venerdì 8 aprile 2011

Rapina in villa, picchiata coppia di gioiellieri

07/04/2011
I rapinatori portano via seimila euro dalla cassaforte. I feriti medicati e dimessiVincenzo Ammaliato
L’incubo è iniziato nel cuore della notte, all’una e mezza. Purtroppo, però, per gli sfortunati protagonisti non è bastato svegliarsi di soprassalto per tirare un sospiro di sollievo e accorgersi che si era trattato solo di un incubo. Le minacce, le intimidazioni e soprattutto le percosse sono durate per un periodo lunghissimo: almeno due ore. Le vittime dell’«arancia meccanica» in salsa domiziana sono i tre componenti di una famiglia di gioiellieri storici del centro litoraneo, i coniugi Antonio e Rosanna Picone e il loro figlio Emanuel. Erano invece quattro i ladri che hanno fatto irruzione nella loro abitazione del centro storico. Tutti col volto coperto da passamontagna, impugnavano armi e pugnali. Sono entrati saltando il muro di cinta della villa e rompendo una finestra della cucina. Nella stessa stanza in quel momento c’era il capofamiglia, che si trovava in lì per pura casualità (a quanto pare, aveva accusato un malore e si era recato in cucina per prendere dell'acqua). Antonio Picone è stato immediatamente immobilizzato e legato a una sedia con degli stracci e dei fili elettrici. Subito dopo la stessa sorte è toccata alla moglie e il figlio, colti di sorpresa nel sonno nelle rispettive stanze da letto. La banda di ladri è riuscita a impossessarti subito di un’ingente somma di denaro in contanti che era presente in casa: circa seimila euro. Ma evidentemente i malviventi miravano ad altro. Non si sono accontentati del bottino razziato e hanno iniziato a cercare probabilmente preziosi o altro denaro contante. Non riuscendo a trovare null’altro, però, hanno iniziato a passare alle manieri forti, infierendo soprattutto su Antonio Picone, picchiandolo duramente. E solo dopo due ore di sevizie, alle 3 e mezzo hanno deciso di mettere fine al loro blitz. Prima di lasciare la villa, probabilmente per impedire la reazione delle loro vittime, hanno anche rubato l’automobile di Emanuel, che era parcheggiata nel garage di casa. Subito dopo, lo stesso giovane è riuscito a liberarsi e avvisare le forze dell’ordine. Sul luogo si sono precipitati gli agenti del vicino commissariato, che hanno raccolto numerosi indizi necessari alle indagini. Soprattutto hanno ascoltato i componenti della famiglia Picone, che nonostante un evidente stato di choc sono riusciti a raccontare nel dettaglio le due ore di incubo patito. Secondo le loro dichiarazioni i ladri non erano italiani; probabilmente si tratta di una banda di ladri di ville formata da immigrati dell’est Europa. Eppure per Castelvolturno, nonostante il territorio sia preda di bande di balordi d’ogni specie, reati del genere non sono abituali; soprattutto la violenza usata dai malviventi, così spietata come quella raccontata con orrore e subita dai gioiellieri di Castelvolturno, lascia angosciata la gente del paese domiziano. E sempre nella giornata di ieri gli agenti del locale commissariato hanno scoperto una vera e propria centrale illegale per lo smontaggio di autovetture di provenienza furtiva. La polizia, aiutata dai vigili del fuoco di Mondragone, ha fatto irruzione in un sottoscala di un palazzo di via Palermo, al parco Lagani, e qui ha trovato decine di parti di automobile risultate rubate e non solo questo. In un angolo del grosso locale c'erano quattro autovetture ancora integre, risultate anche queste a seguito degli accertamenti di origine di furtiva (una Ford Mondeo, due Ford Fiesta e una Suv Nissan). Sul posto non c'era la presenza di nessuna persona. Le indagini della polizia per risalire ai responsabile dell'attivita' illecita sono partite rintracciando i proprietari dell'immobile. Nelle prossime ore gli agenti contano di chiudere il cerchio e di individuare i responsabili della centrale illegale di smontaggio auto. Più difficile, invece, sarà assicurare alla giustizia la banda di balordi che ha assalito in casa propria la famiglia di gioiellieri. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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