lunedì 16 novembre 2009

Una stele a Baia Verde per Miriam Makeba


10/11/2009

Sullo stesso luogo a Baia Verde, un anno dopo per Miriam Makeba. Questa volta, però, al centro della località castellana non c'era un palco con luci e altoparlanti come dodici mesi fa. Ma una stele di marmo con l'immagine del suo continente, l'Africa, quello che ha cantato e per il quale si è battuta una vita intera (fino al suo ultimo giorno); e all'interno del continente nero, il suo volto sorridente. Alla commemorazione dell'artista sudafricana tenuta ieri alle 12, nonostante una fitta pioggia c'era tanta gente. C'era l'assessore regionale all'istruzione, Corrado Gabriele, che lo scorso anno volle il concerto di Makeba a Castelvolturno a conclusione degli stati generali dell'istruzione e per ricordare le sei vittime africane dell'eccidio della sartoria etnica. C'era la portavoce dell'alto commissariato per i rifugiati delle nazioni unite, Laura Boldrini, che durante l'evento di ieri ha rimarcato la differenza fra semplici immigrati e rifugiati. «Quest'ultimi, ha sottolineato la portavoce dell'Onu, scappano dai loro paesi perché perseguitati. È un dovere imprescindibile assisterli». A Baia Verde, c'era anche il primo cittadino, Francesco Nuzzo, secondo il quale la forte immigrazione africana che c'è sul suo territorio, che soprattutto nell'ultimo anno ha sollevato dei dibattiti locali anche molto aspri, non è in quanto tale un problema per Castelvolturno. «La camorra, al contrario, ha detto il sindaco Nuzzo, è il male assoluto. L'immigrazione, invece, se controllata, e all'interno della legalità, può rappresentare una grossa risorsa». Riparati sotto gli ombrelli, all'inaugurazione della stele anche il direttore del centro Fernades Antonio Casale e la sua collaboratrice Marisa Peroni, e la fondatrice dell'associazione ”Madri de Plaza de Mayo” di Buenos Aires, Hebe De Bonafini. L'evento era cominciato due ore prima al cinema Bristol di Pinetamare. Qui c'è stata la rappresentazione del ”La Ferita”, della rassegna ”I teatri della Legalità”. Vincenzo Ammaliato © RIPRODUZIONE RISERVATA

sabato 7 novembre 2009

Per 1500 euro «arancia meccanica» a Baia Verde

07/11/2009

Notte di sevizie per due fratelli Sono pensionati e vivono soli

VINCENZO AMMALIATO Sorpresi nel sonno, imbavagliati, legati, picchiati e derubati. Vittime dell’arancia meccanica castellana due fratelli pensionati, di 67 e 71 anni, che vivono in un villino di Baia Verde. Tre uomini col volto coperto si sono introdotti ieri notte nella loro abitazione di via Tasso, forzando una finestra al pian terreno, e li hanno sottoposti a momenti di cruda violenza. L’effrazione è avvenuta all’una di notte, ed entrambi i fratelli dormivano profondamente, quindi non sono riusciti a percepire i rumori dello scasso. Sono stati svegliati di soprassalto dai tre rapinatori che li hanno immediatamente imbavagliati e legati a delle sedie. Qui sono stati picchiati violentemente dal gruppo di balordi allo scopo di farsi rivelare dove fossero nascosti i soldi che i pensionati conservavano. Terrorizzati, i due fratelli hanno immediatamente indicato ai malviventi dove avrebbero potuto trovare il denaro, circa millecinquecento euro. Ma i rapinatori non si sono accontentati di quello che hanno ritenuto un misero bottino e hanno continuato ad infierire sui corpi delle due vittime. Solo quando hanno capito che non c’erano altri contanti in casa sono andati via dall’abitazione. I due fratelli, poco dopo, sono riusciti a liberarsi a vicenda e ad avvisare le forze dell’ordine. Sul posto sono giunti i carabinieri che hanno trovato i due fratelli sporchi di sangue e sotto choc. Poco dopo un’ambulanza del 118 ha portato i congiunti alla vicina clinica Pinetagrande. Qui sono stai medicati e nel tardo pomeriggio di ieri dimessi entrambi con prognosi che vanno dai dieci ai venti giorni. Il più malcapitato dei due fratelli ha riportato due costole rotte e un dito fratturato. Sul fronte delle indagini, i militari dell’arma durante la giornata di ieri hanno ascoltato diversi pregiudicati della zona, per valutare le relative posizioni. I malviventi, hanno denunciato le vittime della rapina, hanno agito col volto coperto da passamontagna e si esprimevano in dialetto napoletano. I carabinieri ritengono che siano persone che vivono in zona, e che prima di entrare in quell’abitazione sapevano che sarebbe trattato di un colpo facile. Evidentemente, dei rapinatori vigliacchi che preferiscono prendere di mira anziani indifesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

giovedì 5 novembre 2009

Appello Pro Loco Castelvolturno non è solo nera

05/11/2009
Bandito un concorso fotografico per narrare in positivo

VINCENZO AMMALIATO Da fine 2008 a tutt'oggi il litorale domizio è meta di giornalisti e fotoreporter d'ogni parte d'Italia ed anche dall'estero. Tutti bramosi di raccontare come un territorio costiero abbia potuto cedere ad uno sciacallaggio edilizio con pochi pari al mondo e senza batter ciglio e, soprattutto, generare e subire una banda di criminali che in meno di un anno ha messo a ferro e fuoco la zona e fatto diciotto morti ammazzati. Da Pescopagano a Ischitella, gli obiettivi dei fotografi sono entrati dappertutto; lo zoom è stato bilanciato su occhi, fatti e coscienza dell'intera Castelvolturno. Adesso, però, tocca alla gente del posto raccontare la costa casertana. Col l'intrigante titolo, «L'Anima attraverso l'obiettivo», la proloco di Castelvolturno ha promosso un singolare concorso fotografico destinato a qualsiasi fotoamatore. I partecipanti sono invitati a catturare una qualsiasi immagine di Castelvolturno, evidenziandone, come dice il titolo, la sua anima. La data ultima per consegnare gli scatti (che possono essere sia in bianco e nero, sia a colori) alla sede della proloco di via delle Acacie è per il prossimo 27 novembre. La premiazione, invece, è prevista per il 4 dicembre al cinema Bristol di Pinetamare. «Ad esaminare le foto, garantisce Vincenzo Martino, presidente della proloco locale, sarà una giuria d'esperti». Singolare il primo premio in palio: la possibilità di realizzare un fotoreportage in venti scatti sul territorio di Castelvolturno, che saranno successivamente stampati in un libro fotografico. Al secondo e terzo classificato, invece, andranno delle macchine fotografiche digitali. La gente del litorale è quindi avvisata: non solo fotoreporter professionisti gireranno nei prossimi giorni sulla via Domiziana. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Pinetamare: lo scalo pronto dopo 36 mesi dalla posa della prima pietra. Ma i tempi per l’avvio sono incerti

Porto turistico, tre anni fra dubbi e ritardi
04/11/2009
Ancora fermo l’intervento aggiudicato già dal 2006 L’opera dovrebbe dare lavoro a più di tremila persone


VINCENZO AMMALITATO Non si è ancora al conto alla rovescia, ma manca davvero poco per la partenza dei lavori del porto turistico di Pineta mare. La ditta vincitrice del relativo project financing (Marina di Pinetamare) ha infatti incassato il parere favorevole da parte della Regione Campania per la «via», la valutazione dell’impatto ambientale. Era questo l’ostacolo più problematico da superare: adesso la strada per la cantierizzazione dell’area e la realizzazione del porto dovrebbe essere tutta in discesa. Ma il condizionale per un’opera aggiudicata nel 2006 e i cui lavori sarebbero dovuti iniziare dopo pochi mesi, resta davvero doveroso. Tutto questo, nonostante il nuovo porto turistico sia ritenuto come l’occasione regina per il rilancio socioeconomico dell’intera costa casertana. Gli studi economici di settore, peraltro, garantiscono che per ogni posto barca fra diretti e indiretti saranno creati almeno tre posti di lavoro stabili. Considerando che gli ormeggi da realizzare saranno milleduecentocinquanta, si intuisce chiaramente il motivo per cui il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino definì il porto di Pinetamare la «Fiat del Litorale domizio». Ciononostante, c’è oggettivamente chi rema contro la partenza dei lavori dell’opera. Gli intoppi burocratici che si sono susseguiti intorno alla vicenda e che hanno fatto spostare di volta in volta l’inizio dei lavori sono decisamente troppi. Adesso, per la cantierizzazione della spiaggia libera dove dovrebbe sorgere il porto (l’area dove fino a qualche tempo fa sorgevano le otto torri occidentali) manca solo l’autorizzazione da parte della sovrintendeza di Napoli, che deve valutare l’impatto paesaggistico del nuovo molo. Ma essendo l’area in questione completamente rettilinea, il placet della sovrintendenza dovrebbe essere a questo punto una mera formalità. Più delicata, invece, appare la questione relativa a usi civici comunali che gravano su parte dell’area del futuro porto. Questi vincoli dovrebbero essere rimossi dall’amministrazione comunale del posto, quella di Castelvolturno. Il sindaco Francesco Nuzzo più volte si è espresso pubblicamente a favore dell’abolizione degli usi civici senza alcuna eccezione. Ma l’impasse divenuto ormai cronico in cui versa l’amministrazione castellana da lui retta di fatto rallenta la deliberazione dell’assise e di conseguenza l’inizio dei lavori, mettendo in forse i tempi di effettiva realizzazione. Dalla posa della prima pietra, garantiscono i costruttori, il nuovo porto turistico sarà completato in trentasei mesi (la darsena dei pescatori, invece, in ventiquattro). Tre anni d’attesa per l’opera che è vista sul litorale da molti come occasione di rilancio dell’intera zona. Da altri, invece, evidentemente, come l’occasione per realizzare interessi esclusivamente personali. © RIPRODUZIONE RISERVATA