Porto turistico, tre anni fra dubbi e ritardi
04/11/2009
Ancora fermo l’intervento aggiudicato già dal 2006 L’opera dovrebbe dare lavoro a più di tremila persone
VINCENZO AMMALITATO Non si è ancora al conto alla rovescia, ma manca davvero poco per la partenza dei lavori del porto turistico di Pineta mare. La ditta vincitrice del relativo project financing (Marina di Pinetamare) ha infatti incassato il parere favorevole da parte della Regione Campania per la «via», la valutazione dell’impatto ambientale. Era questo l’ostacolo più problematico da superare: adesso la strada per la cantierizzazione dell’area e la realizzazione del porto dovrebbe essere tutta in discesa. Ma il condizionale per un’opera aggiudicata nel 2006 e i cui lavori sarebbero dovuti iniziare dopo pochi mesi, resta davvero doveroso. Tutto questo, nonostante il nuovo porto turistico sia ritenuto come l’occasione regina per il rilancio socioeconomico dell’intera costa casertana. Gli studi economici di settore, peraltro, garantiscono che per ogni posto barca fra diretti e indiretti saranno creati almeno tre posti di lavoro stabili. Considerando che gli ormeggi da realizzare saranno milleduecentocinquanta, si intuisce chiaramente il motivo per cui il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino definì il porto di Pinetamare la «Fiat del Litorale domizio». Ciononostante, c’è oggettivamente chi rema contro la partenza dei lavori dell’opera. Gli intoppi burocratici che si sono susseguiti intorno alla vicenda e che hanno fatto spostare di volta in volta l’inizio dei lavori sono decisamente troppi. Adesso, per la cantierizzazione della spiaggia libera dove dovrebbe sorgere il porto (l’area dove fino a qualche tempo fa sorgevano le otto torri occidentali) manca solo l’autorizzazione da parte della sovrintendeza di Napoli, che deve valutare l’impatto paesaggistico del nuovo molo. Ma essendo l’area in questione completamente rettilinea, il placet della sovrintendenza dovrebbe essere a questo punto una mera formalità. Più delicata, invece, appare la questione relativa a usi civici comunali che gravano su parte dell’area del futuro porto. Questi vincoli dovrebbero essere rimossi dall’amministrazione comunale del posto, quella di Castelvolturno. Il sindaco Francesco Nuzzo più volte si è espresso pubblicamente a favore dell’abolizione degli usi civici senza alcuna eccezione. Ma l’impasse divenuto ormai cronico in cui versa l’amministrazione castellana da lui retta di fatto rallenta la deliberazione dell’assise e di conseguenza l’inizio dei lavori, mettendo in forse i tempi di effettiva realizzazione. Dalla posa della prima pietra, garantiscono i costruttori, il nuovo porto turistico sarà completato in trentasei mesi (la darsena dei pescatori, invece, in ventiquattro). Tre anni d’attesa per l’opera che è vista sul litorale da molti come occasione di rilancio dell’intera zona. Da altri, invece, evidentemente, come l’occasione per realizzare interessi esclusivamente personali. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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