lunedì 4 aprile 2011

"Non affittate case a gruppi di persone che non sono famiglie"


31/03/2011
Il sindaco di Castelvolturno: "No a immigrati e coppie di napoletani non affidabili".
Vincenzo Ammaliato Castel Volturno.
«Cari concittadini, evitate di affittare i vostri immobili a gente che non ha né arte né parte e a gruppi di persone che non sono nuclei familiari». L’appello è comparso ieri sui muri della città, a firmarlo è il primo cittadino Antonio Scalzone che, spiega, vuole «fare del paese costiero da lui amministrato un territorio normale». La lettera aperta scritta ai suoi cittadini a caratteri cubitali su dei manifesti affissi ieri lungo la Domiziana non dice espressamente quello che poi, sollecitato, realmente ha in mente Scalzone: il sindaco specifica che si riferisce «sicuramente agli immigrati irregolari», che avendo a disposizione poche risorse economiche per abbattere i costi spesso sul territorio dividono piccole unità immobiliari in gruppi di dieci persone, talvolta anche di più. Ma anche ad alcune tipologie di persone italiane. E vale a dire a tutte quelle coppie che lui definisce «di fatto», non unite dal matrimonio e che alle proprie spalle hanno già numerose unioni fallite; persone che provengono solitamente dalla zona della provincia nord di Napoli e dall’Agro aversano e che «non riuscendo a trovare casa nei propri paesi d’origine perché ritenute dai propri stessi concittadini non affidabili, qui sul litorale domizio, invece, trovano sempre un alloggio». «Dobbiamo assolutamente riappropriarci del territorio – scrive Antonio Scalzone - e favorire l’immigrazione solo di persone perbene, che hanno un lavoro regolare e con famiglie normali». Utilizza più volte il sindaco l’espressione «normale». Eppure, la storia recente di Castel Volturno, soprattutto in materia di edilizia, esprime ben poco di quest’attributo. Negli ultimi quaranta anni sul territorio del paese domiziano sono state costruite migliaia di unità immobiliari senza la guida di alcuno strumento urbanistico. Attualmente per 24mila abitanti registrati all’anagrafe, da Ischitella a Pescopagano si contano oltre trentaseimila abitazioni (pressappoco una casa e mezzo per ogni abitante). Ben dodicimila di questi immobili sono stati costruiti su demanio marittimo e forestale; si tratta di appartamenti, ma anche di villette e talvolta interi condomini che dovrebbero essere tutti demoliti e che invece si trovano ancora saldi al loro posto sulla spiaggia o in pineta a esempio delle violenze che ha subito il territorio per mano dei suoi stessi cittadini vestiti da imprenditori edili abusivi, oppure che nel ruolo di amministratori pubblici hanno chiuso spesso un occhio, talvolta tutti e due sugli scempi compiuti. Peraltro, a Castel Volturno ancora oggi manca il piano regolatore generale. Negli anni ’70 e ’80 sulla costa sud della provincia di Caserta sono sorti interi quartieri, che già in fase progettuale si sapeva sarebbero diventati dei ghetti. Quelle case, ora, vengono affittate irregolarmente dai proprietari, tutti italiani, che non registrano i contratti e che alimentano, così, essi stessi la clandestinità e l’illegalità. Il sindaco Scalzone chiede ai suoi concittadini di dire «no alla cultura dell'illegalità», partendo proprio dal negare la casa a chi ritiene non degno di vivere nel centro domiziano: «Liberiamo Castel Volturno dalla delinquenza e dall’illegalità – scrive il primo cittadino - è questa la condizione fondamentale per sviluppare una sana economia e creare posti di lavoro per i nostri giovani e per i padri di famiglia». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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