sabato 12 gennaio 2008

Sepolto sotto la sabbia giallo sulla spiaggia
VINCENZO AMMALIATO Mondragone. Sono bastati cinque minuti di scavi ai carabinieri della compagnia di Mondragone per trovare il cadavere. Era seppellito sotto un metro di sabbia, nei pressi dello stabilimento balneare Lido Franco a Pescopagano, nel territorio comunale di Mondragone. Quel corpo, però, non ha ancora un nome. I militari dell'arma, infatti, nei pressi dello scavo non hanno trovato alcun documento d'identità. La morte, secondo il medico legale giunto sul posto, è avvenuta non meno di venti giorni fa. Il corpo si presentava in avanzato stato di decomposizione. Questo particolare, peraltro, non ha permesso neanche di ipotizzare la causa del decesso. Di più si saprà dal risultato autoptico, che sarà eseguito probabilmente già stamattina all'istituto di medicina legale di Caserta, dove è stata trasportata la salma. A condurre i carabinieri sulla spiaggia di Pescopagano è stata una dettagliata segnalazione fatta da un'immigrata di origine russa, che nel primo pomeriggio di ieri si è recata spontaneamente alla compagnia di Mondragone. L'extracomunitaria ha raccontato ai militari dell'arma di aver appreso (in maniera ancora non chiara) di un omicidio avvenuto ai danni di un suo connazionale. «Lo hanno prima ammazzato, ha detto ai carabinieri, e poi seppellito sotto la sabbia della spiaggia di Pescopagano». Ed è stata la stessa donna che ha accompagnato i carabinieri sull'arenile dove ieri alle 15 è stata fatta la macabra scoperta. La donna, però, hanno fatto sapere gli inquirenti, ha detto di non conoscere l'identità della vittima, né quella dei suoi aguzzini. Durante l'intero pomeriggio di ieri sono stati ascoltati negli uffici della compagnia dei carabinieri di Mondragone una decina d'immigrati d'origine russa che vivono fra Mondragone e Castelvolturno. Gli inquirenti non hanno ancora una chiara pista da seguire. La comunità d'immigrati d'origine russa della zona non è molto numerosa. Diverso il discorso per quella ucraina. Nei due Comuni litoranei vivono con regolare permesso di soggiorno circa cinquecento extracomunitari dell'ex Paese del blocco socialista. Circa il doppio, invece, sono quelli irregolari. Le donne lavorano quasi tutte come badanti. Molte, soprattutto, quelle irregolari, invece, prestano le loro braccia ai lavori di campagna. Gli uomini, invece, lavorano quasi tutti nei piccoli cantieri edili della zona. In ogni caso, sia i russi che gli ucraini che vivono sul litorale domizio risultano estranei a fatti di delinquenza organizzata. I traffici di droga in zona sono gestiti dai clan nigeriani. Lo sfruttamento della prostituzione è conteso a questi ultimi da bande di albanesi. Le uniche cronache giudiziarie che hanno visto come protagonisti gli immigrati dell'est Europa in passato a Castelvolturno e Mondragone hanno riguardato reati legati a piccoli furti o liti fra connazionali, spesso avvenute per l'eccessivo abuso di alcolici. E risultarono notevolmente alterati dall'alcol i due immigrati ucraini che tre anni fa a Castelvolturno si macchiarono di un orribile reato. Gli extracomunitari prima violentarono e poi uccisero una loro connazionale, seppellendo, poi, il suo corpo sulla stessa spiaggia dove ieri è stata fatta la scoperta del nuovo cadavere.

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