mercoledì 3 febbraio 2010

Darsena ostruita 130 a terra


03/02/2010

Vincenzo Ammaliato Intrappolati da oltre un mese all'interno del canale dove ormeggiano da quaranta anni, senza neanche sapere chi è il proprio carceriere. La barriera di sabbia che si è creata lo scorso 2 gennaio alla foce del molo San Bartolomeo di Pinetamare è dovuta ai detriti trasportati dal mare. Ma gli armatori dei cinquantaquattro pescherecci che da allora non riescono ad uscire dalla darsena non sanno a quale ente rivolgersi per chiedere il servizio di dragaggio che permetterebbe loro di riprendere l'attività di pesca. «Da oltre un mese non riusciamo a trovare un interlocutore», sostiene con amarezza Aniello di Santo, un portavoce dei centotrenta pescatori rimasti senza lavoro. La delicata questione la scorsa settimana è arrivata anche in un'aula del tribunale di Napoli. I pescatori di Pinetamare con un provvedimento d'urgenza hanno chiamato in giudizio la Regione Campania, ritenendo l'ente di Santa Lucia competente per la darsena. Il giudice dovrebbe emettere la sentenza nei prossimi giorni. Ma i dirigenti della Regione sono certi che il dragaggio della foce non spetti loro, in quanto è stato già assegnato sulla stessa area il financial project per la realizzazione di un nuovo porto. A questo punto dovrebbero essere i privati della società Marina di Pinetamare rimuovere la barriera di sabbia. Ma ai vincitori del financial project non è stato ancora consegnato il decreto regionale indispensabile per l'inizio dei lavori del nuovo porto. L'ultimo consiglio comunale dell'amministrazione Nuzzo, peraltro, quello del 4 gennaio scorso, reintegrò nella disponibilità del patrimonio comunale gli usi civici dell'area del Molo San Bartolomeo. Quindi potrebbe essere anche il Comune di Castelvolturno il titolare e quindi il responsabile dell'area. Decisamente un rebus normativo difficile da risolvere, al contrario della barriera di sabbia per la cui rimozione basterebbe una semplice pala meccanica. © RIPRODUZIONE RISERVATA
09/02/2010
La sentenza
«La Regione deve dragare la darsena»

Vincenzo Ammaliato I pescatori quasi non ci speravano più. Erano passati dieci giorni da quando il giudice aveva tenuto l’udienza, e temevano che la mancata pubblicazione della sentenza fosse dovuta a una bocciatura della loro richiesta. E invece, ieri mattina, il tribunale Napoli ha depositato la decisione con la quale sono state accolte in pieno le istanze dei pescatori imprigionati nella darsena da oltre un mese. Il tribunale ha obbligato «ad horas» la Regione al dragaggio della foce dell’ex molo San Bartolomeo di Pinetamare, ostruita da detriti e sabbia dal 2 gennaio. A breve, quindi, la barriera sarà rimossa e i cinquantasei pescherecci potranno uscire dal canale per riprendere l’attività di pesca. Il giudice non ha accolto, quindi, la linea difensiva dell’ente di Santa Lucia, secondo cui con l’affidamento a un concessionario, due anni fa, dei lavori per il nuovo porto nella stessa area della darsena, l’onere del dragaggio sarebbe toccato alla ditta privata. Ma la società Marina di Castello, la vincitrice del relativo financial project, non è ancora entrata in possesso dei terreni, e quindi per il giudice la Regione Campania resta la responsabile giuridica dell’area. Intanto, tutte le parti in causa, pescatori, dirigenti della società Marina di Castello e della Regione, si incontreranno lunedì per definire l’inizio dei lavori del nuovo porto. Si dovrà, soprattutto, decidere dove ormeggiare i pescherecci nel periodo di tempo necessario alla realizzazione dell’opera portuale. Non è possibile farlo nelle vicine foci del fiume Volturno e del canale dell’Agnena per ragioni di sicurezza; a Baia e Pozzuoli, invece, non ci sono ormeggi necessari. E i lavori del nuovo porto dovrebbero durare tre anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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