13/06/2010
Vincenzo Ammaliato Castelvolturno.
Nelle aziende d’allevamento della Domiziana, così come raccontato dalle cronache degli ultimi mesi, oltre alle bufale si può trovare davvero un po’ di tutto. L’ultima scoperta in ordine di tempo effettuata questa volta dai carabinieri della locale stazione, è quella di un’azienda specializzata nella produzione di frutta candita completamente abusiva. Non esisteva per il fisco, né per il municipio. Ma il fatto più grave riscontrato dai militari dell’Arma è lo stato di conservazione della frutta che lavorava. All’interno di un cortile, fra un gregge di pecore e diverse tonnellate di escrementi vari, c’erano conservati (ovviamente in pessimo stato) ben sessantanove fusti di frutta, ognuno del peso di circa duecentoventi chili, pronti per essere venduti e adornare quelli che solo all’apparenza sarebbero sembrate delle gustosissime torte. Nei fusti sono stati trovati meloni, arance, limoni, pesche, pere e zucche. Erano tutti in salamoia e circondati da vari tipi d’insetti. I carabinieri della locale stazione hanno immediatamente fatto arrivare sul posto il nucleo dei Nas (antisofisticazioni) e il personale competente dell’Asl. Dopo accurati controlli, peraltro, l’acqua del pozzo utilizzata nel processo produttivo è risultata anche non potabile. L’azienda abusiva è stata sequestrata e il titolare, sopraggiunto dopo il blitz delle forze dell’ordine, ha subito una denuncia per la violazione di numerosi reati legati alla produzione d’alimenti. Potrebbe adesso subire una pena amministrativa molto salata e due anni di reclusione. E un po’ come un gioco del destino, lui, residente a Napoli, classe ’36, risponde al nome di Giuseppe Mele. Mentre la sua azienda fantasma si trovava in via Macedonia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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