giovedì 7 luglio 2011

Accoltella il tunisino che gli ruba le scarpe

06/07/2011

Castel Volturno. È la miseria, quella più stringente, la protagonista della tragedia sfiorata l’altra sera a Pinetamare. I fatti, ricostruiti dai carabinieri della locale stazione, parlano di un immigrato keniota di sessantaquattro anni senza fissa dimora, che da qualche settimana vive in un immobile abbandonato di via Tigli, derubato da un tunisino di un paio di scarpe. L’uomo si accorge del furto al suo rientro nella villa di via Tigli. Immediatamente è assalito dall’ira. Impugna un coltello da cucina con una lama lunga ben trentuno centimetri e va alla ricerca del ladro. I coinquilini, anche per non essere sospettati del furto, immediatamente gli indicano il responsabile. Lui lo incrocia poco dopo per strada. Il tunisino ai piedi porta proprio le scarpe da poco rubate. Inizia fra i due una furiosa lite. Il keniota riesce anche a recuperare le sue scarpe, ma prima di andare via sferra un fendente al suo rivale. Il coltello resta infilzato sotto la scapola del tunisino, che si accascia al suolo in una pozza di sangue. Il keniota scappa, gli altri immigrati avvisano i soccorsi. Il nordafricano è trasferito dal 118 alla clinica Pinetagrande, dove è tutt’ora ricoverato in prognosi riservata, ma non rischia la vita. I carabinieri, invece, trovano il keniota e lo arrestano con l’accusa di lesioni gravi. Con lui ha le scarpe che le sono state rubate poco prima. v.a. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Un bus tra Pinetamare e Licola, c'è la proposta

06/07/2011

Vincenzo Ammaliato Castel Volturno. Soltanto chi almeno una volta nella sua vita ha utilizzato (oppure, ha provato a farlo) l’autobus di linea che dalla Domitiana porta a Napoli e viceversa, può percepire l’utilità della nuova linea proposta dall’amministrazione comunale di Castel Volturno e che a breve sarà allo studio negli uffici della dirigenza dell’Azienda casertana di mobilità: la linea che dovrebbe collegare Pinetamare e Licola. Per l’esattezza, si tratta dell’arretramento del capolinea dell’autoservizio che attualmente già collega Caserta a Pinetamare, e che dovrebbe arrivare fino alla stazione della circumvesuviana nel territorio di Pozzuoli. La corsa, quindi, si dovrebbe allungare di circa venti chilometri. Quest’estensione permetterebbe di alleggerire notevolmente il traffico di passeggeri che si registra soprattutto la mattina sull’unica corsa attualmente presente, quella della Ctp con il famigerato M1. Questa linea da oltre enti anni, è presa letteralmente d’assalto da lavoratori e studenti sin dalle prime ore del giorno. Un esercito di pendolari (fra i quali migiaia di immigrati) che proprio all’altezza di Pinetamare ingrossa gli autobus, che diventano appunto stracolmi creando grossi disagi oltre che per i passeggeri, anche per il personale dell’azienda napoletana di mobilità stradale. Spesso capita ai pendolari fermi sulle banchine in attesa dei pullman, di vedere sfrecciare il loro mezzo senza che si fermi per permettere la salita, perché troppo carico. Gli autisti cercano di fare il loro possibile per lenire i disagi, viaggiando spesso anche con più passeggeri di quanto sia consentito. Il numero di quelli in piedi spesso supera quello dei viaggiatori seduti. E in queste delicate circostanze è oltremodo complicato controllare la regolarità degli abbonamenti e dei biglietti; con la conseguenza che gran parte dei passeggeri viaggia impunitamente senza aver pagato la corsa, creando un grosso danno economico all’azienda. Ma questi problemi potrebbero essere risolti a breve, se l’Acms riuscirà a recuperare le somme necessarie all’arretramento del capolinea di Pinetamare. La provincia di Caserta, socio di maggioranza dell’Acms, ha già approvato la variazione. Ma la data di partenza non è ancora certa. Lo spostamento del capolinea, infatti, sarà discusso durante il periodico studio d’esercizio previsto dai vertici dell’Acms il prossimo 15 luglio. «Sarà la provincia di Caserta – ha sottolineato il direttore d’esercizio, Eliseo Cuccaro – che dovrà indicarci i chilometri di corsa da tagliare su quelli previsti in aumento per arrivare fino a Licola. Ma ad oggi – ha aggiunto il dirigente dell’Acms - non possiamo dare ancora per certa la data di partenza del nuovo servizio; questo sarà possibile solo dopo la riunione del 15». © RIPRODUZIONE RISERVATA

"Ridateci Mina, ha bisogno di cure e del nostro amore"

05/07/2011

Vincenzo Ammaliato
Quattro strutture sanitarie e tre socio assistenziali. È un vero e proprio calvario quello che sta patendo Mina, una bambina del centro litoraneo di nove anni e mezzo nata con gravi disturbi psicomotori e protagonista di un’involontario peregrinare da una struttura all’altra, iniziato lo scorso 24 marzo. Quando il papà, Salvatore Palomba, dopo aver accompagnato la moglie (e mamma di Mina) al pronto soccorso per dei forti dolori intestinali, mentre la donna è in camera operatoria, la lascia nella stanza degli affari sociali del suo Comune, Castel Volturno, chiedendo ai funzionari di assisterla. Tornato dopo qualche ora, l’uomo, anziché la bambina, trova i carabinieri e una denuncia per abbandono di minore. Quest’atto, poi, si trasforma nella perdita della patria podestà per entrambi i genitori con sentenza del tribunale dei minori. Mina in tutti questi cento giorni è trasferita da una struttura all’altra, situate in tre diverse province; ma nessuno di questi centri è risultato idoneo per curare le sue patologie. Venerdì scorso, poi, l’ultimo trasferimento, presso una comunità di tipo “famiglia” di Giugliano. Qui sono immediatamente sorti forti contrasti fra i genitori di Mina e i titolari della struttura, culminati con la decisione di questi ultimi di acconsentire solo una visita settimanale di due ore per Salvatore e Anna alla loro figlia. Intanto, i genitori di Mina, che per il tribunale dei minori potranno riavere la figlia solo dopo aver trovato una nuova casa e un lavoro stabile, hanno protocollato delle formali denunce alle forze dell’ordine contro la magistratura e i funzionari del Comune di Castel Volturno, ritenuti responsabili di sequestro di persone e tentato omicidio ai danni della loro figlia, che dallo scorso maggio ha interrotto la riabilitazione e i cui valori dell'emoglobina sono in continua ascillazione. Dall’ufficio affari sociali chiariscono di aver fatto il possibile per la famiglia Palomba e che la situazione è precipitata soprattutto per il carattere irruente di Salvatore. Intanto, Mina, nata con una forte tetra paresi spastica (oltre che ipovedente, col piede equino e con lo spostamento dell’anca), non capisce perché è stata portata via da casa sua e non può farvi rientro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

martedì 5 luglio 2011

Il campo è gratis, parola di Muli


02/07/2011

Vincenzo Ammaliato Castel Volturno.
Di fronte alle inefficienze dei pubblici amministratori c’è chi si indigna, sbuffa e poi critica la classe politica. Ma c’è anche chi dopo aver fatto tutte queste cose, si rimbocca le maniche e prova autonomamente a risolvere il problema, o almeno parte di esso. E così che dopo molti anni di assenza totale di basket, anche a Pinetamare si può tornare a lanciare la palla nel fatidico cesto. Esattamente otto anni fa chiuse per manutenzione la palestra della scuola media dove praticavano questo sport centinaia di giovani, e ancora oggi la struttura è inesorabilmente inagibile. Anche i tre campi all’aperto della zona per diverse ragioni sono spariti. Mentre tre anni fa per motivi oscuri alla collettività chiuse i battenti anche il palazzetto di via occidentale. Da oggi, però, nuovamente pantaloncini corti e canotta, perché finalmente, sarà inaugurato un nuovo campo di basket, il «Muli-playground». Una struttura sportiva nata a due passi dal mare nel parco del Royal Residence dalla buona volontà di alcuni giovani di Pinetamare, uniti nell’associazione culturale Villaggi Globali. I Muli (così come si autodefiniscono i volontari dell’associazione) sono riusciti a fare in brevissimo tempo quello che in anni non hanno fatto gli enti locali; peraltro, senza chiedere alcun finanziamento pubblico: si sono autotassati, hanno poi chiesto aiuto a tutte le altre associazioni della zona e a singoli cittadini, e un po’ tutti hanno contribuito. È così che in meno di un mese un angolo del territorio di Castel Volturno che era abbandonato al degrado è stato recuperato ed è nato il nuovo campo di basket. Ad inaugurare questa mattina alle 12 la struttura ci sarà un telecronista sportivo di Sky, icona della pallacanestro nazionale Flavio Tranquillo e un giudice della Dda di Palermo Mario Conte. Saranno loro a fare il primo tiro; subito dopo il Muli-playground poi sarà a disposizione di chiunque, gratuitamente. «Qualche giorno fa – racconta uno dei muli – mentre stavamo per ultimare il campo, un gruppo di ragazzini ci ha chiesto se poteva fare dei tiri e noi ovviamente abbiamo acconsentito. Fra loro, abbiamo riconosciuto una coppia di adolescenti che un paio di giorni prima per ingannare i monotoni pomeriggi castellani tirava pietre agli immigrati. Adesso, invece, hanno la possibilità di fare dello sport». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Turismo e riqualificazione: intesa per il litorale domizio


30/06/2011
Prevista la ristrutturazione di un bene confiscato, che diventerà sede del Cirm

Vincenzo Ammaliato Castel Volturno.
Per gran parte dell’opinione pubblica il territorio a sud del litorale domizio è già compromesso, condannato da una speculazione edilizia che negli anni ’60 e ’70 senza alcun coordinamento ha cementificato intere aree, e dalle ecomafie che nel ventennio successivo qui hanno smaltito illegalmente rifiuti speciali e industriali. Eppure, c’è ancora chi crede che Castelvolturno possa rappresentare un modello di sviluppo turistico capace di fare da volano per l’economia dell’intera Regione Campania. Parte da questo presupposto il protocollo d’intesa firmato ieri mattina nel municipio del Comune castellano fra l’amministrazione comunale e Centro Interdipartimentale Ricerca e Management della Seconda Università degli Studi di Napoli. Con la firma, in pratica, è nato a Castelvolturno un «Centro di monitoraggio pedometrico e ambientale per la tutela del suolo e dell’ambiente, la qualità delle agro produzioni e per la valorizzazione dell’intero territorio». Il neo costituito centro avrà una sua sede in un bene confiscato alla criminalità organizzata, messo a disposizione dal Comune, in via Mezzagni. La durata del progetto, invece, è di cinque anni. In tutto questo periodo, i tecnici del Cirm analizzeranno i suoli, l’aria e soprattutto le acque del territorio di Castelvolturno. Mentre i fondi necessari alla gestione saranno reperiti dai Pon sull’ambiente. «La nascita di un organismo che facesse chiarezza una volta per tutte in maniera inequivocabile della salute del nostro territorio – ha spiegato il sindaco del posto, Antonio Scalzone, è fondamentale per il rilancio socioeconomico del nostro paese. Perché più volte – ha aggiunto il primo cittadino - sono stati diffusi i risultati di analisi effettuate da diversi organismi sul nostro territorio che erano in controtendenza fra loro. Ma, soprattutto, è stata l’interpretazione degli stessi risultati, senza le dovute capacità tecniche, che ha ingenerato dubbi e talvolta anche allarmismi rivelatisi ingiustificati nell’opinione pubblica». Il Cirm, quindi, nella volontà dell’amministrazione comunale, dovrebbe garantire sulla buona salute del territorio domizio e soprattutto rassicurare che Castelvolturno è ancora un luogo dove è possibile progettare e investire. Gli stessi tecnici del Cirm avranno la propria sede operativa nella zona ritenuta la più inquinata dell’intera costa, l’area dei cosiddetti «laghetti». Si tratta di una superficie di quattrocento ettari (oltre quattrocento campi di calci) nell’entroterra al confine coi Comuni di Villa Literno e Cancello Arnone, dove negli anni ’80 e ’90 è stata condotta una dissennata e in alcuni casi illegale attività di estrazione. Gli stessi laghetti (ventisette) non sono altro che delle cave dismesse utilizzate per estrarre sabbia da immettere nel mercato dell’edilizia. Col tempo queste cave abbandonate si sono riempiete di acqua piovana e di falda. Ma c’è anche il sospetto che in questi invasi siano stati smaltiti anche rifiuti industriali. Eppure, le analisi condotte negli ultimi quattro anni dall’Arpac, dal ministero dell’ambiente e dall’ Università di Napoli porterebbero ad escludere che ci sia un reale rischio per la salute umana. Peraltro, in quest’area, l’Hippo Kampos Resort, la società che ha messo in contatto il Comune di Castelvolturno e il Cirm, ha già recuperato tre ex cave e realizzato un villaggio turistico su un’area di trenta ettari. Lo stesso coordinatore del Cirm, il professor Andrea Buondonno, ha sottolineato che «i valori d’inquinamenti rilevati in tutto il territorio di Castelvolturno sono assolutamente scarsi e ben sotto la soglia minima di tollerabilità stabilita dal ministero del’ambiente. In pratica, il litorale domizio – ha continuato il coordinatore – eccetto quelle aree dove ci sono delle discariche di rifiuti abusivi ben identificate dall’Arpac e su cui ha ampiamente lavorato la procura di Santa Maria Capua Vetere, è pulito». Ma il professor Buondonno ha tenuto a precisare anche che i valori da lui analizzati si riferiscono alle tabelle per uso commerciale dei suoli e delle acque, e quindi per l’utilizzo turistico delle stesse zone. © RIPRODUZIONE RISERVATA

"Via i profughi dal nostro paese"

29/06/2011
Il sindaco Scalzone scrive a Maroni e a Caldoro: "Abbiamo già dato fin troppo".
Vincenzo Ammaliato
Sono arrivati sul litorale domizio lo scorso lunedì. Neanche il tempo di capire dove si trovano e questa mattina, con molta probabilità, i cinquanta immigrati ospitati dallo Sporting Hotel partiranno nuovamente, verso una destinazione non ancora nota. Si tratta di un gruppo di immigrati provenienti dalle regioni del centro Africa, in prevalenza dal Mali, dal Senegal e dallo Zambia; sono quasi tutti giovanissimi, fra loro ci sono anche alcune donne e bambini (fra cui cinque neonati). Sono sbarcati poche settimane fa sulle coste siciliane, e sono risaliti dalla Regione insulare fino al litorale domizio. Lavoravano e vivevano tutti serenamente in Libia; da qui, però, sono scappati appena iniziati gli scontri armati nel Paese nordafricano. Per loro, l’Opcm, l’organismo del ministero degli interni preposto a fronteggiare lo stato d’emergenza umanitaria nato in relazione all’eccezionale afflusso di nuovo cittadini extracomunitari, aveva trovato ospitalità presso la struttura alberghiera di Castelvolturno, e aveva stipulato un regolare contratto col gestore dello Sporting, il Gruppo Family srl. L’ospitalità doveva essere a tempo indeterminato; ma una copia della convenzione fra Opcm e l’albergo è stata inviata anche per conoscenza all’amministrazione comunale del luogo, che appena è venuta a conoscenza della situazione ha formalizzato il proprio dissenso. «Castelvolturno in termini di accoglienza di immigrati e in qualità di territorio dove risolvere le numerose emergenze regionali – ha scritto il sindaco del centro domiziano, Antonio Scalzone – ha già dato fin troppo». La missiva è stata inviata oltre che all’Opcm, anche al presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, al ministro degli interni, Roberto Maroni, e alla questura e alla prefettura di Caserta. Il primo cittadino di Castelvolturno, senza usare eufemismi e mezze misure ha chiarito di non gradire sul proprio territorio l’arrivo di nuovi immigrati, seppure ospitati in maniera temporanea. «La scelta sciagurata di spedire qui sul litorale domizio altro disagio – si legge nella lettera – si accompagna a una serie di grandi responsabilità che non ci sentiamo di dividere, perché si tratta di una decisione che non condividiamo e che contestiamo fortemente». Una chiusura netta, quindi, che non lascia spazio a margini di trattativa e collaborazioni, e che evidentemente è stata recepita dai vertici dell’organismo del ministero degli interni preposto alla gestione dell’emergenze. Ieri, infatti, una nuova lettera inviata a mezzo fax al gestore dello Sporting Hotel a firma della protezione civile della Regione Campania chiariva che l’ospitalità degli immigrati allo Sporting Hotel non sarebbe durata più di due giorni. «Per motivi di carattere organizzativo revochiamo la convenzione con la vostra struttura». Poche righe concluse con l’indicazione che i nuovi trasferimenti sarebbero stati immediati. Eppure, la Caritas di Capua che ieri mattina era andata a fare visita agli immigrati era certa che il nucleo di profughi si sarebbe trattenuto a Castelvolturno almeno fino al prossimo Natale. Ma l’amministrazione comunale domiziana ieri sera già si rallegrava del fatto che i nuovi immigrati fossero in procinto di ripartire. «Pericolo sventato» è stato il commento del sindaco Antonio Scalzone. © RIPRODUZIONE RISERVATA