lunedì 18 maggio 2009

Bagno e tintarella in un mare... di rifiuti


Castelvolturno, discariche a cielo aperto sul litorale
L’ira dei balneatori «Stagione in salita già prima di cominciare»

18/05/2009
VINCENZO AMMALIATO
Sole, mare e immondizia. Questo il tema dello scorso fine settimana di Castelvolturno. Il gran caldo di sabato e domenica ha spinto numerosi bagnanti sulla costa domizia alla ricerca di refrigerio e della prima tintarella di stagione. Ma i vacanzieri del weekend hanno trovato poco spazio per parcheggiare le proprie auto. Ovunque, da Ischitella a Pinetamare, da Baia Verde a Bagnara, il lungomare delle varie località di Castelvolturno si è presentato ricolmo di rifiuti d’ogni genere, ma soprattutto di quelli definiti «ingombranti»: vecchi materassi, carcasse di televisori, frigoriferi e scaldabagni arrugginiti che molto probabilmente alcuni proprietari delle cosiddette seconde case, impegnati nelle pulizie di primavera, hanno depositato di fianco ai cassonetti dei rifiuti e la ditta che in paese effettua la raccolta non ha prelevato. Un grosso danno d’immagine per il paese litoraneo, che sicuramente si trasformerà in un danno economico per tutti gli operatori economici di Castelvolturno. I più seccati,
ovviamente, sono i titolari dei circa cinquanta stabilimenti balneari della costa. Molti di loro, in maniera autonoma e spontanea, si sono adoperati per rimuovere la sabbia che dall’arenile durante l’inverno si era depositata sull’asfalto. Ma poco possono fare relativamente ai rifiuti ingombranti. «Seppure li raccogliessimo — ha detto sconfortato il gestore di un lido di Pinetamare - non potremo depositarli in nessuna discarica».
Ma di chi le responsabilità di questo grave stato di cose? La crisi dei rifiuti regionale è ormai alle spalle, e gli operatori dell’ex Ce 4 che in paese effettua il servizio di raccolta non sono in agitazione sindacale. I dirigenti del consorzio denunciano di non poter effettuare il ritiro degli ingombranti a Castelvolturno in quanto l’isola ecologica del Comune è satura da più di quattro mesi. E siccome l’amministrazione non ha i soldi per svuotarla e non paga i canoni per il servizio raccolta ordinario da nove mesi i dirigenti del Consorzio unico rifiuti non sono in grado di cercare siti alternativi; né possono effettuare il servizio di raccolta differenziata. Dalle stanze del Municipio, invece, gli amministratori respingono le accuse al mittente: «Il Comune di Castelvolturno non paga i canoni al Consorzio unico - spiega l’assessore all’ecologia, Valerio Boccone - perché riceve un servizio scadente e parziale. E anche, perché, ha aggiunto il membro della squadra Nuzzo, durante la crisi rifiuti dello scorso
anno dalle nostre casse comunali sono usciti circa quindici milioni d’euro per ripulire le strade del paese». Un batti e ribatti di pesanti accuse dove a pagare, come sempre, è la collettività dell’intero litorale domizio. E intanto, la stagione calda non è più alle porte, ma è già entrata, e non ha ricevuto certo una buona accoglienza.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ieri è stata una splendida giornata di sole. Ero a mare sul Lido Scalzone ed il caldo non dava tregua alle numerose persone alle prese con la prima tintarella.
Dopo un paio d'ore di sole un bagno sarebbe stato l'ideale e invece... una fogna a cielo aperto che noi ci ostiniamo a chiamare mare ma che del mare non ha più nè il colore e ormai neppure il sapore di sale. Non so se ci avete fatto caso ma il mare di Castelvolturno non è più salato. E' amaro, un cocktail di sale-merda-munnezza che non lascia più sulla pelle, come cantava Gino Paoli, il famoso "sapore di sale". Lascia "sapore di fogna", che bisogna lavare energicamente con acqua potabile e sapone se non vuoi fare svenire chi ti sta vicino. Senza contare tutte le schifezze assortite (pesci morti, preservativi, buste e bottiglie di plastica).
Lo Stato dispiegando polizia, militari, telecamere dappertutto, crede di aver fatto quello che si doveva fare per confermare la sua presenza nel nostro territorio martoriato.
Ma le ferite purulente ed ancora aperte dei Regi Lagni e del fetido Volturno sono il segno che quella contro la malavita è solo operazione di facciata, ad uso dei mezzi di informazione; assicurare il benessere e la salute dei cittadini, bonificando le due discariche avvelenate che portano tonnellate di merda tossica nel nostro mare, è cosa che nessuno sa o vuole o può affrontare.
E finchè non si recupera il mare di Castelvolturno, il nostro futuro sarà sempre di color marrone.