venerdì 8 agosto 2008

Occhi ciechi

il caso
Cento passi. Questa la distanza fra il bar Cubana, dove sono stati assassinati lunedì sera i due immigrati albanesi, e uno dei trenta impianti di videosorveglianza installati dalla Forestale da circa tre mesi nel territorio di Castelvolturno. L’impianto della litoranea di Destra Volturno è dotato di quattro telecamere; una di queste sembra puntare dritto proprio sul bar Cubana. Le forze dell’ordine, però, non potranno avvalersi delle registrazioni delle sue registrazioni perché l’intero sistema non è ancora operativo. Sono mastodontici gli impianti di videosorveglianza di Castelvolturno. Sono stati installati da Ischitella a Pescopagano. Uno di questi si trova nella piazza dove lo scorso maggio fu barbaramente assassinato il commerciante Domenico Noviello, massacrato per vendetta dalla camorra dopo che negli anni scorsi aveva denunciato i suoi estorsori. Neppure per il delitto di Baia Verde quegli «occhi ciechi» sono stati utili agli inquirenti. Un altro è all’interno di Pinetamare. Ce n’è uno in ogni rotonda della via Domiziana. Chi percorrere il territorio litoraneo ha come l’impressione di trovarsi in un grande set cinematografico, con l’occhio del grande fratello sempre vigile. Ma gli obiettivi digitali sono tutti ciechi. O quantomeno filmano la vita di Castelvolturno e quella dei suoi fruitori, ma non la registrano. Quindi sono praticamente inutilizzabili dalle forze dell’ordine a scopo investigativo. Inutilizzabili anche per dare una mano alle indagini dei carabinieri che stanno seguendo il caso dei due abanesi trucidati l’altroieri sera. Così come inutile si è rivelata la telecamera posta sulla piazza di Baia Verde il giorno che è stato ammazzato il commerciante che denunciò il racket. Ieri pomeriggio gli adolescenti di Destra Volturno arrivavano a frotte a dorso nudo a bordo dei loro scooter nei pressi del bar Cubana per vedere i fori dei bossoli sparati dai killer. Bramavano far parte, almeno per una volta, dei film e telefilm polizieschi che seguono a centinaia in tivvù. Volevano essere per una volta i protagonisti dei videogiochi che li tengono interi pomeriggi incollati alle consolle. Ma le telecamere che li riprendevano non potevano immortalarli nel mondo digitale. Perché, semplicemente, erano spente. intano, i killer della Domiziana ringraziano
vi.am.

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