lunedì 12 luglio 2010

Il miraggio dell’interculturalità si realizza solo sulla spiaggia


12/07/2010
il modello melting pot dell'autosegregazione diventa integrazione al mare
L’incontro Immigrati di tutte le nazionalità dividono con gli italiani un tratto del litorale
Vincenzo Ammaliato Castelvolturno.
Molti vedono in Castelvolturno un laboratorio nazionale per l'integrazione degli immigrati. Eppure, se così fosse, non si potrebbe che restare delusi nel constatare lo stato dei rapporti che esistono sulla Domiziana fra gli stranieri (appartenenti a oltre quaranta nazionalità diverse) e gli autoctoni: praticamente inesistenti. Qui sulla costa casertana, gli immigrati hanno creato i propri luoghi di culto, i propri ristoranti, le proprie discoteche e così via. Per l'acconciatura dei capelli ci sono parrucchiere nigeriane specializzate nelle pettinature rasta. Così come per la ristrutturazione degli immobili o per la riparazione delle automobili ogni etnia ha i propri artigiani. Ogni etnia in pratica ha dato vita ad una propria comunità, piccola o grande che sia, che non si rapporta col resto del territorio. Anzi. Le numerose comunità, quella polacca, ucraina, centro africana, asiatica appaiono tutte molto chiuse in se stesse. Al punto tale che le zona dove vivono quasi sempre si trasformano in ghetto (vedi Destra Volturno, Pescopagano, parco Lagani e così via). La scuola è l'unico baluardo dell'integrazione. Solo la scuola riesce a unire gli italiani e i numerosi stranieri. Ma questo vale ovviamente per i bambini. In attesa, quindi, che le nuove generazioni crescano non resta che concentrarsi su quello che per il litorale domizio è un vero e proprio melting pot balneare: la spiaggia libera fra le località di Pinetamare e Ischitella, a Fontana Bleu. Qui, in una striscia d'arenile lunga non più di cento metri, complice il capolinea dei pullman di linea della provincia di Caserta e quelli di Napoli nord, si ritrova d'estate sotto al sole un crogiuolo di provenienze che mischia colori, suoni, profumi, musiche, cibo e tanto altro. Stranieri e italiani tutti racchiusi in un fazzoletto di spiaggia che il fine settimana, ma soprattutto la domenica, arriva a contare diverse centinaia di bagnanti. Qui è facile trovare la classica famiglia napoletana con i piatti apparecchiati sul frigo portatile. E di fianco a loro un gruppo di pakistani che col telo adagiato sull'arenile in direzione de La Mecca pregano il proprio Dio. Così come ragazzi bengalesi che giocano a pallone con coetanei polacchi. Oppure nordafricani fare il bagno insieme a nigeriani e liberiani. La qualità del mare da queste parti non è fra le migliori della Campania? Poco importa al popolo multietnico della spiaggia libera di Fontana Bleu: di fronte la spiaggia si vede chiaramente l'isola d'Ischia, e quando il cielo è terso basta allungare il braccio per avere l'impressione di toccarla con un dito. «Qui, dicono i frequentatori della spiaggia più multietnica d'Italia, siamo tutti fratelli, perché sotto al sole non si riesce a nascondere niente e tutti diventiamo neri. E, qui c'è sempre un gran bel sole». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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