mercoledì 19 maggio 2010

Scalzone accusato da un pentito, l’opposizione attacca

18/05/2010

Vincenzo Ammaliato Castelvolturno. «Non mi presto a sciacallaggi e infime strumentalizzazioni atte a delegittimare il voto popolare con il quale sono stato eletto, né permetto a nessuno di infangare la mia reputazione». Antonio Scalzone, il primo cittadino di Castelvolturno, rompe il silenzio sulla vicenda che vede un ex esponente del clan dei casalesi (Emilio Di Caterino), oggi collaboratore di giustizia, chiamarlo in causa per presunti incontri che avrebbe avuto con alcun camorristi durante il suo primo mandato da sindaco. E lo fa rispondendo alla richiesta degli otto consiglieri comunali di minoranza delle assise cittadine relativa alla convocazione di un consiglio comunale straordinario per discutere del tema. «Le recenti notizie di cronaca che vedono coinvolto il sindaco di Castelvolturno - hanno scritto i consiglieri dell’opposizione - necessitano di essere chiarite dinanzi al consiglio comunale». La missiva è stata protocollata ieri mattina in municipio, ed è indirizzata al presidente del consiglio, Giovanni Milone. Ma Scalzone ha fatto sapere che non intende rispondere ai consiglieri di minoranza, in quanto ritiene la loro iniziativa soltanto «provocatoria». «Sono, invece, a completa disposizione della magistratura - ha chiarito il primo cittadino di Castelvolturno - perché ho la coscienza estremamente pulita. E solo dinanzi agli inquirenti sono disposto a conferire senza alcuna remora di quanto è stato affermato dai collaboratori di giustizia sul mio conto». In ogni caso, Scalzone ha fatto sapere di non essere indagato, e di aver appreso di queste notizie soltanto dalla stampa. Ma ha tenuto anche a precisare che non ha «mai avuto nessun tipo d’incontro con alcun camorrista, durante il suo passato mandato di sindaco». “Non ho mai partecipato a summit con soggetti legati alla malavita nella concessionaria della Mercedes della Domiziana né in altri luoghi - ha detto con veemenza Scalzone - Altresì, non ho mai avuto nessun tipo di richiesta da alcun camorrista durante la mia passata amministrazione. Se ciò fosse avvenuto - ha sottolineato - l’avrei immediatamente denunciato alle forze dell’ordine e alla magistratura». Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia sono particolarmente chiare ed esplicite. Ma secondo il sindaco Scalzone sono assolutamente false e prive di qualsiasi fondamento. «Sul territorio - sostiene il neosindaco di Castelvolturno - stanno partendo nuovamente dei progetti di notevole entità economica. E le prime linee guida della mia nuova amministrazione sono chiare e improntate all’assoluta trasparenza. Evidentemente, questo modo d’agire scontenta quei personaggi e imprenditori del luogo che sono abituati a processi diversi e truffaldini. Da qui, sono certo, parte la mia delegittimazione». In attesa che sia chiarita l’intera vicenda, Castelvolturno teme per il proprio futuro. Le amministrazioni comunali del centro domiziano negli ultimi diciotto anni sono state sciolte già per ben due volte. E durante l’amministrazione Nuzzo, la commissione d’accesso lavorò sugli atti del municipio per oltre un anno senza trovare elementi per procedere. Un nuovo scioglimento, per presunte collusioni con la criminalità organizzata, potrebbe aggravare la già delicata situazione in cui versano l’ente e l’intero territorio. ©
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25/05/2010
Politica e veleni, il Consiglio a Scalzone: «Fai chiarezza»
Vincenzo Ammaliato Castelvolturno.
Il giorno più lungo per il primo cittadino Antonio Scalzone e della sua amministrazione appena partita, si è concluso con una simbolica stretta di mano con il capogruppo dell’opposizione dell’assise cittadina, Ferdinando Letizia. Per una volta, in pratica (almeno all’apparenza), la classe politica locale si è dimostrata all’altezza del ruolo che ricopre, ed anche più responsabile di alcuni cittadini del posto. Soltanto grazie al cordone delle forze dell’ordine, infatti, a metà dei lavori si è riusciti a non far venire alle mani alcuni supporter delle due fazioni politiche, che evidentemente avevano idee contrastanti e hanno fatto di tutto per dimostrarlo. Ma torniamo alla cronaca della giornata. Convocato d’urgenza su richiesta degli otto consiglieri di minoranza, a seguito delle notizie apparse dieci giorni fa sulla stampa che chiamavano in causa Antonio Scalzone, accusato da un collaboratore di giustizia del famigerato clan dei casalesi, secondo il quale il sindaco avrebbe partecipato ad alcuni summit con dei camorristi, l’assise è partita con il lungo elenco da parte del primo cittadino degli atti firmati dalla sua passata amministrazione. Il sindaco Scalzone si è presentato in aula stringendo sotto il braccio un fascicolo piuttosto nutrito. Si trattava dei documenti firmati dalla sua giunta nel periodo 2000-2005 (quello oggetto delle dichiarazioni del pentito). «Tutti atti improntati alla legalità e ideati e strutturati minuziosamente per tenere fuori dalla cosa politica la criminalità organizzata», ha sottolineato Scalzone. La parola poco dopo è passata ad alcuni esponenti della sua maggioranza, che hanno mostrato tutti di fare quadrato attorno al proprio sindaco. Momenti di tensione, invece, si sono vissuti durante l’intervento del consigliere del partito democratico, Alfonso Caprio. «La richiesta del consiglio speciale - ha chiarito il capogruppo del Pd - non è assolutamente provocatoria, ma volta ad avere dei chiarimenti da parte del sindaco. Perché - ha continuato Caprio - riteniamo estremamente gravi le notizie apparse sulla stampa e inopportuno non aver preparato da parte dello stesso primo cittadino immediatamente un comunicato stampa per smentirle». E mentre in aula saliva qualche mugugno di troppo fra gli spettatori, Alfonso Caprio ha tenuto a precisare che «l’opposizione non ha chiesto le dimissioni del sindaco, come avrebbe potuto fare. Ma se Antonio Scalzone non chiarisce in maniera inequivocabile la sua posizione, il mio gruppo potrebbe essere costretto a chiedere anche l’istituzione di una commissione d’accesso». Dopo di lui, l’intervento decisamente più conciliante di Nando Letizia, che ha invitato il sindaco e la sua maggioranza a preparare congiuntamente con la minoranza un documento da presentare al prefetto per spiegare la delicata situazione che vive Castelvolturno. «Un’eventuale scioglimento del Consiglio comunale - ha sottolineato Letizia - sarebbe una vera e propria sciagura non solo per il sindaco e la sua maggioranza, ma per tutto il territorio litoraneo. Dobbiamo fare di tutto per evitarlo», ha sottolineato l’ex assessore al demanio. Invito praticamente accettato da Scalzone, che ha dato appuntamento all’opposizione nei prossimi giorni per stilare insieme il documento. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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