, residenti e immigrati si ritrovano uniti nel tifo, nell'urlo che segue il gol della vittoria, nei commenti accalorati. L'immagine - un momento storico, quasi, fissato in uno scatto da Vincenzo Canetti - ha vinto il concorso fotografico «L'anima attraverso l'obiettivo», organizzato dalla Pro Loco, e chi sa che il piccolo miracolo non incoraggi a bissare la spontanea comunanza di quel momento oltre la durata di una partita di calcio. Un invito a pensare viene anche dalle altre due foto premiate, fra le trenta in concorso: ”James”, di Caterina Capasso, ritratto di un noto clochard di Castelvolturno, e ”Il fallimento di un sistema”, di Carlo Magno, documento degli allagamenti. Riconoscimento anche per Vincenzo Cascio, premiato dalla giuria popolare per una foto scattata ad una bimba che studia.
Vincenzo Ammaliato © RIPRODUZIONE RISERVATA

sabato 5 dicembre 2009

Piano urbanistico, il sì doo mezzo secolo

Castelvolturno. La città riscrive le regole per l’edificazione attese dal ’67
Uno studio del 2000 del centro studi Officina Volturno stimava in 250mila i vani presenti a Castelvolturno. Sono 32mila nell’area comunale gli immobili esistenti. Di questi 12mila sono attualmente ancora in attesa di condono edilizio
29/11/2009
A ridosso della via Domiziana potranno essere costruiti immobili non più alti di due piani, quattro nelle zona interne. Una scelta che limita l’impatto delle costruzioni lungo l’importante arteria dell’area costiera


Vincenzo Ammaliato Castelvolturno. Nell'agosto del 1967 il Parlamento vara la Legge Ponte che impone a tutte le amministrazioni comunali di dotarsi di un piano regolatore generale. Venerdì notte il Consiglio comunale di Castelvolturno approva le norme tecniche d'attuazione che daranno il via a breve anche nel centro litoraneo all'introduzione del fondamentale strumento urbanistico. In mezzo, ci sono quarantadue anni di vero e proprio saccheggio del territorio, dove in assenza di regole è stato possibile porre in essere da numerosi soggetti una speculazione edilizia che ha pochi pari nel resto d'Italia. Scempi e camorra In questi quarantadue anni a Castelvolturno è stata completamente cancellata la duna mediterranea. È stata dimezzata la pineta. Sono stati creati interi quartieri urbani dove ancora oggi muore la dignità umana di chi ci vive. Sono state realizzate strade senza marciapiedi, senza fognature, senza illuminazione pubblica. Nonostante i grossi spazi a disposizione, nel paese costiero è stato costruito quasi ovunque senza lasciare spazi verdi ed attrezzati. Chiunque ha costruito da Pescopagano ad Ischitella ha cercato di guadagnare fino all'ultimo centimetro disponibile. Ed è stato fatto, per lo più, su suolo demaniale. Un ruolo di primo piano, ovviamente, in questo periodo lo ha giocato la camorra, che si è potuta ingrossare nello spazio lasciato dal vuoto legislativo. Adesso, però, il territorio ha un vero e proprio piano urbanistico, la cui approvazione spetterà ad un commissario ad acta. Conflitti d’interesse Il sindaco Francesco Nuzzo, che non ha nascosto viva soddisfazione per il risultato storico conseguito, ha infatti incaricato la provincia di Caserta all'individuazione in tempi brevi del commissario, perché diciassette dei venti consiglieri dell'assise cittadina hanno dei conflitti d'interesse col piano urbano. In pratica, non possono esprimere il proprio voto perché le nuove norme sull'urbanistica prevedono incompatibilità per tutti quei consiglieri che abbiano un conflitto d'interesse diretto oppure lo abbia un familiare fino al quarto grado di parentela. Ma il parere del commissario ad acta dovrebbe essere una mera formalità. Il Puc, per la cui stesura i tecnici comunali hanno lavorato per ben quattro anni, ha già superato undici pareri favorevoli da parte di altrettanti enti provinciali, regionali e statali. Peraltro, le norme di attuazione durante il consiglio dello scorso venerdì sono passate col voto favorevole della maggioranza e con l'astensione dell'opposizione. E a tal proposito, il sindaco Nuzzo, ha mostrato di apprezzare l'atteggiamento non ostruzionistico di Scalzone e i suoi. Nel dettaglio, il piano urbanistico prevede la costruzione di quasi sedicimila nuovi vani. La realizzazione di nuovi edifici in nessun caso, però, potrà superare i quattro piani. Niente stadio Ed un intero capitolo è stato dedicato alla cosiddetta «equità sociale», di cui pochi altri territori nel resto d'Italia hanno necessità come Castelvolturno. Il Puc, peraltro, individua anche le aree dove potranno essere realizzati gli impianti sportivi, ma non c'è traccia del grosso stadio che sarebbe potuto servire al Calcio Napoli, così come si era parlato nei mesi scorsi. © RIPRODUZIONE RISERVATA