sabato 29 maggio 2010

L’esercito ripulisce le strade: via 9 tonnellate di rifiuti

27/05/2010

Vincenzo Ammaliato Castelvolturno.
L'operazione è stata denominata «Zio Ciro». Ed ha preso il nome dal nome con cui i componenti della banda chiamavano il capo dell'organizzazione, Mariano Brancato. Inoltre c’era un codice per indicare l’acquisto degli stupefacenti: «Stasera arriva la camera da letto». Gli arresti sono scattati all'alba, e sono stati eseguiti in cinque diverse regioni d'Italia (Campania, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Le Marche e Campania). Al termine delle operazioni che hanno visto impegnati centocinquanta agenti di polizia e che sono state coordinate dal servizio centrale operativo del ministero dell'interno, sono scattate le manette per tredici persone. Oltre al capo, Mariano Brancato, a finire in cella sono stati: Luigi Brancato, Luca Brillante, Giovanni Di Chirico, Gilda Fortunato, Giuseppina Fortunato, Sergio Iannone, Giovanni Mostacciuolo, Pasquale Mostacciuolo, Antonio Pellicanò, Domenico Puocci, Mario Schiavone, Carmine Viglietti. Mentre per altre cinque persone (Elena Brancati, Anna Guazzi, Nicola Macolino, Carmela Stendardo, Basilio Tanzillo) sono stati disposti gli arresti domiciliari. Per tutti l'accusa formulata dai giudici della direzione distrettuale antimafia di Napoli è di associazione a delinquere dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Era la cocaina il core buisiness della cosca pedinata per oltre un anno dagli uomini del commissariato di Castelvolturno. La banda, che aveva il proprio quartier generale a Marianella, a nord della città di Napoli, operava ad ampio raggio in numerosi Comuni della provincia Napoletana e dell'agro aversano. Nonché sul litorale domizio a Castelvolturno. Acquistava solitamente la cocaina dalle associazioni mafiose calabresi che operano in Emilia Romagna e a Milano, e la faceva arrivare in Campania con la complicità di due autotrasportatori sanniti. E grazie ad una fitta rete di piccoli pusher ed alcuni clienti facoltosi che facevano grossi acquisti, l'organizzazione era in grado di smerciare fino ad un chilo e mezzo di droga al giorno. Sul litorale domiziano, hanno appurato gli uomini della polizia diretti dal dirigente Pasquale De Lorenzo, la banda di «Zio Ciro» aveva una propria base logistica grazie alla quale riusciva a sviluppare nel migliore dei modi il proprio business criminale nelle piazze di Villa Ricca, Marano, Qualiano e Melito; ma anche in quelle casertane di Trentola Ducenta, Casal di Principe e nella stessa Castelvolturno. E nonostante fosse radicata sul territorio della costa casertana, dalle indagini degli inquirenti non sono risultati legami organici fra la banda di Brancato e quella dei casalesi, né con quelle dei nigeriani che in zona gestiscono il traffico dell'eroina e dei suoi derivati. Ognuno tacitamente aveva il proprio spazio e la propria clientela. In pratica, l'organizzazione di «zio Ciro» si muoveva come fosse invisibile. Per fortuna non lo è stato per la polizia e la magistratura che con l'operazione di ieri sono riusciti a sgominarla completamente, arrestando il capo, i suoi soci e i pusher; ma anche i corrieri e le casalinghe che nascondevano nelle proprie abitazioni la sostanza stupefacente in attesa che i vertici del clan concludevano le trattative di compravendita. Ora le indagini proseguono e non è da escludere che possano esserci ulteriori sviluppi per quanto riguarda i fiancheggiatori dell’organizzazione criminale alla quale è già stato assestato un colpo durissimo con l’operazione appena conclusa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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