mercoledì 9 febbraio 2011

No alla relazione, spara al padre del fidanzato della figlia

09/02/2011

Vincenzo Ammaliato
Migliorano le condizioni di salute di Costantin Bobu, il cittadino moldavo ventisettenne ferito lunedì sera a Castelvolturno alla gamba destra da un colpo d’arma da fuoco esploso dal padre della fidanzata del suo figlioccio. I medici della clinica Pinetagrande (nella foto) dove è stato condotto e operato non hanno ancora sciolto la prognosi; l’uomo prima che arrivasse in ospedale aveva perso molto sangue, ma i sanitari del presidio domiziano sono certi non sia più in pericolo di vita. Mentre il suo assalitore, Ugo Russo, un quarantatreenne del luogo, che subito dopo averlo colpito a bruciapelo si era dato alla fuga, nel corso della notte, spinto anche da una vera e propria caccia all’uomo predisposta dalla polizia, ha preferito consegnarsi spontaneamente alle forze dell’ordine. Gli stessi agenti sono riusciti a ricostruire l’esatta dinamica dell’efferato gesto e spiegare i motivi che hanno spinto Ugo Russo a fare fuoco sul suo vicino di casa. Entrambi, infatti, abitano con le rispettive famiglie nel quartiere di Destra Volturno. A quanto pare, il figlio della donna italiana con cui il cittadino moldavo convive, un ragazzo del posto di diciannove anni, aveva da circa un anno una relazione sentimentale con la figlia quattordicenne di Ugo Russo. Questa relazione, però, non è mai andata giù all’assalitore, che nel pomeriggio di lunedì ha sorpreso i due innamorati passeggiare insieme per le vie dell’abitato. A questo punto, avrebbe intimato allla figlia di fare immediato rientro a casa e al giovane diciannovenne di non frequentare più la ragazza. Poco dopo sarebbero iniziate furiose liti fra le rispettive famiglie, terminate con la decisione di Ugo Russo di imbracciare un fucile a canne mozze e fare fuoco sul cittadino moldavo. Il colpo, hanno raccontato gli agenti di polizia accorsi sul posto, ha spappolato quasi interamente l’arto dell’immigrato, arrivando pericolosamente vicino l’arteria femorale; se fosse stata recisa, l’uomo sarebbe certamente morto dissanguato in pochi minuti. Ugo Russo, invece, pregiudicato per vari reati e ritenuto dagli investigatori vicino al sodalizio camorristico della zona, è stato condotto al carcere di San Tammaro con l’accusa di lesioni gravi e possesso abusivo di arma da fuoco con matricola alterata. © RIPRODUZIONE RISERVATA




RITROVATA L'ARMA CON CUI AVEVA GAMBIZZATO IL RIVALE

13/02/2011

Vincenzo Ammaliato
L’hanno cercata per quattro giorni scandagliando l’intero letto del fiume alla sua foce. Ieri, poco prima delle 13, il nucleo sommozzatori della polizia coordinato dagli agenti del locale commissariato ha trovato proprio all’altezza del ponte della via Domiziana l’arma usata martedì scorso da Ugo Russo per colpire, al culmine di una lite, il convivente della madre del ragazzo con cui era fidanzata la figlia. Il diverbio era nato perché Ugo Russo non gradiva la relazione sentimentale della figlia quattordicenne con il diciannovenne. Durante la discussione il cittadino moldavo, convivente della madre del giovane, era stato colpito gravemente da un proiettile alla gamba destra. Durante la tentata fuga l’assalitore aveva portato con sé l’arma, avvolgendola in una busta di plastica. Ma vistosi accerchiato dalla polizia che nel frattempo aveva predisposto una vera e propria caccia all’uomo, ha preferito consegnarsi alle forze dell’ordine. Prima, però, aveva gettato dall’auto in corsa il fucile a canne mozze. Si tratta di un calibro 20. E dalle primi analisi balistiche effettuate, l’arma è risultata essere stata rubata lo scorso anno a un cacciatore di Rocca D’Evandro, che ne aveva regolarmente denunciato il furto. A questo punto, Ugo Russo dovrà rispondere anche di ricettazione. Secondo gli investigatori, però, dovrebbe affievolirsi l’ipotesi accusatoria di tentato omicidio. Seppure il colpo sia stato esploso, infatti, a bruciapelo all’indirizzo del ventisettenne Costantin Babu, l’assalitore avrebbe mirato alle gambe ed esploso uno solo dei due colpi presenti nell’arma. Per lui resta, in ogni caso, il reato di lesioni gravi. Mentre per il cittadino moldavo, dopo le dimissioni di ieri dalla clinica Pinetagrande dove era stato ricoverato e operato, si profila una lunga riabilitazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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