martedì 21 luglio 2009

Sfuttamento, 15 donne vincono la battaglia

18/07/2009Al momento del blitz della polizia di fine giugno erano in quindici, tutte rinchiuse dal loro «carceriere-caporale» nel villino lager di Ischitella. Dividevano due piccole camere sporche. L’italiano che sfruttava il loro lavoro è stato arrestato
VINCENZO AMMALIATO Quando quello che sembra essere il peggiore giorno della propria esistenza si trasforma nel momento del riscatto, atteso tanto tempo, forse una vita intera. Quell'afoso mercoledì di fine giugno erano in quindici, tutte rinchiuse dal loro «carceriere-caporale» nel villino lager di Ischitella. Giacevano su dei materassi infeltriti adagiati per terra; dividevano due piccole camere sporche e con le mura ammuffite. Faceva molto caldo e le donne erano impaurite, affamate, stanche. A un certo punto, qualcuno bussa alla porta. Sono gli agenti del commissariato. Nel gruppo di donne inizia a diffondersi il panico: «Cosa sarà di noi, ci arresteranno, ci rimpatrieranno?». A finire in galere fu soltanto l'italiano che sfruttava il loro lavoro nelle campagne. Il gruppo di donna fra i venti e i quaranta anni, provenienti dalla romania e dalla bulgaria, fu condotto in commissariato per gli interrogatori. Qui, chi aveva il telefonino aspettava il proprio turno fissando il display del cellulare dove impressa c'era la foto dei propri cari rimasti in patria. Le altre fissavano il soffitto. Il loro caporale le aveva insegnato la paura e la diffidenza e loro avevano appreso molto bene. Conclusi gli interrogatori il gruppo di donne fu condotto, in piena notte, al vicino centro Fernandes. Qui le immigrate sono state rifocillate ed è stato offerto loro assistenza. Dopo un paio di giorni, hanno iniziato a nutrire fiducia nei volontari della struttura vescovile e la luce nei loro occhi è iniziata a cambiare. Non più debole e spenta, ma accesa da quel brio di chi vuole sperare ancora una volta. Adesso le quindici donne non sono più al Fernandes. I volontari del centro hanno trovato per loro dei lavori regolari. Fanno le badanti e le governanti in alcune case della provincia di Napoli e Caserta. Molte altre, però, aspettano ancora il loro giorno migliore.

Liceo scientifico conteso verrà sdoppiato in due sedi

VINCENZO AMMALIATO Quando complicare le cose diventa uno stile di vita. A Castelvolturno niente pare possa filare liscio; neanche il trasferimento di un istituto scolastico che da due anni è ospitato all'interno di un'altra scuola ad un plesso nuovo e con tutti i crismi che richiede il moderno insegnamento. Il trasferimento dello scientifico proposto il mese scorso dall'amministrazione comunale da dove si trova tutt'ora (all'interno della scuola alberghiera) all'edificio ristrutturato e consegnato al provveditorato scolastico dai costruttori Coppola a Pinetamare nell'ambito della transazione con lo Stato, ha innescato delle polemiche del tutto inaspettate nel paese litoraneo. Si sono da subito create due fazioni, quella che vede di buon occhio il trasferimento e quella, al contrario ha promesso ogni tipo di battaglia per non far spostare lo scientifico. Addirittura, il primo cittadino due settimane è stato costretto a bloccare il procedimento per ragioni di ordine pubblico. E in campo sono scesi anche diversi politici locali, poco interessati alle sorti degli studenti e molto al consenso politico. In pratica, si è offerto un pessimo insegnamento agli studenti, che hanno visto i propri genitori e amministratori battagliare senza alcun esclusione di colpo. Ma alla fine pare che si sia riuscito a raggiungere un accordo che dovrebbe accontentare tutti, tranne che gli insegnanti. Lo scientifico, probabilmente sarà sdoppiato in due distinti sedi, quella attuale del centro storico e quella nuova di Pinetamare. Questo è quanto sancito durante una riunione tenuta ieri in Comune. Ma visto i precedenti non è detto però sia dato pieno seguito al piano concertato.