sabato 3 aprile 2010

Villa Literno, il depuratore è sorvegliato speciale


03/04/2010

La Hydrogest Campania apre per la prima volta da quando gestisce il depuratore alla foce dei Regi Lagni i cancelli della struttura ad ambientalisti e balneatori. Motivo della visita: il controllo della funzionalità dell’impianto, così come deciso durante un convegno sulla salute del mare che bagna il litorale domizio che si tenne a Castelvolturno tre mesi fa. A visitare le strutture obsolete dell’impianto di Villa Literno, ieri mattina c’erano il dirigente regionale di Legambiente, Stefano Tonziello e quello di Wwf, Alessandro Gatta. Per i balneatori, invece, c’erano Antonio Cecoro, presidente del’assobalneatori Campania (e titolare del lido Le Sirene) e il delegato del Comune di Castelvolturno per lo stesso ente, Umberto Pagano (dell’omonimo lido del Lago Patria). «Soddisfacente» è stato il commento dei visitatori alla conclusione del tour del depuratore. «Siamo ben consci dello stato d’abbandono in cui versa l’impianto - ha detto Umberto Pagano - ma siamo fiduciosi che nel breve-medio periodo possa recuperare gran parte della sua funzionalità». Il riferimento è alle «coclee», le grosse pompe meccaniche utilizzate per sollevare i fanghi e depurarli e che sono state riparate la scorsa settimana dopo due anni di totale inattività. «Con l’entrata in funzione delle pompe - ha sottolineato Pagano - siamo certi che la salute del mare migliori rispetto alle ultime stagioni che sono state disastrose ed hanno provocato un notevole danno economico alle nostre strutture e all’intero territorio». Ad accompagnare i visitatori, anche il responsabile per la Regione degli impianti di depurazione, Bruno Orrico, il quale ha illustrato il funzionamento delle centraline di rilevamento degli inquinanti istallate da poco all’entrata e all’uscita del depuratore. «Monitoreremo costantemente i dati delle centraline - sostiene Umberto Pagano - e visiteremo l’impianto di Villa Litenro almeno due volte al mese, al fine di far sentire il fiato sul collo della gente del litorale ai dirigenti della struttura». Appaiono agguerriti gli ambientalisti e soprattutto gli operatori balneari del litorale domizio. Ed hanno più di una ragione per esserlo. Lo scorso anno, a causa degli sversamenti non controllati dal depuratore di Cuma, si è registrato un calo delle presenze sulle spiagge casertane superiore anche al cinquanta per cento. Un’altra stagione simile a quella del 2009 significherebbe la chiusura definitiva di numerose strutture che occupano diverse migliaia di addetti. I dati sulla balneabilità del 2010 sono già stati pubblicati dall’Arpac e sono, purtroppo, inesorabilmente negativi per la costa sud. «L’inversione di tendenza, però - conclude Pagano - è netta e riscontrabile. E noi vigileremo affinché sia duratura e si prosegui nella creazione di un ciclo del trattamento delle acque virtuoso».

04/04/2010
Per un giorno tutti al mare, prove generali per l’estate 2010
Vincenzo Ammaliato Aperti per Pasqua. Il sole non sarà quello della stagione calda, ma il litorale Domizio si è presentato in questo fine settimana pasquale in versione estiva, con tutti gli alberghi, ristoranti e numerosi stabilimenti balneari già aperti al pubblico e pronti per ospitare i turisti che hanno disertato la zona lo scorso anno a causa della psicosi «mare inquinato». Una «prova generale prima della prossima estate. «È decisamente presto per fare dei calcoli, sostiene Domenico Spena, presidente della proloco Baia Domizia, ma nei Comuni di Cellole e Sessa Aurunca sembra che ci siano già dei segnali di ripresa rispetto alla nefasta passata stagione». Qui, dei sessanta lidi, circa il trenta per cento ha aperto già i battenti per questo fine settimana. A Mondragone, invece, dove l'amministrazione comunale si è prodigata per ripulire le spiagge libere e le zone demaniali dai rifiuti abbandonati abusivamente durante il periodo invernale, l'apertura degli stabilimenti balneari è al cinquanta per cento. Entro un mese, poi, apriranno tutti gli altri. Nella zona sud della costa, invece, a Castelvoturno, i lidi sono tantissimi, sono oltre centoventi. E quasi tutti sono già aperti. È qui che più che altrove ha pesato la crisi dello scorso anno. Per recuperare l'immagine persa quasi tutti i lidi sono stati ristrutturati per potenziare l'offerta. Le prenotazioni negli alberghi, invece, a quanto pare non mancano. Mentre nei ristoranti dopo il freddo inverno tornano a riempirsi i tavoli. Il sorvegliato speciale, in ogni caso, resta il depuratore alla foce del canale dei Regi Lagni. Tutti sul litorale guardano con interesse e speranza al nuovo corso inaugurato ieri al depuratore con la messa in funzione delle pompe meccanica. È stato il cattivo funzionamento dell'impianto, infatti, a provocare i problemi ambientali della costa casertana negli ultimi venti anni. Un'attenta gestione del depuratore, al contrario, potrebbe portare l'intero territorio domiziano a giocare nuovamente un ruolo da protagonista nel turismo campano. La parola d'ordine, quindi, dal Lago Patria al Garigliano, è senza dubbio «Non arrendersi e farsi trovare pronti». © RIPRODUZIONE RISERVATA


08/04/2010
Impianti di depurazione a regime ma in mille scaricano abusivamente È prevista per oggi pomeriggio alle 14.30 all'impianto di Cuma la seconda visita di controllo sugli impianti di depurazione dei Regi Lagni da parte degli ambientalisti e degli operatori balneari del litorale domizio. Qui l'ingegner Bruno Orrico, il responsabile per la Regione Campania per i depuratori del Ps3, mostrerà ai visitatori insieme ai dirigenti dell'Hydrogest Campania i progressi fatti dall'impianto di Cuma rispetto alla passata stagione, così come già fatto sette giorni fa all'impianto di Villa Literno. Ma ambientalisti e gestori degli stabilimenti balneari, pur apprezzando il miglioramento nella gestione degli impianti di depurazione, sembrano non essere soddisfatti e temono che la salute del mare non migliori in maniera consistente e così come promesso dalle istituzioni. I motivi sono solidi e preoccupanti. «L'Arpac - sottolinea Antonio Cecoro, presidente dell'Assobalneatori - ha completato la mappatura degli scarichi fognari abusivi che insistono sul canale dei Regi Lagni e su quello del fiume Volturno. Ed ha catalogato almeno un migliaio di irregolarità. Se non si interviene su questi fenomeni irregolari - aggiunge Cecoro - servirà a poco che i depuratori funzionino a regime, perché il mare continuerà ad essere non balneabile su gran parte della costa casertana». Fra i numerosi scarichi abusivi, come denuncia il presidente dell'Assobalneatori, ci sarebbero, oltre ad alcune abitazioni civili e qualche opificio industriale, anche intere aree Asi e addirittura molte amministrazioni comunali (anche di grande dimensione). Un problema quindi di non poco conto, e che richiederà - anche quando si metterà mano alle possibili soluzioni - tempi non brevissimi visto l’estensione del fenomeno. Con l’inevitabile conseguenza sulle analisi di balneabilità e sulla prossima stagione per chi gestisce gli stabilimenti marini. «Non serve una mappatura degli scarichi abusivi che resti fine a se stessa - denuncia il presidente Cecoro -. Occorre che l'Arpac denunci i trasgressori alle provincie (competenti per la materia ambientale) e alle forze dell'ordine. E che la magistratura reprimi le irregolarità. Vanno immediatamente contrastati questi fenomeni che sono dei veri e propri attacchi alla salute pubblica e all'economia dell'intero litorale domizio». Un appello che sembra non destinato a restare lettera morta. Infatti, dal sito web dell'Arpac, www. Regilagni.it, si garantisce che a breve sarà disponibile l'intera cartina degli scarichi abusivi individuati. Quindi, tempi duri per chi inquina e speranze per il litorale che attende da troppi anni che siano ristabilite le regole della civile convivenza e che i territori a nord si assumano finalmente le proprie responsabilità. Perché, in effetti, il mare è una risorsa per l'intera provincia. vi. amm. © RIPRODUZIONE RISERVATA


13/04/2010
DEPURATORE IN TILT DOPO DIECI GIORNI
Impianto senza pace e scatta l’allarme di residenti e operatori turistici
Vincenzo Ammaliato
Si chiamano «coclee». Sono le quattro grosse pompe meccaniche necessarie per sollevare i reflui e depurarli. In pratica rappresentano il cuore dell’impianto sito alla foce dei Regi Lagni. Erano rotte da quattro anni e dieci giorni fa alla presenza di ambientalisti, operatori balneari e politici erano state finalmente riparate e messe in funzione. Da ieri, purtroppo, sono nuovamente ferme, perché è avvenuto un guasto. La notizia ha creato sconcerto fra i residenti del litorale domizio, che attendeva dal nuovo corso del depuratore di Villa Literno speranze per il recupero della qualità del proprio mare, da troppi anni condannato alla non balneabilità. Ma i dirigenti della Hydrogest Campania, la ditta che da tre anni gestisce gli impianti del Ps3, si sono affrettati a gettar acqua sul fuoco e rasserenare tutti, garantendo che al massimo in una settimana le coclee saranno nuovamente riattivate. «Il danno - fa sapere l’ingegner Stefano Di Bari, responsabile tecnico dell’impianto di Villa Literno - è di lieve entità e ha interessato i cuscinetti di stabilizzazione delle pompe». Il guasto sarebbe avvenuto a causa dell’esplosione indotta del muro di contenimento dei reflui creato proprio per istallare le nuove coclee. Si trattava di una vera e propria piccola diga, lunga venti metri, alta quattro e spessa addirittura due metri. Probabilmente, per la demolizione del muro di cemento armato è stata utilizzata troppa dinamite e l’onda d’urto ha provocato la lesione dei cuscinetti, che si è poi trasformata in crepa con l’attività delle coclee. Si tratterebbe quindi di una semplice sostituzione di una piccola parte delle pompe. «Il pezzo danneggiato, peraltro - fanno sapere dalla Hydrogest - e già stato ordinato al fornitore olandese che li produce e dovrebbe arrivare all’impianto di Villa Literno fra domani e dopodomani (martedì e giovedì, per chi legge)». «La ditta specializzata che dovrà eseguire la riparazione - garantisce inoltre l’ingegner Di Bari - è stata già allertata ed eseguirà il lavoro in un solo giorno». Nel frattempo all’impianto della Hydrogest sono state riattivate le vecchie pompe elettriche. Il carico dei fanghi che riescono a sollevare e depurare, però, è risibile. L’impianto, in rpatica è tornato nuovamente a trattare non più del venti–trenta per cento dei reflui che transitano nel canale. La restante parte è scaricata direttamente a mare. Pertanto, il comitato formato lo scorso mese dagli ambientalisti e dai gestori degli stabilimenti balneari del litorale domizio che segue l’attività dei depuratori fa sapere che controllerà «passo passo» le operazioni di ripristino delle coclee. Il terrore del ripetersi di un’estate nefasta come quella del 2009, a seguito degli scarichi non trattati dal depuratore di Cuma, non fa dormire sonni tranquilli a molti sulla costa casertana. I depuratori dei Regi Lagni, quindi, sono mai come in questo periodo, dei «controllati speciali». Pessimista nel veloce recupero delle coclee, invece, è Tammaro Tavoletta, segretario regionale dell’Ugl energia: «Serve a poco cambiare i cuscinetti, in quanto il loro cattivo funzionamento causato dall’onda d’urto dell’esplosione ha danneggiato le intere pompe che adesso dovranno essere nuovamente sostituite. Siamo tornati indietro, quindi, di quattro anni» e a pagarne le conseguenze saranno gli operatori dell’impianto e tutta la gente della zona». © RIPRODUZIONE RISERVATA La Hydrogest gestisce i 5 depuratori del Ps3 dal 2007. Il consorzio si aggiudicò il financial project della Regione Campania nel 2005, ma non assunse subito la gestione dei depuratori perché ci fu un ricorso presentato dal consorzio giunto secondo. Il ricorso fu accolto dal Tar e poi annullato dal consiglio di Stato.




16/04/2010
Guasto riparato il depuratore torna a regime

Vincenzo Ammaliato Villa Literno. La prima volta per ripararle ci sono voluti quattro anni. Questa volta il problema strutturale alle coclee del depuratore della foce dei Regi Lagni è stato sistemato in meno di una settimana. E il litorale domizio tira un sospiro di sollievo. Senza l'attività delle grosse pompe, infatti, l'impianto di Villa Literno può trattare solo una minima parte dei reflui che transitano nel canale borbonico, e la restante parte va direttamente a mare. I cuscinetti di sospensione danneggiati durante l'esplosione indotta di un muro di contenimento, sono giunti regolarmente ieri mattina dall'Olanda, dove erano stato ordinato dai dirigenti dell'Hydrogest Campania. Ad aspettare l'attrezzatura sul posto c'era una squadra di tecnici specializzati. E alle 13 è stato possibile riattivareil primo impianto. «Domani, garantisce il responsabile tecnico del depuratore, l'ingegner Gaetano de Bari, attiveremo anche la seconda coclea. Lunedì prossimo, poi, il depuratore sarà a regime con la messa in funzione anche delle restanti due pompe». Volge verso il positivo, quindi, la questione depurazione, per la costa casertana. La partita per la bonifica del mare adesso si sposta sul tavolo delle istituzioni locali, chiamate ad intervenire sugli scarichi illegali individuati dall'Arpac ed indicati sul sito web www.regilagni.it. Gli scarichi abusivi sono oltre seicento, e molti di questi addirittura appartengono ad alcune miopi amministrazioni comunali dell'agro aversano. I loro reflui sono scaricati da sempre direttamente nel canale senza passare per alcun collettore. I lavori di allaccio ai depuratori dovrebbero essere effettuati dall'Hydrogest, ma le amministrazioni illegali non hanno sottoscritto il financial project che ha affidato la gestione dei depuratori al consorzio aggiudicatario della gara. Pertanto la Hydrogest non può intervenire. Possono e sono obbligati a farlo, invece, gli enti locali. A chiedere ciò è una vecchia legge degli anni '70 disattesa evidentemente da molti soggetti sia privati sia pubblici. Ma a chiederlo sono soprattutto le decine di migliaia di persone che vivono sul litorale domizio condannate ad un mare non balneabile. Infatti la foce dei Regi Lagni, dove dovrebbero immettersi solo le acque trattate dal depuratore, in realtà raccoglie anche acque reflue non depurate provenienti da decine e decine di Comuni, soprattutto dell’hinterland napoletano, che per la naturale pendenza, dalle falde del Vesuvio attraversano tutta la cosiddetta «pianura felix» per giungere fino al mare. La cementificazione del canale dei Regi Lagni ha poi fatto il resto nel moltiplicare gli effetti inquinanti degli scarichi abusivi. A cià vanno inoltre aggiunti sversamenti abusivi che non contengono solo forme di inquinamento biologico. © RIPRODUZIONE RISERVATA

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Solo figure di merda.

Anonimo ha detto...

in galera bastardi politici assessori sindaci e responsabili di questa costa...

Anonimo ha detto...

BASTARDI LADRONI FIGLI DI PUTTANA
APPROFITTATE CHE LO STATO CAMMORRISTA IN COLLUSIONE CON REGIONE CAMPANIA E AZIENDE CAMMORRISTE FANNO AFFARI A BRACCETTO ALTRO CHE COMMISSARI
IN GALERA BASTARDI......