sabato 26 marzo 2011

Una casa sottratta ai clan può riunire una famiglia

26/03/2011

Vincenzo Ammaliato Castel Volturno.
È successo tutto in meno di ventiquattro ore. Quando la cattiva sorte sembra concentrarsi tutta in un singolo punto. Eppure, con molta probabilità, in questo caso quello che viene solitamente chiamato fato, o destino, centra ben poco; al contrario, invece, le responsabilità dei singoli uomini e donne e soprattutto quelle delle istituzioni chiamate a intervenire e che evidentemente sono state sorde per troppo a lungo, hanno più di una colpa per quello che è successo alla famiglia Palomba. Da nove anni, da quando nacque la piccola Mina, la famiglia di Castelvolturno combatte per vedere riconosciuti appieno i diritti della bambina, venuta alla luce con gravi malformazioni fisiche. Ma i bilanci degli enti locali sono sempre in rosso e a Mina viene sistematicamente negata l’assistenza, sia sanitaria sia scolastica. È un calvario a cui i genitori della piccola pare si siano addirittura abituati. Giovedì scorso, però, la mamma di Mina accusa dei crampi allo stomaco. Non chiede subito l'intervento medico, perché deve badare a sua figlia che necessità assistenza ventiquattro ore al giorno. Col passare delle ore, però, i dolori diventano lancinanti, e interviene l’ambulanza. La donna è condotta in ospedale. Suo marito a questo punto non sa cosa fare. Vorrebbe seguire la moglie, ma deve accudire la bambina. È sconvolto. Decide di recarsi con Mina in municipio. Qui chiede aiuto agli impiegati comunali; lascia la bambina nella stanza agli affari sociali e si reca in ospedale dalla moglie. Dopo aver parlato con i medici che la tengono in cura, ritorna in Comune. Ma qui invece di Mina trova una denuncia per abbandono di minore. E gli fanno sapere che la bambina è stata affidata a un istituto. È uno choc per Salatore Palomba, che fa rientro a casa senza più energie fisiche e mentali. Poche ore dopo, e siamo a ieri mattina, alla sua porta bussa l’ufficiale giudiziario. Ha in mano uno sfratto esecutivo per morosità. Lo Stato, lo stesso che ha negato l’assistenza sanitaria e scolastica alla figlia e che poi gliel’ha sottratta, lo mette per strada. Per il primo figlio della coppia, invece, anche lui minorenne, si aprono le porte di una casa famiglia. La speranza adesso per la famiglia Palomba sono tutte in un appartamento confiscato alla camorra che il Comune di Castelvolturno pare voglia mettere a loro disposizione. Martedì ci sarà un consiglio comunale che deciderà della destinazione d'uso e dei lavori da effettuare all'immobile. E solo dopo avere a disposizione una nuova casa, i Palomba potranno fare richiesta alla procura per riavere i propri figli. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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