14/04/2010
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Vincenzo Ammaliato Se non è «emergenza» è solo perché la gente del litorale è abituata suo malgrado da anni di cattiva gestione del ciclo di rifiuti urbani a convivere con cassonetti ricolmi della propria spazzatura domestica non prelevata per molti giorni e con le montagne di rifiuti ingombranti abbandonati in ogni angolo del territorio. Dal punto di vista ambientale Castelvolturno si presenta in questo inizio di primavera in pessimo stato e il neosindaco Antonio Scalzone chiede il conto al consorzio unico dei rifiuti che gestisce il servizio. Il primo cittadino, infatti, ha dato ieri mandato ai legali del Municipio castellano di preparare una denuncia contro il consorzio unico, appunto, per «tentata truffa». All’origine della clamorosa denuncia (che sarà protocollata oggi e presentata alla procura della repubblica), la fattura mensile che i dirigenti del consorzio presentano al Comune di Castelvolturno, e nella quale, secondo Scalzone, ci sarebbero indicati numerosi servizi che l’ente ecologico non presta da molti mesi e altri, addirittura, che non ha mai svolto. L’importo della fattura è di circa trecentosessantamila euro. Già durante il trimeste di gestione prefettizia, il commissario Michele Capomacchia, aveva deciso di pagare solo i due terzi della fattura. Il commissario aveva dato mandato ai vigili urbani di controllare i mezzi impegnati e l’effettivo servizio svolto sul territorio. E i verbali della polizia municipale erano completamente diversi da quelli presentati dal consorzio. Intanto, Antonio Scalzone appare risoluto ad andare anche oltre quanto già fatto dal commissario. «Ho il sospetto - sostiene il neosindaco di Castelvolturno - che ci sia addirittura la malafede da parte dei dirigenti del consorzio unico, che cercano di coprire loro mancanze gestionali aumentando le fatture». Si profila, quindi, un duro braccio di ferro fra il palazzo del municipio di piazza Annunziata e l’ente provinciale dei rifiuti. Ma la partita si giocherà su diversi tavoli. Il Comune di Castelvolturno, infatti, non paga le fatture al consorzio da oltre tre anni. Il monte debiti è arrivato all’esorbitante cifra di quindici milioni di euro. Il prefetto Capomacchia durante la sua gestione iniziò una procedura di transazione per arrivare a un accordo fra le parti. Con il rinnovo del consiglio comunale e la nomina del nuovo sindaco, però, la trattativa si è interrotta. Adesso tocca nuovo primo cittadino concordare e trovare le soluzioni per rientrare dell’enorme debito. Le premesse, però, sono di un duro scontro, mentre i cassonetti della Domiziana continuano a debordare di rifiuti, una situazione che si aggrava di giorno in giorno. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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