26/09/2008
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L’EMERGENZA CRIMINALITÀ
Decine i posti di blocco delle forze dell’ordine il traffico è calato a picco anche nelle ore notturne
VINCENZO AMMALIATO Benvenuti a Castelvolturno, Comune litoraneo della provincia di Caserta dove i giovani girano in motorino fra le stradine della località indossando regolarmente i caschi; dove non c'è alcuna lucciola in attesa di clienti ai margini della carreggiata; dove non arrivano a ogni ora del giorno e della notte gruppi di giovani dal basso Lazio e dal Molise alla ricerca di droghe di ogni tipo da consumare e rivendere nei loro paesini. Benvenuti a Castelvolturno, paese normale (ora). Fino a dieci giorni fa, per la gente del posto, questo poteva essere solo il trailer di un film di fantasia o il tema di un sogno irrealizzabile. Da tre giorni, invece, da quando in zona sono giunti i rinforzi delle forze dell'ordine, è esattamente il panorama che offre la lingua d'asfalto lunga ventisette chilometri conosciuta col nome di Domiziana. Ma ciò che più sconcerta e meraviglia chi in zona vive da sempre, piuttosto che l'ordine e il minuzioso rispetto delle regole, è la riduzione del traffico veicolare lungo le strade cittadine. Sulla nuova via Domiziana, durante la giornata, si contano all’incirca la metà delle automobili che transitavano fino alla settimana scorsa. Ma è quando calano le luci che il colpo d'occhio si fa forte. L'incessante via vai di automobili e dei loro conducenti che c’era di sera in entrambi i lati della carreggiata tutti i giorni della settimana è quasi completamente cessato. La strada realizzata duemila anni fa dall'imperatore Domiziano ha assunto, nè più né meno, le caratteristiche che hanno tutte le arterie comunali dei paesini di provincia del resto del Belpaese. Anche i numeri dei soccorsi effettuati dal 118 che staziona nel territorio di Castelvolturno sono lo specchio della situazione attuale. Praticamente, da tre giorni, i sanitari e gli autisti dell'ambulanza sono quasi senza lavoro. Mentre prima del presidio del territorio, da parte delle forze dell'ordine, erano abituati a non meno di dieci interventi al giorno (e quasi tutti da codice rosso). Il dato è confermato anche dalle prestazioni sanitarie fornite dal pronto soccorso della clinica Pineta Grande. Conosciuto come il «suk della Domiziana», nel presidio i soccorsi sono calati negli ultimi giorni di quasi il 50 per cento. Addirittura, anche le immagini delle decine di vetrine dei negozi crivellati di colpi d'arma da fuoco viste negli ultimi tempi, ma anche le diciannove persone morte ammazzate sul territorio comunale negli ultimi dieci mesi, appaiono già come un ricordo. Nessuna polemica, quindi, per la militarizzazione del territorio. Anzi, per alcuni poliziotti impegnati ieri in un posto di blocco al Villaggio Agricolo, sono partiti anche dei fragorosi applausi dalla gente del posto. Padre Giorgio Poletti, il missionario della Chiesa degli immigrati del litorale lo ripeteva da anni: «Castelvolturno - diceva il religioso - non ha cittadini, ma fruitori del territorio, e come tali si comportano». Evidentemente gran parte dei fruitori del territorio che transitavano lungo l'arteria comunale fino a tre giorni lo faceva violando la legge. Adesso la gente di Castelvolturno si pone una sola domanda: quanto tempo dureranno questo film e questo sogno?
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