martedì 19 gennaio 2010

Racket, preso esattore del clan

20/01/2010
Vincenzo Ammaliato Castelvolturno. Si presentava ai commercianti come il nuovo reggente dei casalesi in zona. Diceva: «sono io che comando adesso a Castelvolturno», e pretendeva soldi «per i carcerati». Uscito appena lo scorso novembre dal penitenziario, dopo una detenzione durata otto anni, era riuscito in brevissimo tempo anche a mettere su una piccola banda, composta da un altro pregiudicato del luogo, due giovani poco più che ventenni e due immigrati ucraini clandestini e senza fissa dimora. I suoi gregari, però, erano stati arrestati tutti dalle forze dell'ordine lo scorso mese di dicembre nel corso dell'operazione «pizzo di Natale» portata a termine dai carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna. Lui, invece, si era reso latitante, ma la sua fuga è durata fino a ieri mattina, quando è stato sorpreso dagli agenti del commissariato di Castelvolturno guidato dal dirigente Pasquale De Lorenzo nei pressi del centro storico del paese costiero. Armando Buccino, questo il suo nome, trentotto anni, è stato arrestato mentre passeggiava nei pressi del lungo fiume, a pochi passi dalla sua abitazione. Non aveva con sé armi, né aveva assunto particolari travestimenti per non essere riconosciuto. «Armando ’o zingaro», così come è conosciuto a Castelvolturno, è cugino di Alessandro Spada, l'uomo ucciso in un agguato di camorra in via occidentale a Castelvolturno nel novembre del 2008. Nel suo curriculum criminale c'è una lunga serie di reati, dal sequestro di persona a scopo di rapina, al tentato omicidio; ma non è mai stato condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso. Probabilmente, ritengono gli investigatori, Armando Buccino ha stretto legami col clan dei casalesi durante la sua ultima latitanza. E l'investitura a «reggente» del litorale domizio sarebbe potuta avvenire proprio dietro le sbarre. Non è escluso, però, che Buccino si sia autonominato ras della Domiziana, approfittando del vuoto di potere criminale creato in zona a seguito dei numerosi arresti eseguiti sul litorale negli ultimi mesi. Ed abbia «sfruttato» il nome e il timore che incute il clan dei «casalesi» per attribuire al suo gruppo il rispetto che «si deve a chi conta». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Nessun commento: