sabato 23 agosto 2008

«Le ronde? Lo faccio per le nostre donne»


20/08/2008







VINCENZO AMMALIATO Rispetta la consegna del silenzio, non accenna alla denuncia fatta alla polizia, non dice nulla dei suoi sospetti né della videocassetta con le minacce. Prova a smentire il collegamento tra il raid di lunedì sera e la sua attività sulla Domiziana: «Le ronde anti-prostituzione? Non credo che abbiano a che fare con l’agguato. Almeno lo spero. Anche se è l’ultima cosa di cui mi sono occupato, e lo faccio per le nostre donne.....». Teddy Egonwmwan e la moglie Alice Imaswen sono appena tornati dal commissariato, sotto choc per la sparatoria, i segni dei proiettili addosso, e scartano l’ipotesi che il commando sia entrato in azione lunedì sera in via Battisti per punire chi si oppone al racket della prostituzione. Non riescono a dare una matrice alternativa al raid che ha rischiato di uccidere loro e i tre amici dell’associazione nigeriani, che erano sul terrazzo della loro abitazione. Scartano però anche la rappresaglia razzista, alla quale per la verità non crede nessuno, perché i due, che vivono a Castelvolturno da quasi vent’anni, sono per metà nigeriani e per metà italiani. E non resta, quindi, che l’impegno per la legalità, l’amicizia con le forze dell’ordine, la collaborazione con lo Stato ogni volta che è stato richiesto: proprio come dicono i connazionali, come lo accusano le madames della prostituzione. I coniugi Egowmwan (nelle foto a destra), come tanti altri connazionali, arrivarono in Italia da clandestini. Durò poco. Teddy trovò lavoro in un’azienda edile, il permesso di soggiorno per lui e per la moglie arrivò qualche mese dopo. Alice si diede al commercio di oggetti africani, aprì un negozio a Baia Verde che ha resistito fino a pochi mesi fa, quando la donna ha ceduto l’attività per dedicarsi a tempo pieno all’impresa di famiglia: l’import-export di prodotti alimentari africani. Teddy, invece, si occupato da sempre di politica. Sette anni fa fondò, a Castelvolturno, la Edo Community, un’associazione che conta fra i suoi iscritti circa duemila immigrati provenienti tutti dalla stessa regione della Nigeria, quella di Benin City (solo a Castelvolturno sono circa mille gli immigrati con regolare permesso di soggiorno provenienti da questa città). Due anni fa, poi, aveva cercato di allargare la base degli iscritti, fondando l’associazione dei nigeriani in Campania. Ma ha ottenuto meno fortuna. Cinque anni fa era stato eletto anche nel consiglio provinciale degli immigrati. Di lui, Antonio Casale, direttore del centro Fernandes di Castelvolturno, segnala l’instancabile lavoro in favore dei connazionali. «Numerose volte - dice - abbiamo messo a disposizione della Edo Community e dell’associazione nigeriani in Campania le sale della nostra struttura». Ma tra le associazioni di Teddy e la Caritas non è nata mai alcuna progettualità comune.

Nelle foto di Frattari, la villetta di Teddy teatro dell’agguato di lunedì sera

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