sabato 12 gennaio 2008

Domiziana, 1400 auto di nessuno In un deposito le automobili sequestrate agli immigrati e mai riprese Sono le auto che nessuno vuole
Visto dall'alto della soprelevata che congiunge Castelvolturno a Mondragone sembra un grosso deposito di vetture nuove pronte da essere consegnate alle concessionarie. Avvicinandosi, invece, all'autoparco gestito dalla ditta Fena s.r.l., in località Mezzagni, si percepisce chiaramente la natura della sua attività. Gran parte delle autovetture qui in sosta sono letteralmente sventrate; hanno i cristalli sfondati, i tetti divelti, i cofani schiacciati. Altre, invece, hanno solo piccole ammaccature, ma sono sprovviste del talloncino dell’assicurazione sul parabrezza. Fra le automobili poste sotto sequestro amministrativo e giudiziario, a pochi metri dal cancello d'ingresso c'è anche la Nissan Primera di Roy Jachbson, il liberiano che provocò l'incidente del 12 agosto scorso sul ponte alla foce del fiume Volturno, a causa del quale perse la vita una neonata di tre mesi. Attualmente il deposito giudiziario della ditta Fena è al limite della capienza. «È soprattutto per questo singolare motivo, ha denunciato il comandante della polizia municipale del posto, Vincenzo Cassandra, che le forze dell'ordine del litorale si trovano in grosse difficoltà nel controllare le autovetture guidate dagli immigrati. Quasi tutti i mezzi che circolano sulla Domiziana con a bordo extracomunitari, infatti, ha continuato il comandante, sono sprovvisti dell'assicurazione obbligatoria, e solo una piccola percentuale di conducenti ha una regolare patente di guida». In media, denuncia Cassandra, circa nove immigrati su dieci fermati per controllo a Castelvolturno hanno delle irregolarità e subiscono il sequestro della vettura. «Ma posti liberi nell'unico deposito giudiziario della zona non ne sono rimasti molti, sottolinea Cassandra. Per recuperare una vettura incidentata o posta sotto sequestro amministrativo dovremmo contattare aziende di altri territori, e le pattuglie impegnate nei controlli dovrebbero attendere sul posto non meno di quaranta minuti l'arrivo del carro attrezzi». Anche Luigi Napolitano, il titolare del deposito giudiziario di Castelvolturno, denuncia grosse difficoltà nella gestione del suo autoparco. Delle millequattrocento auto attualmente in custodia nella struttura (arrivate nell'arco di appena diciotto mesi), circa milleduecento appartengono ad immigrati. «E solo un extracomunitario su nove, solitamente, sottolinea il titolare della ditta Fena, ritira la vettura sequestrata». Il più delle volte questo accade perché il valore delle automobili è talmente basso che quasi mai supera quello della contravvenzione da pagare per riottenere il mezzo. «Quando una vettura posta sotto sequestro non è ritirata dal proprietario interviene la prefettura che si fa carico delle spese e della demolizione, fa sapere il titolare del deposito, ma i tempi dell'amministrazione pubblica sono lunghissimi; spesso superano i cinque anni, e questa situazione ci provoca non pochi danni». Su questo tema è intervenuto anche l'assessore all'ambiente del centro litoraneo, Tommaso Morlando, che, in qualità di delegato del litorale domizio di Italia dei Valori, ha preannunciato una manifestazione di piazza. «Per sollecitare le istituzioni, ha detto, ad interessarsi del caso Castelvolturno. Il nostro territorio ha continuato l'assessore, più che di leggi speciali ha bisogno dell'attuazione precisa e puntuale di quelle esistenti. Se le forze dell'ordine locali sono in numero carente per il reale fabbisogno della zona, come da più parti si denuncia, allora è il caso di rafforzarle».

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