domenica 13 luglio 2008

dalle luci della ribalta alla galera

da Il mattino del 3-07-08
di VINCENZO AMMALIATO Dalle luci della ribalta alla detenzione. Da Cannes alla casa lavoro a Modena, due anni di carcere supplementare guadagnati sul campo della «delinquenza abituale». Nel film «Gomorra» di Matteo Garrone ha interpretato se stesso, camorrista ed esattore del racket nella vita reale, capozona di Pinetamare nella finzione. È lui che, ripetendo il macabro «ve tagl a’ chep», ordina l’uccisione dei due ragazzi, Marco e Ciro, che volevano diventare boss. Ieri i carabinieri di Pinetamare lo hanno accompagnato nell’istituto rieducativo emiliano eseguendo una disposizione della Procura di Santa Maria Capua Vetere, e non si è trattato di un ciak. Il tribunale, infatti, ha deciso che Giovanni Venosa, questo il suo vero nome, è un soggetto pericoloso per la società. I carabinieri, al termine della pena scontata per l’estorsione ai gestori della darsena di Pinetamare, avevano chiesto per lui la misura della sorveglianza speciale ma il tribunale samaritano è andato oltre, stabilendo che il neoattore dovrà restare nella casa di lavoro di Modena almeno per due anni. Nipote del boss sanciprianese Luigi Venosa (o’ cucchiere) condannato all’ergastolo nel processo Spartacus, di recente era stato denunciato anche per occupazione abusiva d’abitazione. Venosa, infatti, viveva in due appartamenti del parco Saraceno al Villaggio Coppola che aveva occupato abusivamente insieme alla sua famiglia un paio d’anni fa. E proprio in quella abitazione sono state girate alcune delle scene del film di Garrone. Il suo carisma criminale e quelle particolari parentele che nelle terre dell’agro aversano non rappresentano un’onta ma delle referenze di tutto rispetto, avevano fatto di Giovanni Venosa una sorta di podestà di quella sorta di favelas conosciute ancora con il vecchio nome di parco Saraceno. Qui, pare, che fra le altre attività illegali che gli sono state contestate, pretendesse anche il fitto dagli immigrati che avevano occupato le abitazioni vuote. Ma Giovanni Venosa non è il solo personaggio borderline di Castelvolturno inserito da Garrone nel suo film. Anche il picciotto del boss ha avuto a che fare più volte, nella realtà, con le forze dell’ordine. E l’attore che recita la parte del proprietario del sexy club dove è stata girata una scena erotica del film è anche nella vita reale il titolare del locale situato al Royal Residence di Pinetamare; quattro anni fa fu arrestato dalla polizia proprio con l’accusa di sfruttamento della prostituzione. Il lungometraggio premiato a Cannes termina con l’uccisione dei due giovani protagonisti proprio per mano del personaggio che interpreta Giovanni Venosa. Il film della sua vita ha avuto ieri un epilogo che la pellicola non aveva previsto.

arrivata finalmente l'estate

Come l'assalto ai forni di manzoniana memoria. È stata una domenica da tutto esaurito per le spiagge della riviera casertana. Da Varcaturo a Sessa Aurunca, pochi gli spazi d'arenile rimasti liberi ieri. Registrato il pienone sia nei circa cento stabilimenti balneari del litorale domizio, sia nelle poche e sporche spiagge libere della costa. Ovviamente entusiasti gli operatori balneari della zona, i quali, dopo oltre un mese di presenze al lumicino e scarsissimi affari per le cattive condizioni meteorologiche, non si sono fatti trovare impreparati. Disagi solo per coloro che per raggiungere il mare hanno dovuto utilizzare l'automobile. Sia sulla Tangenziale di Napoli, sia sull'Asse Mediano in direzione nord dalle 9 alle 13 ci sono state lunghe code. Per percorrere venti chilometri sono occorsi almeno sessanta minuti. Al tramonto, poi, è stata la via Domiziana in direzione sud a congestionarsi. I tratti più critici, come sempre, i semafori nel territorio di Mondragone e l'incrocio di baia Domizia con serpentoni metallici lunghi diversi chilometri. In ogni caso, gli automobilisti e i centauri che hanno percorso ieri le vie casertane del mare hanno mostrato una condotta impeccabile (ed inusuale). Scarso, se non addirittura nullo, il lavoro per la polizia stradale. Con le braccia incrociate anche i sanitari del 118 di Castelvolturno e di Mondragone (i quali, solitamente, nelle domeniche d'estate compiono una trentina d'interventi). Laborioso ma tranquillo anche il lavoro degli uomini della capitaneria di porto, che hanno pattugliato i quarantacinque chilometri di costa senza registrare alcun'anomalia. Domenica, quindi, all'insegna del sole, delle spiagge attrezzate ed affollate, del traffico e della serenità. Nota stonata, ancora una volta, (oltre all'incapacità delle amministrazioni comunali rivierasche di gestire le spiagge libere) l'ormai endemica cattiva qualità dell'acqua del mare (soprattutto nella zona sud del territorio). Per questo motivo, i gestori dei lidi del litorale domizio hanno fatto di necessità virtù e non potendo offrire ai propri clienti un mare cristallino hanno attrezzato gli stabilimenti balneari in maniera da offrire numerosi servizi accessori. Il lido che offre il noleggio del lettino, dell'ombrellone e la pulizia della spiaggia è ormai solo un ricordo. Tutti gli stabilimenti della zona hanno la tavola calda, sono aperti anche di sera, hanno il parco giochi per i bambini e l'animazione. Qualcuno, addirittura, offre ai propri clienti anche la possibilità di utilizzare la piscina, la palestra per l'esercizio fisico, e il servizio bar fin sulla riva. Ed anche i prezzi, seppur alti, sono sempre ben al disotto di quelli degli stabilimenti delle spiagge limitrofe del sud pontino e della zona del Fusaro e di Bacoli. Per noleggiare un lettino occorrono circa sei euro, con altri quattro si ottiene anche l'ombrellone; un euro per avere il ghiacciolo, due per il trancio di pizza e il gelato a cono. Con quindici euro il bagnante può pranzare seduto al tavolo ed ordinare un primo un secondo con contorno ed una bibita. Il parcheggio è gratuito negli stabilimenti che hanno lo spazio per ospitare le vetture. In tutte le altre il prezzo lo stabilisce il parcheggiatore abusivo di turno, che, solitamente, di domenica non permette la sosta per meno di tre euro.