martedì 28 aprile 2009

Nuzzo si dimette: solo contro la camorra



28/04/2009
Il sindaco di Castelvolturno: «Destabilizzare la giunta vuol dire non far approvare i piani normativi»
VINCENZO AMMALIATO Ha meditato tutto il fine settimana. E ieri mattina, Francesco Nuzzo, il sindaco di Castelvolturno, si è recato al municipio di buon ora per scrivere di suo pugno le due cartelle con le quali ha formalizzato le dimissioni da primo cittadino della cittadina costiera e le relative motivazioni che lo hanno spinto a questa decisione. Prima di lasciare la casa comunale ha presentato la missiva al segretario generale preannunciando un libro-dossier. «Rassegno le dimissioni - ha scritto Nuzzo - in quanto la mia azione amministrativa non è sorretta da una maggioranza consapevole dei gravi problemi del territorio. Proprio nel momento in cui, ha aggiunto, eravamo vicini al traguardo di importanti provvedimenti che avrebbero cambiato il destino di questa martoriata città, fra cui il piano spiaggia, il piano commercio e il Puc». L'ennesima crisi di maggioranza a Castelvolturno si era aperta venti giorni fa, quando Francesco Nuzzo, per accondiscendere ad una precisa richiesta di quattro dei suoi consiglieri, dovette accettare suo malgrado le dimissioni del vicesindaco e assessore al bilancio, Lorenzo Marcello. Gli stessi consiglieri, una settimana dopo, da indipendenti fecero sapere di essere confluiti nell'Udc (partito che alle precedenti consultazioni amministrative faceva parte dello schieramento di centrodestra, avverso a quello che portò Nuzzo sullo scranno più alto dell'assise cittadina). Appena sei giorni fa, poi, la maggioranza ha perso un nuovo tassello, con le dimissioni del consigliere indipendente Rita Di Giunta che, nonostante fosse stata eletta nelle fila di Forza Italia, ha sempre sostenuto l'amministrazione Nuzzo. Il sindaco Magistrato scrive di «interessi personali interposti a quelli collettivi da parte di alcuni consiglieri di maggioranza». Ma nel pomeriggio di ieri è andato anche oltre. Francesco Nuzzo ha dichiarato di avere il sospetto che alcuni comportamenti possano essere il risultato di un preciso piano di destabilizzazione ideato dalla criminalità organizzata. «Chi sul territorio trae maggiore interesse dalla mancata approvazione dei piani normativi se non la camorra e i suoi uomini», ha denunciato il sindaco dimissionario. Domani pomeriggio è previsto il consiglio comunale. Francesco Nuzzo ha fatto sapere che non sarà presente ma ha lasciato una porta aperta alla possibilità di un ritiro delle dimissioni. «Mi rendo conto che il momento è estremamente delicato per Castelvolturno e per tutti i suoi cittadini, ha sottolineato. E se le istituzioni governative mi chiederanno di restare in sella fino all'approvazione dei piani normativi, probabilmente accetterò. Ma sarà un governo - ha precisato - a tempo e finalizzato a determinati obiettivi, per l'approvazione dei quali non escluderei l'appoggio anche dei consiglieri di minoranza»: torna, quindi, la possibilità di creare un governo cittadino dalle larghe intese, come già proposto da Nuzzo la scorsa settimana. «Mi sento un uomo solo, ha detto Nuzzo, ma quando si tratta di combattere il malaffare e la camorra non mi tiro mai indietro».

La girandola degli assessori il ventesimo rimane virtuale
Fatale per l'amministrazione Nuzzo la nomina del ventesimo assessore. Su sei deleghe disponibili, per accontentare i suoi consiglieri, il sindaco dimissionario ha dovuto cambiare numerose volte la sua squadra. Il primo a lasciare la giunta sei mesi dopo la vittoria elettorale fu Francesco Cantile. La delega ai lavori pubblici ha visto cinque nomine diverse. L'ultima, il ventesimo assessore, Edna Borrata, è praticamente rimasta solo nominale.
Quattro anni su una poltrona che scotta


Quattro anni su una poltrona che scotta
Tra commissione d’accesso e i tanti cambi di casacca
Quattro anni e una manciata di giorni. Se Francesco Nuzzo non ritirerà la sue dimissioni, tanto sarà durata sua amministrazione. Nella primavera del 2005 per riuscire a far indossare la fascia di primo cittadino al magistrato della procura di Brescia si allearono i partiti di centro sinistra e tre liste civiche imbottite di personaggi che avevano militato negli anni '80 nella Democrazia Cristiana (il partito-padrone del territorio in quegli anni) e di alcuni politici del centrodestra delusi dall'amministrazione Scalzone. Francesco Nuzzo prevalse sul candidato a sindaco di Forza Italia di appena settanta voti. Subito dopo iniziarono delle furiose battaglie politiche fra i due schieramenti, che portarono anche ad un interrogazione parlamentare presentata dal senatore forzista Emiddio Novi, che aveva ad oggetto presunte infiltrazioni mafiose nell'amministrazione comunale. A gennaio 2006 la prefettura inviò a Castelvolturno la commissione d'accesso, che nell'agosto dello stesso anno chiese ed ottenne ulteriori centottanta giorni per indagare sugli atti della giunta Nuzzo. A febbraio dell'anno successivo, però i funzionari della prefettura traslocarono dal municipio litoraneo convinti che non c'erano gli estremi per uno scioglimento dell'amministrazione comunale. Questo, però, non servì a far placare gli animi ai contendenti politici. Nuzzo era accusato dalla minoranza di essere costantemente assente dal paese domiziano e di aver delegato qualsiasi atto al vicesindaco Lorenzo Marcello. Peraltro, la discesa in campo del sindaco-magistrato per il rinnovo del parlamento nelle fila dell'Udeur aveva creato anche le prime crepe interne alla sua maggioranza. Inizia in quel periodo la lunga serie di crisi di maggioranza, che di fatto ha rallentato notevolmente la vita politica castellana, ed è culminata con le dimissioni di ieri. Il cambio di casacca dei consiglieri di maggioranza è stato una costante durante l'amministrazione Nuzzo. E nuovi assetti politici ha sempre significato nuove giunte. Questo ha portato ad una vera e propria girandola di assessori. L'ultima nomina, Edna Borrata, ai lavori pubblici, è arrivata appena dieci giorni fa. Il resto, è storia delle ultime ore. vi. amma.


29/04/2009 «Se ci crede davvero Nuzzo vada avanti»
Fredde le reazioni locali di partiti e associazioni Il Pd: «Solo contro i boss? Faccia con chiarezza i nomi»

VINCENZO AMMALIATO Molta solidarietà dal mondo istituzionale al sindaco Francesco Nuzzo che l’altro giorno ha rassegnato le dimissioni lamentando il fatto di «sentirsi stanco di combattere la camorra da solo». Poche invece la manifestazioni di sostegno che Nuzzo ha ricevuto dalla stessa comunità di Castelvolturno. Nessun uomo di partito, nessuna associazione della zona ha pubblicamente chiesto al primo cittadino - a distanza di più di 24 ore dalla sua «irrevocabile decisione» - di ritornare sui suoi passi. Un atteggiamento che ricorda le numerose manifestazioni per la legalità organizzate lungo la via Domiziana da Nuzzo e che hanno visto quasi sempre il primo cittadino praticamente marciare da solo. E se Alfonso Caprio, portavoce del Pd (partito che sostiene l’amministrazione) ha chiesto con chiarezza al primo cittadino «di indicare i nomi di coloro che lo avrebbero ricattato e non sostenuto nella lotta alla camorra», di «uomini, cavalli di Troia portati all’interno dell’amministrazione dallo stesso Francesco Nuzzo», invece, ha parlato Tommaso Morlando, già assessore all’ambiente e attuale dirigente locale di Italia dei Valori. E non è andato per il sottile contro l’amministrazione litoranea neanche Felice Di Persia, presidente del consorzio Rinascita (il raggruppamento di privati che firmò nel 2003 l’accordo di programma con le istituzioni): «Se il sindaco non ritirerà le dimissioni e alla guida del Comune arriva un commissario prefettizio - ha detto Di Persia - penso che per noi del consorzio non cambierà quasi niente. Perché poco o nulla il consorzio ha ricevuto dall’attuale amministrazione». Di Persia ha fatto espressamente riferimento agli impianti produttivo-turistici che il consorzio dovrebbe realizzare sul territorio ma i cui progetti, a suo dire, sarebbero fermi da anni nelle stanze del Comune. Intanto, incassata la solidarietà del governatore Bassolino, ieri sia il presidente della commissione Antimafia Giuseppe Pisanu, che oggi sarà a Caserta con una delegazione della commissione («se ci crede davvero, vada fino in fondo»), sia il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano («lo sforzo per la legalità riguarda tutte le istituzioni), hanno pubblicamente invitato Nuzzo a ritirare le dimissioni. Mentre il capo della Procura di Napoli, Giovan Domenico Lepore, ha fatto sapere che il primo cittadino di Castelvolturno, definito nelle ultime ore dai mass media come il «sindaco anticamorra», «non si è presentato in Procura. Evidentemente - ha detto Lepore - avrà avuto i suoi buoni motivi». Manifestazione di vicinanza a Nuzzo dal vicepresidente della Regione Antonio Valiante: «Ti invito a ripensarci, e a continuare nel tuo impegno». Secondo Pasquale Giuliano, coordinatore provinciale del Pdl e presidente della commissione Lavoro del Senato «nessuno può rallegrarsi per questa vicenda. La denuncia di Nuzzo deve indurre a una reazione politica forte, ma da tempo il centrodestra aveva segnalato condizionamenti tanto che nel 2006 venne insediata anche una commissione di accesso».

Nuzzo, in consiglio coro bipartisan di accuse30/04/2009 Castelvolturo, all’assemblea nessuno difende il sindacoVINCENZO AMMALIATO Le luci del palazzo comunale che danno sulla piazza principale del paese costiero ieri sera erano tutte accese come solitamente avviene durante i giorni di festa. All'interno del municipio alle 19.30 è iniziato il consiglio comunale. E chi attendeva una seduta dai toni infuocati non è andato deluso. Seduti nei banchi dell'opposizione c'erano tutti e dieci i consiglieri di minoranza (compreso Vincenzo Martino, subentrato con surroga alla dimissionaria Rita Di Giunta). Solo tre, invece, i consiglieri di quella maggioranza accusata lunedì scorso dal primo cittadino Francesco Nuzzo nella sua lettera di dimissioni di averlo abbandonato e tradito. Il sindaco, però, così come aveva annunciato, non si è fatto vedere. Ma gli avranno fischiato parecchio le orecchie. Dagli scranni dell'opposizione è partita subito la proposta del capogruppo del Pdl, Antonio Scalzone, di dimissioni di massa. «Per non correre il rischio - ha detto Scalzone - che colui il quale negli ultimi tre giorni ha infangato l'onore dell'intera comunità locale possa ripensarci e ritirare le dimissioni». Nonostante amareggiato e deluso dalle ultime dichiarazioni del suo sindaco, non ha colto l'invito Dimitri Russo, il capogruppo del Pd. «Se sciogliamo il consiglio comunale questa sera - ha sottolineato Russo nel suo intervento - alimenteremo le accuse infondate del primo cittadino. Al contrario, ha aggiunto il capogruppo del Pd, Nuzzo deve presentarsi al consiglio comunale e dire all'intera cittadinanza chi sono i consiglieri che lo hanno tradito e soprattutto su quali argomenti». «Opportunista, falso, manipolatore dell'informazione». Sono piovute accuse di tutti i colori ieri durante l'assise nei confronti del sindaco dimissionario. E in aula non c'era nessuno che abbia voluto o potuto difenderlo. Intanto, Francesco Nuzzo fa sapere che potrebbe essere anche pronto a fare un passo indietro sulle dimissioni. «Sono e restano irrevocabili», ha precisato il sindaco dimissionario. «Ma in questo momento, dopo che ho ricevuto la solidarietà di migliaia di persone e dalle più alte cariche politiche e istituzionali, avverto forte il peso morale della responsabilità nei confronti della città di Castelvolturno. Sul litorale domizio - ha aggiunto il sindaco-magistarto - serve un'azione decisa di lotta al malaffare e alla camorra. Se lo Stato mi sarà vicino potrei anche pensare di reggere ancora le sorti del territorio». Ma con quale maggioranza Francesco Nuzzo potrebbe guidare ancora l'amministrazione cittadina? Il Pd locale ha ribadito che i suoi consiglieri sarebbero disposti solo a votare i piani normativi. I consiglieri di minoranza hanno formalmente escluso, invece, qualsiasi tipo di collaborazione. «Purtroppo a Castelvolturno - ha ribadito il sindaco dimissionario - non mi fido più di nessuno. Pertanto potrei amministrare solo con l'apporto deciso dello Stato». E mentre nelle ultime ore a Castelvolturno si rincorrono messaggi latenti e accuse al vetriolo fra i politici locali, il territorio sembra non accorgersi della bagarre istituzionale.

01/05/2009 Bassolino a Nuzzo «Non arrenderti»Castelvolturno, sul sindaco pressing del Governatore
Vertice ieri a Santa Lucia «Pieno sostegno» dal Pd Il primo cittadino «Grato, ma devo riflettere»
VINCENZO AMMALIATO Si è conclusa negli uffici della Regione Campania una delle giornate più lunghe per Francesco Nuzzo, il sindaco dimissionario di Castelvolturno, che dallo scorso lunedì si trova in un turbinio sia di attacchi feroci, sia di significativi attestati di solidarietà. Da quando, in pratica, ha dato vita a un vero e proprio terremoto governativo denunciando nella sua lettera di dimissioni «l’abbandono e il tradimento dei suoi collaboratori nella lotta alla camorra e al malaffare». A Santa Lucia è stato ricevuto dal governatore Antonio Bassolino e dagli assessori Lilly De Felice ed Ennio Cascetta. Nel corso dell’incontro, Bassolino, come già fatto lunedì sera telefonicamente, ha rivolto un forte invito al sindaco ad andare avanti, attraverso una stretta collaborazione con la Regione, per completare gli importanti progetti sociali e di sviluppo che sono in corso a Castelvolturno. «Regione e Comune - ha detto il governatore - devono lavorare assieme per contrastare la criminalità organizzata, per la crescita economica e civile e per sostenere le ragioni dei più deboli, indipendentemente dalla loro nazionalità». Francesco Nuzzo non ha nascosto l’apprezzamento per le parole espresse da Antonio Bassolino, che ha ringraziato per la costante considerazione che rivolge al litorale domizio. «Quanto detto dal governatore - ha sottolineato Nuzzo - costituisce per me un forte momento di stimolo e di riflessioni. Ma a Castelvolturno il periodo è particolarmente delicato. Prenderò seriamente in considerazione la possibilità di ritirare le dimissioni, ha aggiunto il sindaco-magistrato, ma prima dovrò valutare con attenzione chi sul territorio sta con me, e chi contro». Il primo cittadino dimissionario non ha preso parte, del resto, all’infuocato consiglio comunale tenuto mercoledì nel paese da lui amministrato fino alla scorsa settimana; ma gli sono stati riportati passo-passo tutti gli interventi tenuti durante l’assemblea. E stando a alla bagarre andata in scena in municipio, sembrano essere davvero pochi a Castelvolturno gli uomini che gli sono rimasti fedeli. Peraltro, il sindaco dimissionario ha ribadito di non fidarsi più di nessuno sul litorale. «Ciononostante - ha aggiunto Nuzzo - nella prossima settimana terrò degli incontri informali sul territorio. E se riscontrerò di avere ancora una maggioranza, potrei anche pensare a un governo a tempo che conduca in porto i progetti iniziati dall’amministrazione». La giornata per Nuzzo era cominciata al tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Qui il sindaco ha avuto un colloquio con il capo della procura, Corrado lembo, e con il pm Paolo Albano. I magistrati hanno voluto sentire direttamente dalle sue parole i motivi che lo hanno spinto alle dimissioni. «È stato un incontro cordiale - ha fatto sapere Nuzzo - Però non so se la Procura intende aprire un fascicolo in merito».

giovedì 23 aprile 2009

Molo di San Bartolomeo blitz della Guardia costiera



Dopo il provvedimento della procura
Dodici imbarcazioni ancora ormeggiati nella darsena la capitaneria fa scattare i verbali

23/04/2009
VINCENZO AMMALIATO Le imbarcazioni del molo San Bartolomeo sciolgono gli ormeggi e abbandonano in massa il porto castellano. Non è l'estate che tarda ad arrivare, però, a far lasciare l'approdo litoraneo ai circa novanta diportisti e cinquanta pescherecci, bensì una precisa ordinanza della procura di Santa Maria Capua Vetere che vieta la sosta e l'ormeggio nelle banchine della darsena. Il provvedimento sollecitato dalla capitaneria di porto a seguito delle dimissioni del direttore provvisorio del porto, Claudio Carli, aveva come scadenza lo scorso lunedì. Una dozzina le imbarcazioni rimaste in questo periodo nelle acque del molo del Villaggio Coppola. E per i loro proprietari ieri sono scattati i primi verbali elevati dagli uomini del locale ufficio marittimo. «L'ordinanza - hanno sottolineato dalla capitaneria di porto - è stata fatta soprattutto per ragioni di sicurezza". La darsena di Pinetamare, infatti, necessità di continuo dragaggio alla sua foce. «Alla prossima mareggiata -fanno sapere gli ex operai del molo San Bartolomeo - non sarà più possibile varcare la foce per nessun tipo d'imbarcazione, perché il fondo non sarà più alto di un metro». Questo, in pratica, potrebbe avvenire tra un mese, ma anche già domani. E dove ormeggieranno i tanti pescatori e diportisti della zona? Alla foce del fiume Volturno è praticamente impossibile. In caso di piena del corso d'acqua, infatti, potrebbero esserci grossi rischi per le imbarcazioni. Anche i natanti della guardia costiera e dei carabinieri dovranno trovare un nuovo posto. Le istituzioni, come spesso succede in questi casi, si passano la palla delle responsabilità. Il sindaco di Castelvolturno dice che sta facendo di tutto per evitare la chiusura del porto. Ma in questi giorni è più preso dai problemi di tenuta della sua maggioranza che da quelli del molo San Bartolomeo. I responsabili della ditta che dovrebbe realizzare il nuovo porto, la Mirabella, non intendono farsi carico della gestione dell'attuale approdo, almeno fino a quando la Regione non concederà tutti gli usi civici dell'area. L'ente di Santa Lucia nicchia. E intanto, anche se il sole tarda a fare capolinea sul cielo del litorale domizio, l'estate è alle porte e l'intera costa casertana si trova senza avere più un approdo.


29/04/2009
E il vecchio porto rimase senza barche
E alla fine anche i cosiddetti «oltranzisti» hanno ceduto. Nel porto del Villaggio Coppola non è rimasta più alcuna imbarcazione. La sanzione amministrativa per i natanti che non avessero sciolto gli ormeggi e abbandonato le banchine della darsena, come previsto da un’ordinanza della magistratura di Santa Maria Capua Vetere, sarebbe stata di circa duemila euro. E nessuno ha voluto rischiare. Così è iniziata una vera e propria caccia da parte dei diportisti castellani ai pochi posti barca ancora disponibili negli approdi limitrofi. C’è chi è stato più fortunato degli altri e ha trovato ormeggio a Bacoli. Molti, però, hanno dovuto portare le proprie imbarcazioni nei porti di Castellamare di Stabia, di Formia e anche in quelli di Ischia e Procida. Una mesta migrazione che ha fatto assumere al molo San Bartolomeo un aspetto quasi spettrale. La pioggia e i venti stanno ancora sferzando il litorale domizio, nonostante la primavera sia più che inoltrata. Tra breve, però, il sole farà capolinea anche sul cielo della costa casertana. E a quel punto qualcuno dovrà spiegare alla gente del posto perchè non hanno più un molo e i lavori per il nuovo porto turistico non sono ancora partiti. Vincenzo Ammaliato

Il sindaco Nuzzo pronto a rassegnare le dimissioni


La sua maggioranza è risicata lo tiene in sella un solo voto

21/04/2009
ENZO AMMALIATO «A questo punto, per il bene del paese, ritengo sia meglio che arrivi il commissario prefettizio». Ad auspicare una nuova guida per il Comune costiero non è questa volta il capo dell'opposizione politica o un residente scontento dell'operato dell'amministrazione: ma lo stesso primo cittadino di Castelvolturno, Francesco Nuzzo. Il sindaco-magistrato ha resistito a quattro anni di continue crisi intestine. Non ha mollato durante i dodici mesi della commissione d'accesso. È rimasto saldo in sella mentre i consiglieri della sua maggioranza cambiavano di continuo casacca e a secondo dei nuovi assetti politici imponevano e rpetendevano nuove giunte. Ma questa volta, a dodici mesi esatti dal rinnovo naturale del consiglio comunale, Nuzzo pare essere pronto a gettare la spugna. Negli ultimi dieci giorni ha incassato due colpi pesanti: le dimissioni imposte dai consiglieri indipendenti del suo uomo di fiducia, il vicesindaco e assessore al bilancio, Lorenzo Marcello, e le dimissioni formalizzate ieri del consigliere Rita Di Giunta (eletta nel 2005 nelle fila di Forza Italia e poco dopo uscita dal partito delle libertà per sostenere l'amministrazione Nuzzo). «Sulla carta ho ancora una maggioranza numerica di un voto, sottolinea il sindaco. Ma non reggo più, sostiene con amarezza, alle continue richieste di carattere personale che avanzano alcuni esponenti della mia squadra». In paese, in effetti, aumenta l'amarezza di molti cittadini per le grosse opere relative all'accordo di programma che dovevano partire da tempo e di cui si sa ancora poco. Il porto turistico appare ormai solo un miraggio. Ed anche i progetti di carattere politico promessi in campagna elettorale non sono ancora arrivati al traguardo; primo fra tutti, il piano regolatore generale. «Sono stanco di fare da parafulmine, ha detto il sindaco Nuzzo. È il momento che ognuno a Castelvolturno si assumi le proprie responsabilità». Come dire, «a buon intenditore, poche parole».


Di Giunta via, entra Martino: sarò all’opposizione
22/04/2009
Forzista e amico di Scalzone la new entry

VINCENZO AMMALIATO «Lascio l'amministrazione comunale convinta di aver onorato al meglio il mandato conferitomi dai cittadini e, soprattutto, con la convinzione che Castelvolturno durante gli ultimi quattro anni sia cresciuta in positivo sotto molti punti di vista». È lunga e accorato la lettera di dimissioni presentata da Rita Di Giunta. La missiva, che di fatto ha aperto l'ennesima crisi di maggioranza, però, non spiega chiaramente i motivi che hanno spinto l'ex forzista e poi consigliere indipendente alla drastica decisione. «Lo faccio, si legge nelle prime righe, per motivi personali». La lettera, in ogni caso, pur chiarendo inequivocabilmente che le dimissioni sono «irrevocabili», precisare che pur lasciando l'amministrazione comunale, Di Giunta continuerà ad occuparsi di politica nella veste di commissario cittadino dell'Udeur. Intanto, il sindaco Nuzzo, dopo lo sfogo dello scorso lunedì, durante il quale aveva paventato le proprie dimissioni da primo cittadino, ha convocato una riunione di maggioranza con all'ordine del giorno proprio la crisi politica. Convocati nel suo ufficio domani pomeriggio i consiglieri indipendenti che la scorsa settimana sono confluiti nell'Unione di Centro, quelli del partito democratico e il restante degli indipendenti. Le bocche degli uomini che sostengono l'amministrazione Nuzzo sono tutte cucite. Il momento è delicato e nessuno vuole esporsi. «Prima dell'incontro di giovedì pomeriggio non è il caso di fare alcun commento», ha sottolineato il neocentrista Antonio Russomando. Lo stesso fanno i sei assessori della giunta Nuzzo, che si dicono concentrati sui progetti che stanno portando avanti, piuttosto che ai balletti di carattere politico. Ovviamente gongolano sulla sponda politica opposta a quella di Nuzzo. Il prossimo consiglio comunale (non ancora convocato) dovrà ufficializzare le dimissioni di Di Giunta e la nomina del suo sostituto. Ad entrare in consiglio sarà Vincenzo Martino. Presidente della locale Proloco e uomo di fiducia dell'ex sindaco Antonio Scalzone, Martino ha già fatto sapere che resterà fedele al mandato degli elettori. «Sono stato candidato nella lista di Forza Italia, ha sottolineato il presidente Martino, è naturale che se dovessi entrare nel consiglio comunale siederò fra i banchi dell'opposizione».

Il sindaco Nuzzo «Non ho più maggioranza»
25/04/2009
ENZO AMMALIATO «Castelvolturno non ha più una maggioranza politica». Francesco Nuzzo, primo cittadino del paese litoraneo, è adirato, e non lo nasconde. Il sindaco si dice particolarmente seccato dal comportamento assunto negli ultimi giorni da alcuni consiglieri che sostengono la sua amministrazione e lo esprime chiaramente minacciando le sue dimissioni. «Valuterò nei prossimi giorni se ci sono le condizioni per un governo dalle larghe intese - ha spiegato - In caso contrario rassegnerò le dimissioni. E questa volta saranno irrevocabili». Nelle ultime tre settimane il municipio castellano sembra essere stato investito da un vero e proprio sciame sismico. La prima scossa, e forse anche quella che più ha segnato il sindaco Nuzzo, è stata quella rappresentata dalle dimissioni del suo uomo di fiducia, il vicesindaco Lorenzo Marcello. Dopo di lui ha lasciato la scranno dell'assise cittadina il consigliere di maggioranza Rita Di Giunta. Una settimana prima, quattro consiglieri indipendenti che sostengono la sua amministrazione erano confluiti nell'Udc (il partito di Casini alle scorse elezioni amministrative appoggiò la candidatura di Antonio Scalzone). Un vero e proprio marasma politico che minerebbe la stabilità emotiva di chiunque, ma che Antimo Traettino, assessore all'Accordo di Programma, sintetizza: «A Castelvolturno - dice l'assessore - non sta succedendo niente meno di quello che accade nel resto dell'intero Paese: continui cambi di casacca che rendono lo scenario politico frammentario e confusionario. Nei prossimi sessanta giorni, però, dovrebbero arrivare l'approvazione del Puc, del piano spiaggia e del commercio. E il paese non può permettersi di perdere questi fondamentali strumenti normativi. Solo per queste ragioni i consiglieri del Pd - fa sapere Traettino - continueranno a sostenere ad oltranza questa amministrazione». Lo stesso hanno sottolineato i quattro consiglieri confluiti nell'Udc, anche se una riunione tenuta ieri fra i delegati locali di questo partito ha confermato la linea politica dell'opposizione all'amministrazione Nuzzo. Intanto, il capogruppo della minoranza, Antonio Scalzone, si rende disponibile al dialogo con Nuzzo. «Solo se il sindaco - ha detto Scalzone - chiede formalmente il nostro supporto dinanzi al consiglio comunale». Appuntamento per la prossima puntata, a tra quattro giorni, data prevista per l'assise cittadina.

Otto chilometri contro il razzismo


Domani mattina corteo sulla Domiziana dall’American Palace al Municipio
17/04/2009

VINCENZO AMMALIATO Gli organizzatori contano di arrivare a diecimila presenze. La prefettura ne stima molte meno. A Castelvolturno, intanto, è tutto pronto per la manifestazione contro il razzismo organizzata dalla Rete Campana Antirazzista e dal Movimento dei Migranti e dei Rifugiati. L’appuntamento è per le 10.30 di fronte a quello che suo malgrado è diventato il simbolo di Castelvolturno nell’ultimo anno, l’American Palace, al chilometro 32 della via Domiziana. Qui lo scorso novembre le forze dell’ordine diedero vita a un blitz contro l’immigrazione clandestina. Fu perquisito l’intero stabile e alla fine dell’intervento furono inviati ai Ctp circa quaranta immigrati privi di permesso di soggiorno. «Dopo la caccia ai camorristi - si legge nel volantino distribuito dalla rete antirazzista - è iniziata sulla Domiziana quella agli immigrati clandestini». Parte da qui l’appello per il ritiro del pacchetto sicurezza in discussione al parlamento che secondo i promotori della manifestazione minerebbe i diritti minimi dell’individuo. «Dignità, diritti e permesso di soggiorno, chiede per gli immigrati Mimma D’Amico, del centro sociale ”Ex Canapificio”. Sono indispensabili, dice, per iniziare dei percorsi d’integrazione». Questi saranno gli slogan che caratterizzeranno la manifestazione di domani. Il corteo che si snoderà lungo gli otto chilometri che separano l’American Palace dal centro storico, sarà aperto dagli amici dei sei immigrati trucidati lo scorso 18 settembre nella sartoria etnica. Con loro avranno un grosso cartellone dove sono stati stampati i nomi dei sei ghanesi morti e le loro foto. «Dopo sette mesi da quel triste giorno, dice con tristezza un connazionale delle vittime, c’è ancora chi ritiene che quell’atto barbaro sia nato per regolamenti fra bande criminali. E non vuole ammettere che si è trattata di una strage gratuita spinta dall’odio razziale». Fra i partecipanti alla manifestazione è certa la presenza del sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino, degli onorevoli Andrea Sarubbi, Pina Picierno, Jean Léonard Touadì, Rosa Calipari, Giusto Catania, Incostante e di Rosa Suppa. Probabile anche la presenza di Franca Rame, Dario Fo, Gad Lerner e padre Alex Zanotelli. Non ci saranno, invece, i cittadini di Castelvolturno. Quasi nessuna fra le tante associazioni di volontariato della zona ha sostenuto la campagna d’informazione iniziata due mesi fa dai promotori. Secondo l’ex sindaco Antonio Scalzone, addirittura il prefetto avrebbe dovuto negare il permesso di svolgere la manifestazione a Castelvolturno. «Nel volantino si legge che la mia città è un luogo dove regna il razzismo - dice Scalzone - Niente di più falso. Castelvolturno ha dato e continua ancora oggi a farlo, grossi segni di tolleranza nei confronti degli immigrati, compresi quelli che delinquono. Sempre più spesso, continua l’ex sindaco, si dice che sul litorale manca la presenza dello Stato. E paradossale che ogni qual volta che le istituzioni fanno sentire la propria presenza, come nel caso dell’invio dei militari deciso dal ministro degli interni, c’è chi polemizza».





«Immigrati maltrattati servirebbe la sede Onu»

18/04/2009
Laura Boldrini, portavoce dell’Alto commissariato per i rifugiati, denuncia il caso-Castelvolturno


VINCENZO AMMALIATO «Le difficoltà e i patimenti che gli immigrati subiscono sul litorale domizio sono talmente tanti che servirebbe un ufficio permanente delle Nazioni Unite per i rifugiati direttamente sul posto. Ma siccome non è possibile realizzarlo, allora intensificheremo i rapporti istituzionali con le associazioni locali che si occupano di queste tematiche». Laura Boldrini, portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, interviene alla conferenza stampa organizzata ieri pomeriggio dalla rete antirazzista nell’aula consiliare del Comune di Castelvolturno e va dritta al cuore del problema. «Conosco bene le difficoltà di questo territorio», dice. «E qui c’è molto da lavorare». Subito dopo l’intervento del commissario Boldrini, ha preso la parola Franca Lecce, responsabile immigrati della confederazione delle chiese evangeliche, la quale ha confermato che «è stata scelta Castelvolturno quale luogo della manifestazione antirazziale perché rappresenta il luogo simbolo della sopraffazione degli immigrati e dei rifugiati». Nella sala comunale, però, ad ascoltare i relatori non c’era molta gente del posto. In pratica, oltre a una dozzina di responsabili delle ventisette sigle che hanno ideato la manifestazione, c’era solo uno sparuto gruppo di extracomunitari. Mancavano anche i politici locali, compreso il primo cittadino di Castelvolturno, Francesco Nuzzo. Ma c’era il suo assessore agli affari sociali, Rosalba Scafuri: «Fate di Castelvolturno un laboratorio per l’integrazione degli immigrati. Finita la marcia non abbandonate il territorio e gli immigrati». L’assessore Scafuri, inoltre, ha difeso i cittadini del posto: «La gente del litorale casertano non è razzista ma esasperata. Qui gran parte dei diritti inviolabili dell’individuo non mancano solo per gli immigrati, ma per tutti. E la Regione Campania si deve assumere le proprie responsabilità per invertire l’ordine delle cose». Gli ha fatto eco Jean René Bilongo, mediatore culturale e giornalista che vive a Castelvolturno da dieci anni, secondo il quale etichettare questo territorio e la sua gente come «razzista» è un atto sterile e che non produce alcun effetto positivo per la causa degli immigrati che vivono in zona. «Gli extracomunitari - ha sottolineato Bilongo - dovrebbero essere maggiormente coinvolti quando in ballo c’è il loro futuro». Per Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell’Arci, invece, sarebbe opportuno per gli immigrati e rifugiati della zona ripristinare i campi di solidarietà che nacquero nei primi anni 90 a Villa Literno per sostenere i lavoratori delle campagne. L’incontro nella sala comunale è terminato con l’appuntamento alla marcia che prenderà il via questa mattina alle 10.30 nei pressi dell’American Palace. Intanto, però, i politici del centrodestra locale hanno annunciato che stanno organizzando una sorta di contromanifestazione. «Non sarà in contemporanea con quella dalla rete antirazzista ma sarà fatta a breve», ha detto il capogruppo dell’opposizione consiliare Antonio Scalzone.

lunedì 6 aprile 2009

Chiude il porto di Pinetamare


Il gestore provvisorio si era già dimesso incerto il futuro per i quattro dipendenti
05/04/2009 la Procura ha dato 15 giorni ai privati per togliere gli ormeggi

VINCENZO AMMALIATO Oramai è una domanda che passa di bocca in bocca al Villaggio Coppola e un po' in tutta Castelvolturno: «Ma il tanto annunciato e sponsorizzato porto turistico da milleduecentocinquanta posti barca di Pinetamare, si farà mai?». Pochi (se non nessuno) sanno dare delle risposte certe. Intanto, però, l'attuale molo, la darsena San Bartolomeo, a poche settimane dall'inizio della prossima stagione estiva, chiude. Alle dimissioni del custode provvisorio, Claudio Carli, divenute effettive lo scorso primo aprile, è seguita ieri un’ordinanza della procura sammaritana e comunicata dall'ufficio marittimo di Pozzuoli con la quale si è formalmente ed inequivocabilmente vietato lo stazionamento e l'ormeggio dei mezzi nautici presso le banchine del molo castellano. I quattro dipendenti del molo San Bartolomeo, all'indomani della comunicazione della cessazione dell'attività provvisoria dell'ormai ex direttore Carli, avevano avanzato la proposta di continuare l'offerta dei servizi alle barche ormeggiate nel porto (che in piena estate arrivano ad oltre duecentocinquanta unità) fino a quando le autorità competenti non sarebbero riuscite ad affidare la gestione ad un nuovo soggetto. Evidentemente la procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere la pensa diversamente ed ha di fatto chiuso il porto. Potranno restare approdate nelle banchine, si legge dall'ordinanza, soltanto le imbarcazioni appartenenti alle forze di polizia e alle unità di pesca. A condizione, per queste ultime, che i titolari effettuino un costante servizio di guardianeria a bordo; si dotino di una motopompa barrellabile e di un estintore carrellabile. Sono quindici i giorni a disposizione dei proprietari delle barche attualmente ormeggiate alla darsena San Bartolomeo per lasciare l'approdo. Intanto, come era ovvio immaginare, i diportisti e gli ormai ex dipendenti del molo castellano, sono sul piede di guerra. La loro rabbia è tutta nelle righe di in una missiva inviata sempre nella giornata di ieri al sindaco di Castelvolturno, Francesco Nuzzo. «I motivi che hanno spinto la capitaneria di porto e la procura di Santa Maria allo sgombero dell'area, scrivono, sono sterili, inusuali e contro qualsiasi prassi e modalità. E sono frutto di una forma invisibile associativa dai fini inimmaginabili». La lettera si conclude con l'invito al primo cittadino di porre in essere qualsiasi mezzo legale per non rovinare la stagione estiva già di fatto iniziata al molo San Bartolomeo. Da canto suo, il sindaco Nuzzo ha fatto sapere di avere un nuovo incontro martedì pomeriggio con i dirigenti della società Marina di Pienatamare (gli aggiudicatari del financial project per la realizzazione del porto turistico), ai quali chiederà nuovamente di assumersi l'onere della gestione del molo San Bartolomeo fino all'apertura del cantiere del nuovo approdo. «Inoltre, ha aggiunto Nuzzo, lunedì mattina mi metterò in contatto con la procura e chiederò di incontrare il giudice che ha emesso l'ordinanza di chiusura del porto, per meglio comprendere i motivi che l'hanno spinto ad un tale atto, e valutare se ci sono i presupposti per un'eventuale richiesta di sospensione del provvedimento».