venerdì 8 ottobre 2010

Arresti domiciliari, il record è qui

05/10/2010
Vincenzo Ammaliato
La sua giurisdizione è su cinque Comuni: Castelvolturno, Mondragone, Santa Maria la Fossa, Cancello Arnone e Grazzanise; copre un bacino di circa centomila residenti, a cui secondo i calcoli dell’amministrazione centrale di polizia deve essere prevista una pianta organica di agenti pari a circa cinquanta unità. Al commissariato di Castel Volturno, però, fra trasferimenti, pensionamenti e decessi prematuri non sono rimasti più di quaranta poliziotti; e qui il tasso criminale è fra i più alti d’Italia. Basta un semplice dato per comprendere la mole di lavoro cui gli agenti del commissariato litoraneo sono sottoposti quotidianamente. Non si tratta del numero degli omicidi, né di quello delle rapine, e neanche del peso del traffico e dello spaccio delle sostanze stupefacenti, o dello sfruttamento della prostituzione (seppure sono molto elevati rispetto alla media nazionale). Ma di quello delle persone che nei cinque Comuni della giurisdizione risultano essere agli arresti domiciliari o soggetti alle altre misure di pena alternative alla detenzione. Si tratta di un vero e proprio esercito di duecentosette persone; soggetti da controllare giorno per giorno, soprattutto lungo i ventisette chilometri della via Domiziana di pertinenza di Castelvolturno. Solo nel paese alla foce del fiume Volturno ci sono ben centododici persone agli arresti domiciliari, due agli obblighi di dimora, undici in affidamento in prova e altrettanti in libertà vigilata. Si tratta di persone da vigilare e controllare quotidianamente su richiesta della magistratura che attende i rapporti per stabilire le eventuali modifiche delle pene. I controlli, ovviamente, sono concertati con i carabinieri. In ogni caso, per un commissariato che a malapena riesce a mettere per strada una sola volante nel corso delle ventiquattro ore, resta particolarmente impegnativo e laborioso questo servizio. Mentre a Mondragone spetta la palma per le persone soggette al regime della cosiddetta «sorveglianza speciale»: in totale sono sedici (in altre zone della Campania un tale numero di persone è più che sufficiente a formare un clan malavitoso). Peraltro, il numero delle persone soggette alle misure alternative di pena è estremamente variabile; ogni giorno ci sono continui mutamenti. E da quattro anni, peraltro, tende addirittura a salire. A breve, quindi, il numero delle persone da controllare nel territorio del commissariato di Castel Volturno potrebbe raggiungere quello di una piccola cittadina; mentre quello degli agenti del commissariato, molto probabilmente, resterà sempre lo stesso. Intanto, il malaffare ringrazia. © RIPRODUZIONE RISERVATA


05/10/2010
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«Ancora un paio di mesi, massimo entro il prossimo Natale, e il commissariato di polizia si trasferirà nella nuova sede di Pinetamare». Parola del sindaco di Castelvolturno, Antonio Scalzone, in merito alla questione che si trascina ormai da anni senza alcuna soluzione, che ruota attorno al trasferimento, o meglio, al mancato trasferimento del commissariato litoraneo dall’attuale struttura fatiscente del centro storico, alla ex scuola Nato di Pinetamare. Il nuovo immobile di circa quattromila metri quadri (che sarà diviso con la scuola ufficiali della forestale) era di proprietà della Famiglia Coppola e fa parte delle strutture che i costruttori hanno ceduto allo Stato nell’ambito della transazione sottoscritta nel 2003 col commissariato straordinario di governo. Prima della consegna formale e il cambio di proprietà, però, devono essere completati tutti i lavori di ristrutturazione necessari al futuro utilizzo dell’immobile; e secondo il primo cittadino del posto, Scalzone, i lavori termineranno massimo in sessanta giorni. «Ne abbiamo avuto conferma e certezza - sottolinea il sindaco - durante una riunione tenuta in prefettura fra tutte le parti in causa per capire come mai si era inceppato l’iter di consegna». A questo punto, l'ultimo intoppo per il trasferimento resta la resistenza di alcune sigle sindacali della polizia, che premono affinchè sia ristrutturato l'attuale stabile che ospita gli agenti, perché la struttura si trova al centro del territorio di pertinenza del commissariato stesso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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