mercoledì 30 giugno 2010
Nazzaro e Mafiafrica, l'inferno di Castelvolturno
29/06/2010
La mafia africana in Italia? Chiedere a Sergio Nazzaro, giovane scrittore nato in Svizzara e residente a Roma, che ha pubblicato per Editori riuniti il primo libro-inchiesta sulle organizzazioni criminali del continente nero operanti nel Belpaese. «Mafiafrica», il suo titolo, è una sorta di viaggio che ha come partenza la città nigeriana di Benin City e destinazione finale le capitali nordeuropee. A Parigi, Amsterdam, Berlino, Milano, Torino la mafia nigeriana perfeziona e porta a termine il proprio business, gestendo soprattutto il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti d’ogni tipo e lo sfruttamento della prostituzione. Ma è nel ponte verso l’Europa che la mafia nigeriana organizza e pianifica i propri business criminali: a Castelvolturno. Sergio Nazzaro nel paese domiziano ha trascorso gran parte della sua vita. Qui vivono ancora i suoi parenti e di tanto torna a trovarli. Questa volta, però, lo scrittore di «Io per fortuna c’ho la camorra» è ritornato a Castelvolturno per indagare su di un’organizzazione criminale dal profilo estremamente basso, ma che allo stesso tempo ha raggiunto dimensioni economiche impressionanti. Una cosca internazionale che ha un’organizzazione interna simile, ma in alcuni punti anche più salda, di quella della cupola siciliana. Una gang che nonostante i numerosi arresti degli ultimi anni, ancora non ha visto nessuno dei suoi tanti esponenti decidere di collaborare con la giustizia. Una mafia che pratica riti wodoo come strumenti di coercizione e che probabilmente sfrutta anche la religiosità per raggiungere i propri fini. Il viaggio di Nazzaro, dopo aver raccontato senza alcun filtro le tematiche e i personaggi che orbitano attorno alla malavita di colore, termina proprio a Castelvoturno, e precisamente nel ghetto dei tossicodipendenti, all’interno dell’ex Hotel Boomerang. Qui ci sono i corpi dei neri sfruttati dai neri e dai bianchi. Ex corrieri della droga, ex prostitute, ex soldati della cosca d’un tratto impazziti: si trovano tutti nell’Hotel Boomerang gli «ex», tutti in attesa di morire fra una fumata di crack e la visita di qualche scrittore col desiderio di toccare con mano e non semplicemente farsi raccontare l’inferno.
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