sabato 6 novembre 2010

Non paga l'affitto, il proprietario gli spara



Castel Volturno Lite per la riconsegna del bar far west sulla Domiziana

Vincenzo Ammaliato Castel Volturno.
La cornetteria non fa più affari e decide di chiuderla ma non lascia i locali nei tempi stabiliti e non paga due mesi di affitto rischiando di rimetterci la vita. Il proprietario, esasperato dal ritardo, decide di farsi giustizia da sè e gli spara. Episodi ordinari, che soprattutto in periodi di crisi economiche come quelli attuali si ripetono spesso e che terminano solitamente con il ricorso delle parti alle vie legali. A Castel Volturno, invece, ieri si è sfiorata la tragedia, perché la disputa si è conclusa non con i classici valori bollati, ma con una sparatoria e un ferito ricoverato in ospedale in gravi condizioni. Teatro della lite degenerata è stato il Villaggio del Sole (o Villaggio Agricolo, come è chiamato dai residenti). Qui, a metà strada fra il centro storico e Pinetamare, sulla via Domiziana, Luigi Iovino, quarantasette anni e parente di una famiglia già nota alle forze dell’ordine (i Del Giudice) aveva aperto oltre un anno fa il bar-cornetteria «Voce e Notte». Gli affari non sono mai andati a gonfie vele, ma negli ultimi mesi, racconta la gente del posto, incassava pochi euro al giorno. La scorsa estate, quindi, la decisione di chiudere l’attività e la comunicazione al proprietario dell’immobile, il sessantaseienne Paolo De Crescenzo (titolare anche dell’omonima agenzia immobiliare), che avrebbe liberato i locali entro il 30 ottobre. Eppure, nonostante avesse abbassato per l’ultima volta la serranda della cornetteria la scorsa settimana, fino a ieri non aveva ancora liberato il locale delle sue attrezzature, e non aveva neanche consegnato le chiavi al proprietario. I due si sono incontrati poco prima dell’ora di pranzo, proprio nei pressi del locale. Stando alle testimonianze raccolte dai carabinieri che hanno seguito la vicenda, Paolo De Crescenzo avrebbe mostrato immediatamente tutto il suo disappunto a Luigi Iovino per non aver ancora lasciato libero l’immobile. E quest’ultimo, piuttosto che cercare di trovare una soluzione pacifica per i pochi giorni che gli sarebbero serviti ad adempiere ai suoi obblighi di affittuario, lo avrebbe senza tanti giri di parole mandato al diavolo. La cronaca dell’episodio, poi, vede De Crescenzo andare su tutte le furie e indirizzarsi verso casa sua (che dista poco dal luogo), per tornare pochi minuti dopo impugnando una pistola. Luigi Iovino appena ha notato l’arma ha tentato di scappare a piedi attraversando la via Domiziana. De Crescenzo a questo punto, però, ha esploso tre colpi di pistola: i primi due sono andati a vuoto (rischiando addirittura di colpire qualche automobile in transito); il terzo, invece, ha colpito Iovino alla schiena, facendolo cadere a terra. Immediata la chiamata dei soccorsi da parte dei passanti, mentre De Crescenzo ha lasciato il luogo della sparatoria. Pochi minuti dopo sono giunti i sanitari che hanno portato il ferito alla vicina clinica Pinetagrande, e i carabinieri che si sono messi sulle tracce dell’aggressore. De Crescenzo, però, non è stato trovato a casa sua, né in quella dei figli. Un paio d’ore dopo la svolta: il sessantaseienne ha risposto ad una chiamata al suo telefono cellulare effettuata proprio dai carabinieri. «Mi trovo a Villa Literno a casa di un mio conoscente - ha detto ai militari dell’arma - venite pure a prendermi, mi consegno alle forze dell’ordine». Per lui sono scattate le manette, con l’accusa di porto abusivo d’arma e tentato omicidio. Per Iovino, invece, i sanitari hanno escluso un immediato intervento chirurgico per estrarre il proiettile dalla schiena. La sua prognosi resta riservata. Ma secondo i medici del pronto soccorso non è in pericolo di vita. © RIPRODUZIONE RISERVATA


La confessione
«Ho agito d’impeto, lui è stato arrogante e ho perso la testa»

04/11/2010

«Non volevo litigare, meno che sparare. Si è comportato da arrogante e alla mia richiesta di lasciare libero il locale secondo i patti mi ha risposto che se non fossi andato via dall'immobile mi avrebbe rotto anche la gamba che ho ancora sana». Paolo De Crescenzo, si trova di fronte al maresciallo dei carabinieri Antonio Izzo nella caserma di via Cavour. Ha la testa calata nelle spalle e le stampelle che usa per camminare adagiate alla sedia mentre racconta al militare la sua versione dei fatti. Abita a Castelvolturno da circa venti anni e nessuno in zona si ricorda di lui come di un tipo violento. «È stato un momento d'impeto, ha raccontato il sessantaseienne ai carabinieri». Alcuni testimoni peraltro, sembra abbiano confermato la sua testimonianza. Decrescenzo, infatti, dopo essere stato offeso da Iovino, gli avrebbe detto: «Se non lasci immediatamente il locale ti sparo». E l'affittuario avrebbe risposto sfidandolo: «Fammi vedere se hai coraggio». Il resto della cronaca è fatto dal suono di tre colpi d'arma da fuoco esplosi alle 12 e 50 al chilometro 29 della via Domiziana, dalle urla di un uomo ferito e dalle sirene dei mezzi di soccorso. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Inquilino ferito, necessario l'intervento

05/11/2010
Appello dell'avvocato del proprietario del locale: "E' ammalato, va liberato"
«Il quadro clinico del paziente è stabile», fanno sapere i medici del reparto di neurochirurgia della clinica Pinetagrande, delle condizioni di salute di Luigi Iovino, ricoverato dallo scorso mercoledì pomeriggio a seguito di una ferita d’arma da fuoco. Il proiettile, esploso da una pistola di piccolo calibro, 6.35, è ancora conficcato nella sua schiena. I medici hanno deciso di tenere il paziente sotto osservazione almeno quarantottore prima di decidere se operarlo o meno, anche perché prima che fosse stabilizzato ha perso molto sangue. La prognosi del quaratottenne, titolare del bar cornetteria Voce e Notte, non è stata ancora sciolta, ma i sanitari del presidio di Castelvolturno sono certi che non sia in pericolo di vita, né che il proiettile abbia leso in maniera seria parti del corpo. E questa mattina sarà ascoltato dal giudice del tribunale anche il suo aggressore, Paolo De Crescenzo, 66 anni, da mercoledì sera nel carcere di San Tammaro. Per lui le accuse sono di lesioni gravi, tentato omicidio e porto abusivo d’armi. La pistola che ha usato per colpire il suo inquilino, hanno fatto sapere i carabinieri, era dotata di un regolare porto d’armi. De Crescenzo, però, non poteva portarla fuori dalla sua abitazione carica e montata, così come è avvenuto l’altro giorno. La lite fra inquilino moroso e proprietario, infatti, è avvenuta lungo la Domiziana, all'altezza del chilometro 29. Tre sono stati i colpi esplosi da Paolo De Crescenzo, durante il furioso impeto di rabbia. Uno quello che ha centrato alla schiena Iovino. Il legale del sessantaseienne, intanto, Ferdinando Letizia, attende l’interrogatorio che il giudice del tribunale farà oggi al suo cliente con particolare apprensione. «Il mio assistito, dice il legale, è una persona che non ha mai mostrato comportamenti violenti ed è benvoluto da tutto coloro che a Castelvolturno lo conoscono. Peraltro, aggiunge, è anche gravemente malato, a causa di problemi coronarici che lo costringono spesso a lunghe degenze ospedaliere». Anche i residenti del Villaggio Agricolo, dove abita De Crescenzo, descrivono l’uomo «come di una persona tranquilla e rispettosa delle regole». «È un uomo tutto d’un pezzo e di sani principi - sottolinea un commerciante del Villaggio Agricolo - Ricordo lo scorso anno, aggiunge, quando dopo il furto della sua automobile da poco acquistata ricevette la telefonata dei ladri che in cambio del veicolo gli chiesero la somma di duemila euro. Potete anche bruciarla, fu la sua risposta, perché a dei ladri come voi io non darei neanche un centesimo bucato. E la vettura, peraltro, non era neanche coperta dall'assicurazione sul furto». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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