martedì 19 gennaio 2010

Darsena insabbiata, occupazione a rischio



19/01/2010
allarme dei pescatori: nessuno interviene. Vertenza con la Regione
Vincenzo Ammaliato Castelvolturno. Intrappolati dallo scorso 2 gennaio all'interno della darsena di Pinetamare. Sono le cinquantasei imbarcazioni delle cooperative di pesca che dal 1970 ormeggiano nel molo San Bartolomeo di Castelvolturno e che da inizio mese non riescono uscire dal porto a causa dell'insabbiamento della foce. Un notevole danno economico per gli armatori di Castelvolturno a cui segue il forte rischio di licenziamento per i circa centotrenta pescatori impegnati sulle imbarcazioni. Sono stati il maltempo e le forti mareggiate del periodo a cavallo tra lo scorso anno e l'inizio del nuovo a creare la barriera di sabbia alla foce del molo, e siccome la darsena San Bartolomeo è ufficialmente chiusa dallo scorso mese di aprile su disposizione della procura di Santa Maria Capua Vetere nessuno ente ha provveduto alla sua rimozione. Per questa ragione ieri i pescatori della darsena di Pinetamare hanno dato mandato a un legale per intraprendere eventuali azioni legali a carico della regione Campania. «Nelle ultime due settimane abbiamo scritto a chiunque, denunciano i pescatori della darsena. Oltre alla Regione Campania, abbiamo messo formalmente al corrente della nostra tragica sorte il Comune di Castelvolturno, le capitanerie di porto di Pozzuoli e di Napoli e la provincia di Caserta. Ma nessuno, fanno sapere con amarezza i pescatori, finora ci ha degnato di alcuna risposta». E inoltre, come spesso accade, al danno segue anche la beffa. Lo scorso mese di novembre, infatti, la foce subì una lieve ostruzione, e i pescatori, dopo aver chiesto e ottenuto dalla Regione Campania l'autorizzazione al dragaggio, si autotassarono e incaricarono una ditta privata della rimozione della sabbia. La scorsa settimana, poi, è intervenuta la capitaneria di porto che ha elevato ai pescatori un verbale di tremilaecinquecento euro per aver posizionato la sabbia sulla banchina senza le dovute autorizzazioni. Evidentemente, fra il mare e le barche dei pescatori di Pinetamare intrappolate nella darsena c'è ben altro che una barriera di sabbia. © RIPRODUZIONE RISERVATA



24/01/2010

Castelvolturno Allarme al molo San Bartolomeo di Pinetamare
DARSENA INSABBIATA, LA RABBIA DEI PESCATORI
bloccate 56 imbarcazioni, i proprietari dei natanti citano in giudizio la regione
Vincenzo Ammaliato Castelvolturno. Un cimitero della civiltà contemporanea. Nove mesi dopo la chiusura per disposizione della procura di Santa maria Capua Vetere, questo appare l'ormai ex molo San Bartolomeo di Pinetamare. Nel corso d'acqua e alle sue sponde però, non si scagliano solo carcasse d'imbarcazioni e carogne di animali; alla sua foce e sui pontili non ci sono solo calcinacci di risulta d'edilizia ed elettrodomestici abbandonati d'ogni sorta. All'interno della darsena, ci sono anche le cinquantasei imbarcazioni da pesca alle quali in deroga alla chiusura del molo fu concesso di restare ormeggiare sui pontili pericolanti nonostante fosse cessata la gestione provvisoria del tribunale, e quindi ogni tipo di servizio. Fu permesso loro di restare nella darsena perché non si riuscì a individuare un porto alternativo. Ma lo scorso 2 gennaio la foce si è insabbiata a causa dei detriti trasportati dal mare e nessun ente ha provveduto a ripristinare la navigazione, intrappolando di fatto i pescherecci all'interno della canale. Una barriera di sabbia che aumenta di giorno in giorno che blocca ogni attività di pesca e che ha messo in ginocchio gli armatori e, ovviamente, a forte rischio il futuro occupazionale dei circa centotrenta pescatori delle cooperative presenti a Pinetamare dal 1970. Eppure, per rimuovere la barriera di sabbia non servirebbero particolari tecniche d'ingegneria e mezzi speciali, ma l'ausilio di una semplice pala meccanica. «Occorerebbero appena una decina di giorni di lavoro per rimuovere tutta la sabbia che ostruisce la foce e che c'impedisce di uscire al largo, dice con desolazione uno dei pescatori del molo rimasti disoccupati». «Ma a nessuno, aggiunge con sconforto Aniello Di Santo, un portavoce dei pescatori, pare importi della nostra sorte», riferendosi alle numerose richieste d'aiuto inviate nelle ultime settimane a tutti gli enti locali e rimaste inattese. Per questo motivo, le cooperative dell'ex molo San Bartolomeo, affidandosi allo studio di avvocati Cerqua-Ciano, hanno presentato ieri un ricorso con carattere d'urgenza al tribunale di Napoli, citando in giudizio la Regione Campania. E con molta probabilità già nel corso dell'inizio della prossima settimana il giudice dovrebbe fissare l'udienza con la quale il tribunale potrebbe obbligare l'Ente di Santa Lucia a effettuare il dragaggio della foce della darsena di Pinetamare. Di questo è certo il legale dei pescatori, Augusto Cerqua, in quanto, sottolinea l'avvocato: «la fruibilità della darsena di Pinetamare, oltre che risolvere la drammatica situazione dei pescatori del posto, è indispensabile per ragioni di sicurezza navale, essendo l'approdo del Villaggio Coppola l'unico presente sul lungo tratto di costa che va da Pozzuoli a Formia». Eppure, c'è il rischio che la vicenda possa trascinarsi ancora per molto, non essendo chiaro di quale ente sia la titolarità della darsena. La Regione Campania tre anni fa affidò alla società Mirabella la realizzazione nella stessa area di un nuovo porto turistico. E mentre i lavori stentano a partire, il Consiglio comunale, nell'ultima seduta prima dello scioglimento, due settimane fa, reintegrò negli usi civici comunali proprio l'area della darsena. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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