venerdì 29 agosto 2008

DIECI GIORNI DOPO IL RAID

29/08/2008
Chiudi




«Dal momento dell’attentato, ogni giorno che passa sia io, sia mia moglie lo consideriamo un nuovo regalo di Dio». Sanno di essere miracolati i coniugi Egowmwan, gli immigrati nigeriani scampati a un vero e proprio raid di morte lo scorso 19 agosto. Quella sera nel cortile della loro casa di via Cesare Battisti, a Castelvolturno, furono colpiti entrambi in più parti del corpo dalle schegge dei quaranta bossoli esplosi dalle pistole e dai mitra che impugnavano quattro ignoti sicari, ma solo di striscio. I colpi furono esplosi ad altezza d’uomo, ma non hanno ucciso nessuno delle cinque persone presenti lì in quel momento. E se la matrice dell’attentato è di chiaro stampo camorristico, sul movente che ha spinto i sicari a compiere l’agguato gli inquirenti non hanno alcuna certezza. Poco credibile risulta essere la versione fornita da Teddy Egowmwan, secondo cui a commissionare il blitz sia stata una sua connazionale con cui avrebbe litigato per futili motivi qualche mese fa. A indagare è ancora la Procura di Santa Maria Capua Vetere. Il caso non è passato alla Dda in quanto il movente non è stato ancora definito compiutamente. Intanto, le forze dell’ordine hanno invitato Teddy e la famiglia a lasciare, per ragioni di sicurezza, per qualche giorno il territorio. Adesso sono ospitati da alcuni connazionali in un paese a nord di Napoli tenuto segreto. Ma il ruolo di Teddy Egowmawan nella comunità nigeriana, che rappresenta attraverso un’associazione regionale, non convince ancora del tutto gli inquirenti. Anche le ronde antiprostituzione organizzate un paio di settimane prima dell’attentato sono sotto la lente degli investigatori. Il presidente dell’associazione dei nigeriani ha organizzato, infatti, squadre di connazionali con il compito di liberare la via Domiziana dalla prostituzione (usando spesso anche le maniere forti contro le lucciole sorprese sui marciapiedi) ma non ha mai denunciato alle forze dell’ordine alcuna madame. Eppure il presidente Egowmwan conosce bene molte connazionali che organizzano i giri di prostituzione. Ogni madame guadagna circa centomila euro l’anno: un ottimo business che fa gola a tanti sulla Domiziana.

1 commento:

vincenzo ammaliato ha detto...

Bravo Enzo per questa tua costante presenza e per questo tuo orgoglio di cittadino, da imitare, da amare. Grazie per la puntualità con cui segnali abusi e violenze. Grazie per quel tuo coraggio intelligente che ci fa sentire vili in tanti, assopiti come siamo nell'abitudine alla distrazione e alla fuga. Grazie per la lucidità della tua scrittura denunciatrice senza mezze misure. Grazie per suonare a campana inascoltata del cambio della guardia nelle orecchie delle istituzioni. Grazie per denunciarne la costante distrazione, l'atroce ignavia, la paludata formalità che avvilisce tutti.
Riusciremo mai ad uscire dall'opacità di questa indifferenza molle? Quando saremo consci tutti, e non solo tu, di un cancro che ci divora e ci cancella dal divenire di una società che cresce? Quando denunceremo tutti con rabbia il sopruso che ci uccide? E ci precederà mai chi quel sopruso è chiamato a cancellare senza avvertire prima l'urgenza delle proprie ferie da godere? Capirà che la malavita non si concede la pausa dell'anno sabatico né quella dei giochi di Olimpia tra un furore bellico e l'altro.
Fin quando non sarà avvertita la frustata dell'urgenza e dell'emergenza, saremo qui sommersi nella cloaca in cui tutto scorre uguale e sporco, assenti alla vita in questa landa senza destino. E, ahimè, non basterà più nemmeno l'inchiostro rosso furibondo della tua penna, Enzo, a bruciare le coscienze! Schiacciati dalla indifferenza dei preposti che vivono come normali gli eventi allucinanti della realtà della nostra terra, ci sentiamo morti prima di morire. Così, mentre dilaga il malaffare e diventa quotidianità, mentre svaniscono i valori della cultura che dovrebbero nutrire l’ingegno dei giovani e farli coscienti dei loro obblighi sociali, mentre si appanna alle nostre spalle una storia di civiltà, si fa cenere e si spegne soprattutto il nostro orgoglio; mentre abbandonati prepariamo il bagaglio di un'eterna migrazione da una realtà insopportabile verso orizzonti che ci respingono.
Non smetto di esserti idealmente accanto Enzo; coinvolgimi ti prego se credi che dalla ruggine della rabbia possano ancora venir fuori parole di lucido sostegno al tuo lavoro.
Con affetto e stima,
Vittorio Russo