martedì 16 agosto 2011

Ieri i sigilli al centro commerciale

23 Luglio 2011
È stato il frastuono dell'elicottero in volo sulla via Domiziana a dare il buongiorno alla gente del Villaggio Coppola e a quelli di via Veneto. Il velivolo della Guardia di Finanza ha iniziato a sorvolare incessantemente l'area del centro commerciale dalle 9. Quindici minuti dopo, nel parcheggio del Giolì hanno fatto irruzione numerose vetture della Guardia di Finanza. Dai veicoli sono scesi almeno cento agenti in divisa grigio-verde che si sono diretti in parte nei numerosi negozi della galleria, che avevano appena aperto al pubblico, e in parte negli uffici del terzo piano della struttura commerciale dove si trova la dirigenza del centro, e qui sono rimasti per tutta la giornata. Ovviamente si sono registrati momenti di stupore e anche a tratti angoscia fra i gestori delle varie attività e il personale del Giolì.
Ai vari negozianti della galleria, circa una quarantina, sono state chieste informazioni sulle titolarità delle gestioni; gli agenti hanno annotato i dati, chiesto di poter visionare le carte contabili e quelle statutarie; poco dopo sono andati via, senza rilasciare alcuna notifica. «Attendevamo con grosse speranze l'arrivo dell'estate e che arrivassero più clienti, affinché potessimo sistemare parte dei bilanci delle nostre attività – ha commentato amareggiato il gestore di un negozio della galleria – invece, è piombata la Guardia di Finanza per controllare se avessimo contatti con i camorristi. Tutto questo è assurdo». In ogni caso, i negozi della galleria risultano essere ancora tutti aperti al pubblico; il centro commerciale, in pratica, non ha chiuso, nonostante la società che ha realizzato e che gestisce la struttura sia stata sequestrata dai finanzieri.
Centro Commerciale GioliIl Giolì fu inaugurato con una gran festa alla presenza del primo cittadino del posto, Antonio Scalzone, nel mese di aprile dello scorso anno, poche settimane dopo le elezioni per il rinnovo dell'amministrazione comunale. E il centro commerciale di fronte al Villaggio Coppola fu a tutti gli effetti il protagonista della campagna elettorale che precedette quelle elezioni. Quasi tutti i candidati in lizza, infatti (in maniera trasversale fra quasi tutti i partiti), si schierarono apertamente per la sua apertura, ostacolata dalle norme comunali al commercio che non prevedevano l'apertura di una struttura simile nell'area dove si trova. Secondo l'accordo di programma sottoscritto nel 2003, infatti, a Castelvolturno sarebbero dovuti nascere due centri commerciali, entrambi realizzati dalle società del Consorzio Rinascita. Una terza struttura, quindi, non era assolutamente prevista. Per questo motivo, la società che ha realizzato il Giolì chiese ed ottenne dal Comune litoraneo soltanto una licenza per la realizzazione di un impianto produttivo, e non commerciale.

A febbraio del 2010, però, un esercito di quasi mille persone marciò dal Giolì ancora chiuso alla casa comunale in piazza Annunziata, chiedendo l'apertura del centro a tutti i costi, perché secondo loro avrebbe dato lavoro centinaia di disoccupati del posto. Anche la passata amministrazione, quella turbolenta del magistrato Francesco Nuzzo, rischiò di sciogliersi più volte, a causa delle continue forzature che alcuni consiglieri comunali proponevano per l'apertura del centro, chiedendo la modifica del piano commercio. L'inchiesta di ieri che ha portato al sequestro della società che gestisce il Giolì, in ogni caso, farà chiarezza sulle singole responsabilità. Anche se gran parte della storia del centro commerciale è già raccontata nelle seicento pagine dell'impianto accusatorio della direzione distrettuale antimafia di Napoli che lo scorso novembre portò all'arresto di tre persone e al coinvolgimento di quarantuno fra amministratori politici, pubblici ufficiali e dipendenti comunali di Castelvolturno, tutti accusati di associazione a delinquere e a vario titolo di aver favorito il clan camorristico dei casalesi. Indagati anche, per abuso d'ufficio, i sindaci Francesco Nuzzo e Antonio Scalzone. Per permettere l'apertura del Giolì, secondo quell'inchiesta, furono violate numerose norme sia civili, sia penali; ci fu corruzione, concussione e anche una tangente di circa duecentomila euro. Intanto, questa sera nella piazzetta del Giolì, Guardia di Finanza permettendo, c'è in programma una lezione gratuita di tango argentino. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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