domenica 29 agosto 2010

Palco abusivo, scattano i sigilli. Stop al concerto del neomelodico




29/08/2010


Vincenzo Ammaliato

Il concerto era previsto per le 21. Ma come ogni star che si rispetta, Ivan Granatino, cantante neomelodico idolo delle teenager napoletane, si faceva attendere. E così, pochi minuti prima della 22 sul palco al posto suo sono saliti un gruppo di carabinieri e agenti della guardia costiera e la scena è stata interamente loro per tutto il resto della serata. Le forze dell'ordine, infatti, hanno sequestrato tutta l'attrezzatura che sarebbe dovuta servire per l'evento canoro allestita nella piazzetta della spiaggia libera di Fontana Bleu. I militari dell'arma, coadiuvati dagli uomini della locale locamare hanno invitato i numerosi spettatori ad allontanarsi dall'area, e subito dopo hanno messo una sopra l'altra le sedie di plastica, accantonati i tavoli e addirittura smontato il palco dove avrebbe dovuto esibirsi il cantante neomelodico. L'atto successivo, fra lo stupore generale della gente accorsa per il concerto, è stata l'apposizione dei sigilli. Mentre per il titolare del Bar Miriam Raimondo Galiero (il locale che aveva organizzato l'evento) è scattata una denuncia penale per appropriazione abusiva di suolo pubblico e demaniale. Il concerto, infatti, secondo i carabinieri non era stato autorizzato dall'amministrazione comunale di Castelvolturno. Ma Raimondo, titolare del Bar Miriam, non ci sta. A tal proposito, domani presenterà un immediato ricorso per la rimozione dei sigilli. Il titolare del Bar Miriam sostiene di aver effettuato una regolare richiesta per il concerto di Ivan Granatino al Comune di Castelvolturno. E mostra la fotocopia della relativa lettera con tanto timbro del protocollo comunale datata 24 agosto 2010. «Non avendo avuto alcuna risposta, sottolinea il gestore del Bar Miriam, ho pensato che avrei potuto organizzare il concerto». Evidentemente, non era così e le forze dell'ordine sono intervenute. Ma per i fan di Castelvolturno del cantante di Cuorenero delusi dell'iniziativa dei tutori della legge c'è comunque una speranza. Raimondo infatti è intenzionato a chiedere nuovamente l'autorizzazione al Comune per il concerto di Granatino. C'è da scommetere, questa volta prima di allestire il palco attenderà la risposta dell'amministrazione comunale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Spiagge sporche, il sindaco attacca gli operai


28/08/2010
Problema pulizia anche sul lungomare e lungo le strade percorse per raggiungere i lidi

Vincenzo Ammaliato.
In pratica sul territorio del centro litoraneo casertano la cosiddetta «crisi dei rifiuti» non è mai stata superata. Ma se nel 2008 il problema era a carattere regionale e i cittadini del posto potevano consolarsi con il sempre attuale adagio «mal comune mezzo gaudio», oggi i residenti del centro litoraneo vivono con particolare sofferenza l’ormai endemica situazione di disagio, che peraltro lo scorso 31 dicembre ha portato anche allo scioglimento del consiglio comunale. Da mesi, ormai l’unico servizio svolto quasi regolarmente è quello della raccolta dei rifiuti presenti nei cassonetti. Di raccolta differenziata, neanche l’ombra; lo spazzamento delle vie è un servizio assolutamente carente; la pulizia delle zone periferiche e delle aree demaniali, invase soprattutto da rifiuti cosiddetti ingombranti, invece, è praticamente quasi nulla. Le poche spiagge libere della zona si sono presentate ai bagnanti in questa estate come autentiche discariche a cielo aperto. E se gli arenili piangono, non stanno messe meglio le strade che conducono al mare. Ovunque, da Ischitella a Pescopagano, sui lungomare si trovano rifiuti abbandonati e non raccolti (anche in questo caso, soprattutto, ingombranti). E considerando che ormai l’estate è quasi finita, i residenti hanno poca fiducia che a breve questi tratti del territorio possano essere ripuliti. Il primo cittadino del centro litoraneo, Antonio Scalzone, però, non ci sta a esser chiamato sul banco degli imputati per la precaria situazione igienica in cui versa il paese da lui amministrato (peraltro, Scalzone gestisce ad interim dall’inizio del suo mandato la delega all’ecologia) e snocciola gli interventi posti in essere per fronteggiare il problema, e di chi, secondo lui, sono le responsabilità del disastro ecologico. «Per le spiagge - sostiene il sindaco - sono impegnati sessanta addetti della Astir, ditta specializzata in bonifiche ambientali. E se gli arenili sono sempre sporchi è da addebitare la responsabilità alla platea dei bagnanti che per gran parte è incivile e irrispettosa delle minime regole del vivere comune». Lo scarso servizio prestato per le vie cittadine, invece, è dovuto, sempre secondo Scalzone, al numero di operai del Consorzio unico che effettivamente ogni giorno si reca al lavoro. «Di sessantasette operai presenti nel libro matricola - denuncia il primo cittadino - soltanto venticinque, massimo trenta ogni giorno si recano regolarmente al lavoro. La restante parte presenta dei certificati medici per malattie sospette, sulle quali ho già chiesto alla magistratura di indagare». Una situazione, quella dell’igiene urbana del Comune a sud del litorale domizio, che si presenta di non facile soluzione.\ Il ciclo negativo, però, potrebbe cessare dal primo settembre, vale a dire da quando la Senesi, ditta aggiudicataria dell’appalto per il servizio igiene urbana a Castelvolturno completerà formalmente il passaggio di cantiere con il consorzio unico. Dalla prossima settimana, in pratica, sia operai, sia cittadini, sia amministratori pubblici, per il ciclo integrato dei rifiuti si dovranno confrontare con una ditta privata e non più col consorzio pubblico che negli ultimi dieci mesi ha mostrato più di una falla nella sua gestione. Sperando che per il lungomare e le spiagge libere non si debba attendere la prossima estate per ripulirle. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Così la scrittura salverà il litorale


27/08/2010

Castel Volturno Il confronto tra gli autori sul ruolo del territorio come fonte di ispirazione


Vincenzo Ammaliato.
Non un cantante, non un cabarettista e neanche una sagra della mozzarella o della trippa. Per una sera la gente di Castel Volturno è stata intrattenuta e, soprattutto, interessata da un gruppo di scrittori. Sotto i portici di Pinetamare, in una calda e afosa sera d'estate, è andato in scena un insolito e apprezzatissimo evento ideato dall'associazione «I Muli»: una festa dedicata interamente alla lettura e ai suoi protagonisti. Giovani e anziani, romanzieri e storici, narratori e fotografi, poeti e cantastorie, alla festa del libro si sono confrontati diversi modi di pensare e, ovviamente, di scrivere. Ed appena è partita la serata è iniziato anche un vivace dibattito fra gli scrittori e il pubblico. «Può la scrittura contribuire al recupero del litorale domizio?» è stato il tema dell'evento. Il primo a rispondere è stato l'ex sindaco di Castel Volturno Mario Luise, autore di diversi libri che raccontano il litorale domizio, fra cui «Dal fiume al mare», ritenuto da molti giornalisti un punto di riferimento per la conoscenza della zona. «I libri sono essenziali per il recupero del territorio - ha detto con enfasi l'ex sindaco - perché nelle loro pagine può essere impressa in maniera indelebile l'intera storia di una città e della sua gente». Gli ha fatto eco Alfonso Caprio, insegnante della locale scuola media e autore di diversi volumi sulla storia locale: «In questo paese, più che in altri - ha sottolineato - c'è la necessità che i cittadini si riapproprino delle proprie radici, e la scuola da sola può non bastare affinché si diffonda l'identità culturale. La scrittura può dare un aiuto significativo per questa missione, affinché si diventi tutti cittadini dello stesso territorio». In effetti, un Comune di circa venticinquemila abitanti che trenta anni fa ne contava appena tremila non può non vivere di forti contraddizioni interne. Sbilanciamenti sociali raccontati anche dal libro di Francesco Di Napoli, teatrante che vive al centro storico, e dai giovani Antonio Leone e Alessio Rizzo. Il primo autore vive nel troppo periferico quartiere di Mazzafarro, che ha anche dato il titolo al suo libro. Il secondo scrittore, invece, abita a Pinetamare, e racconta la sua zona in due libri di poesia definendola un «non luogo». Per Alessandro Gallo, invece, autore di «Agguantame», uno struggente libro sulla difficoltà della vita di tutti i giorni della gente dei quartieri cosiddetti «difficili» della Campania, Castel Volturno è un «troppo luogo». E siccome ogni scrittore ha una propria visione del mondo che lo circonda, per Maurizio Boni, autore di «Ci sentiamo in questi giorni», Castel Volturno è «un luogo incantevole». Mentre il litorale domizio per Agostino Moschettino è il posto ideale dove ambientare i propri romanzi fatti di principesse, misteri e pathos. Alla festa del libro era presente anche il fotografo Giovanni Izzo, autore di Promisland, uno spettacolare libro fotografico sugli immigrati che arrivano alla ricerca appunto della terra promessa. Quella stessa terra evocata durante tutta la serata del libro. Quella stessa terra spesso violentata, sfruttata, malvista da molti, ma profondamente amata dai suoi scrittori e dai suoi muli. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Quella «ragazza dagli occhi bianchi» in tv



25/08/2010


Vincenzo Ammaliato
Dalla nera Africa della Domiziana alla «bianca» Africa della Tanzania. Si chiama «Arapha, la ragazza dagli occhi bianchi» il nuovo lavoro del documentarista Romano Montesarchio, regista casertano, che sarà trasmesso oggi su Rai 3 alle 23.45. La storia racconta la difficile vita dei «bianchi» tra i «neri»: gli albini africani, infatti, non solo devono proteggersi da un sole che in Tanzania picchia in maniera impietosa, ma anche da tradizioni tribali che vedono in loro come portatori di sciagure e per questo perseguitati. Un tema delicato e poco affrontato dai mezzi di comunicazione di massa; uno di quei fenomeni che danno poca gloria a chi li racconta. In pratica, i temi nei quali a Romano Motesarchio piace immergersi e raccontare attraverso la pellicola. Con lui nel viaggio in Tanzania, Davide Franco (montaggio) e il musicista casertano Massimiliano Gaudio (colonna sonora). L'appuntamento, quindi, e per questa sera in tv nel corso del programma Doc3. © RIPRODUZIONE RISERVATA

sabato 14 agosto 2010

Una piazza per ricordare i due agenti anticamorra


12/08/2010
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Castelvolturno. Gabriele Rossi e Francesco Alighieri. Pochi ricordano questi nomi sul litorale domizio e nei territori dell’agro aversano. Eppure appartenevano a due persone che hanno sacrificato la propria vita, meno di due anni, fa proprio mentre cercavano di estirpare da queste terre il cancro della malavita organizzata. Alighieri e Rossi erano due agenti di polizia giunti in provincia di Caserta subito dopo la strage alla sartoria etnica di Castelvolturno, del settembre del 2008. Facevano parte di un contingente di poliziotti e carabinieri che contava quattrocento unità, inviato dal ministero dell’Interno nell’ambito del piano straordinario di contrasto della criminalità organizzata. Morirono per le ferite riportate a seguito di un terrificante incidente stradale sulla superstrada Nola-Villa Literno, mentre inseguivano un’autovettura che non si era fermata a un posto di blocco. A un certo punto della corsa, a causa dell’alta velocità, la loro auto si ribaltò e uscì fuori strada, terminando il volo contro un albero. E proprio per ricordare sia la loro memoria, sia il loro sacrificio, l’amministrazione comunale di Castelvolturno (che per una volta è riuscita a unire la maggioranza e opposizione) ha deciso di dedicare loro una strada o una piazza della cittadina litoranea. La cerimonia si terrà nell’anniversario della loro morte, il 26 settembre prossimo. In quell’occasione, saranno invitati a Castelvolturno i parenti dei poliziotti deceduti. «Per noi - ha sottolineato il presidente del consiglio comunale di Castelvolturno, Giovanni Milone - questi due agenti di polizia sono degli eroi, e come tali dovrebbero essere ricordati». vi.am. © RIPRODUZIONE RISERVATA

mare più pulito, ma boom solo nel week-end


Vincenzo Ammaliato

da lunedì a venerdì i lidi non girano a pieno regime neanche ad agosto

A poco più di due settimane dalla chiusura della stagione estiva, i titolare degli stabilimenti balneari del litorale domizio provano a tirare le prime somme di questa estate 2010, molto attese dopo l’anno orribile del 2009 causato da sversamenti non controllati di rifiuti a mare dal depuratore di Cuma. E il bilancio appare in chiaroscuro. Le note positive sono offerte dalla qualità delle acque del mare. Nonostante i dati ufficiali siano in linea con quelli delle scorse stagioni, il mare, infatti, sembra essere più pulito degli anni passati. Ma in attesa dei nuovi dati dell’agenzia regionale dell’ambiente (l’Arpac) che dovrebbero essere incoraggianti, i bagnanti continuano a disertare le spiagge del litorale domizio. E qui siamo alle note negative. Di sabato e soprattutto di domenica le spiagge di Castelvolturno, Mondragone, Cellole e Sessa Aurunca nelle ultime settimane sono state letteralmente invase da orde di turisti. Dal lunedì al venerdì, però, gli ombrelloni sono rimasti tutti inesorabilmente chiusi. In pratica, nonostante il mare appaia migliore e le strutture recettive siano state migliorate le presenze di questa estate 2010 sono in linea con quelle del 2009. Da mettere in conto, sostengono i dirigenti delle associazioni di categoria, c’è anche la crisi economica congiunturale. Una giornata a mare sul litorale domizio, seppure è più economica delle altre coste campane, per una famiglia costa dai dieci ai venti euro solo per la discesa in spiaggia e per l’utilizzo dei servizi del lido. A conferma di questo dato, sono i pochi spazi di spiaggia libera della costa casertana che risultano essere sempre pieni. Ma sul litorale casertano la parola d’ordine è non drammatizzare. «Dobbiamo scontare il danno d’immagine che abbiamo subito lo scorso anno, sottolinea il presidente del consorzio Baia Domizia nord, Michele Russo. Sia i media, sia il passaparola, sottolinea il presidente Russo, si sono accaniti contro la nostra costa, dipingendola come un posto orribile. E la psicosi che si diffuse la scorsa estate si tagliava col coltello. Ci vorrà del tempo per recuperare l’immagine persa, conclude con ottimismo Michele Russo, ma riusciremo sicuramente a tornare ai fasti di un tempo; la natura sul litorale domizio è dalla parte nostra, perché abbiamo un mare blu cristallino e una spiaggia di sabbia fina e dorata». Sulla stessa linea Antonio Scalzone, sindaco del Comune a sud del litorale domizio, Castelvolturno, territorio in parte responsabile del disastro ecologico dello scorso anno e dove ancora il canale dei Regi Lagni sversa i propri rifiuti in maniera illegale. «La qualità delle acque del mare che bagnano le nostre coste, dice il primo cittadino Scalzone, sono decisamente migliori di quelle dell’anno scorso. Questo perché la gestione commissariale degli impianti di depurazione dei Regi Lagni sta dando i suoi frutti. Finalmente, i fanghi prodotti dai territori che si affacciano sul canale borbonico vengono trattati e conferiti in appositi impianti di trattamento e non più scaricati direttamente a mare. Siamo certi, conclude Scalzone, che il prossimo anno le analisi delle acque effettuate dall’Arpac saranno decisamente migliori ottenute in questa stagione». E se finalmente sarà effettivamente invertito il trend d’inquinamento della costa casertana che dura ormai da quasi venti anni, c’è da scommettere che il recupero d’immagine per il litorale domizio sarà immediato. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Ha violato per ben tre volte i sigilli apposti dalla magistratura al suo lido ad Ischitella e per questo gli sono scattate le manette ai polsi. Ma per Salvatore Piccolo, titolare del lido Spiaggia degli Amici, i guai non sono finiti. Il sindaco di Castelvolturno, infatti, appena appreso la notizia, ha scritto al dirigente dell’ufficio demanio chiedendo la revoca della concessione della gestione dell’arenile. In pratica, gli “amici” di Salvatore Piccolo dovranno adesso trovarsi una nuova spiaggia.



15/08/2010
Ferragosto, la voglia di mare batte la crisi
Vincenzo Ammaliato Se in gran parte del resto d’Italia piove come fosse autunno e in alcuni casi addirittura come in inverno, al litorale domizio non resta che accontentarsi della forte nuvolosità che da ieri mattina caratterizza il fine settimana di Ferragosto. Le previsioni meteorologiche, infatti, anche per la giornata di oggi, danno tempo variabile. Ma si spera nel sole. Ovviamente amareggiati sono tutti gli operatori turistici della zona, che puntavano, almeno in questi due giorni, a rimpinguare le casse. I più penalizzati sono gli stabilimenti balneari. Ieri lungo le spiagge del litorale domizio soltanto la metà degli ombrelloni era aperta. E difficilmente oggi ci sarà il tanto sospirato pienone sulle spiagge. Ma l’appuntamento con i lidi è per la serata. In quasi tutti gli stabilimenti, infatti, sono previste cene all’aperto per festeggiare il Ferragosto con tanto di falò e fuochi d’artificio. Sul versante della sicurezza, è massima allerta da parte dei comandi di polizia municipale locale, che hanno richiamato al lavoro tutti gli agenti disponibili. E anche la guardia costiera di Castelvolturno e quella di Mondragone sono pronte per qualsiasi emergenza in mare. Per la particolare occasione, dalla Capitaneria di porto di Pozzuoli sono state messe a disposizione due motovedette che pattuglieranno per intero i cinquanta chilometri di costa. Mentre gli uomini della polizia stradale pattuglieranno per l’intero arco della giornata la via Domiziana e l’Appia. E per evitare le grosse code ai semafori di Mondragone, tipiche dei fine settimana estivi, anche per il weekend di Ferragosto, è stato deciso di lasciare in maniera permanente il segnale giallo. In ogni caso, non sono stati registrati nella giornata di ieri particolari criticità, né incidenti stradali. Da domani fino alla chiusura della stagione estiva per il litorale domizio mancheranno due settimane. Il primo bilancio dell’estate 2010 per gli operatori turistici non è esaltante e comunque è al di sotto delle aspettative. Complice del calo di turisti è stato il sole, o meglio, la sua assenza dal cielo del litorale casertano per gran parte dei mesi di maggio e di giugno. E anche in questi primi giorni d’agosto non si è visto il vero solleone. Il primo imputato per il calo d’affari in ogni caso è certamente la cattiva immagine scaturita lo scorso anno con i reflui scaricati a mare in maniera non controllata che pesa ancora sul rilancio della costa domiziana. Nel prossimo inverno ci sarà molto da lavorare per gli operatori turistici nel cercare di attuare tutte quelle forme necessarie al riscatto. «Una grossa mano, però, la dovranno dare le istituzioni - dicono - impegnandosi una volta per tutte nella depurazione delle acque. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Boom di nascite, la cicogna preferisce il solleone


Vincenzo Ammaliato Castelvolturno.
25 parti in un giorno alla clinica Pineta Grande
Venticinque cicogne in un giorno, straordinari in ginecologia, due parti gemellari, e il personale del nido impegnato ad allestire incubatrici e cullette per fare spazio ai nuovi arrivati. Tutto in meno di 24 ore - mercoledì scorso - forse le più lunghe mai viste qui, alla clinica «Pineta Grande». E dire che l’agenda della mattinata prevedeva tutt’altri numeri: in programma nella struttura sanitaria di Castelvolturno c’erano appena sei parti cesari. Una dopo l’altra, poi, sono arrivate al pronto soccorso del nosocomio domiziano decine di gestanti, tutte con i sintomi evidenti di un parto imminente. Ed è iniziato così il tour de force per l’équipe di dodici medici e diciotto infermieri del reparto di ginecologia, diretto dal primario Stefano Palmieri e dal suo collaboratore Vincenzo Mauriello. Subito dopo è stata la volta del nido e del reparto di terapia intensiva neonatale che ha ospitato cinque neonati, (di cui uno, nato prematuro, non ce l’ha fatta): coordinato dal primario Lucio Giordano, il pool di medici e di infermieri si è preso cura dei 25 pargoli appena venuti alla luce. Per loro sono state tirate fuori addirittura delle culle d’emergenza, presenti nei depositi della struttura sanitaria e che non erano mai state utilizzate prima. Soddisfatto dell’evento e dei numerosi fiocchi, 14 azzurri e 11 rosa, comparsi tutti insieme alle porte delle stanze del reparto di ginecologia, il presidente della società che controlla la clinica «Pineta Grande», Vincenzo Schiavone: «La nostra struttura - ha sottolineato Schiavone - si caratterizza per le prestazioni sanitarie legate alle emergenze. Questo soprattutto in un’area, come quella del litorale Domizio, non adeguatamente servita da strutture pubbliche. È chiaro che quegli interventi legati alla nascita di una nuova vita ci offrono sempre stimoli per continuare il nostro lavoro con la professionalità e la dedizione alla cura del paziente che ci contraddistinguono». E di stimoli con venticinque nuovi nati in un sol giorno certamente non mancano. Dal primo gennaio del 2010 a fine luglio, i bambini nati alla clinica «Pineta Grande» sono stati 532. Mentre 844 sono quelli nati nel corso di tutto il 2009. Decisamente un territorio «prolifico» quello del litorale domizio, che va in controtendenza con il resto d’Italia e d’Europa. E un impulso alle nascite, almeno nella zona, lo ha dato la forte presenza di immigrati: secondo dati elaborati dalla stessa struttura sanitaria, circa il venti per cento dei nati alla clinica «Pineta Grande» ha almeno uno dei due genitori di nazionalità straniera. L’unico dato negativo, che i medici e il personale della clinica riscontrano, è, purtroppo, quello degli abbandoni: molti neonati infatti, tutti figli di stranieri, vengono lasciati nella struttura sanitaria. Ogni anno in media, dicono i medici, almeno dieci neonati vengono abbandonati dai genitori nelle culle della clinica. Quasi per tutti, fortunatamente, l’affido a famiglie che ne fanno richiesta è pressoché immediato grazie ai continui rapporti esistenti fra i dirigenti della clinica e il Tribunale per i minorenni. © RIPRODUZIONE RISERVATA