lunedì 20 giugno 2011

Travolto dalle onde sotto gli occhi della fidanzata



20/06/2011

Il ragazzo si era tuffato nonostante il mare grosso, per ritrovare il pallone.

Vincenzo Ammaliato Castel Volturno.
Un pallone vola in acqua, un tuffo in mare. E anche se la palla è a pochi metri dalla riva, non si tratta di una leggerezza, ma di una vera e propria imprudenza. Pochi secondi e si materializza la tragedia: i due ragazzi sono immediatamente risucchiati dalla corrente che li trascina al largo di almeno venti metri. Gennaro riesce ad aggrapparsi ai vicini scogli, e si salva. Il suo amico del cuore, invece, è risucchiato dal mare agitato e si perde tra le alte onde e la schiuma che le stesse producono al contatto con la scogliera nera. Il suo nome è Luigi Rosato, aveva appena venti anni. I parenti e gli amici lo chiamano semplicemente Gino; e urleranno questo nome per tutto il pomeriggio di ieri, in preda alla disperazione, dalla riva del lido Arcobaleno a Pinetamare, guardando inutilmente in direzione del mare le operazioni di ricerca dei vigili del fuoco e dei carabinieri. L’elicottero dei militari dell’Arma sorvola la costa per un paio d’ore, dopodiché riesce ad individuare il corpo; si trova ancora alla punta della scogliera, probabilmente è incagliato fra i massi. Ma viene deciso di non intervenire per recuperalo. Il ventenne è già privo di vita ed è troppo pericoloso per i sommozzatori recuperare la salma. Alle 19 le operazioni si interrompono. I sub del nucleo dei vigili del fuoco escono dal mare e vanno via. In acqua resta soltanto la motovedetta della capitaneria di porto in attesa che il mare restituisca il corpo di Gino. Il giovane, residente a Casalnuovo, popoloso paese a nord di Napoli, era arrivato sulla spiaggia di Castel Volturno alle 13. Insieme a lui, oltre all’amico Gennaro, c’erano le rispettive fidanzate. Sull’arenile ad attenderli c’erano già i parenti di una delle due ragazze. I giovani scartano immediatamente i panini che si erano portati a sacco; consumano la colazione e poi si sdraiano al sole per la prima tintarella di stagione. Il mare è troppo agitato per fare il bagno. Su tutti i lidi del litorale domizio sventola forte la bandiera rossa. Alle 15 il gruppo di amici decide di giocare a pallone nei pressi del bagnasciuga. Pochi palleggi e la palla vola in acqua. A questo punto la tragedia. I bagnini dello stabilimento balneare notano i due ragazzi in acqua, e li invitano a tornare a riva. «Un solo tuffo – gridano – e saliamo». Purtroppo, pochi secondi dopo un’impietosa corrente trascina entrambi. I bagnini si rendono conto immediatamente del pericolo e mettono in acqua il pattino di salvataggio. Ma le onde sono troppo alte. Il mare è molto agitato e la piccola imbarcazione rischia anche di capovolgersi. I due giovani in preda al panico gridano aiuto sotto gli occhi atterriti di un paio di centinaia di bagnanti. Gennaro riesce ad aggrapparsi alla scogliera. Perde sangue da una gamba, ed è in evidente stato di choc. Di Gino, invece nessuna traccia più. Venti minuti dopo arriva nella acque di Pinetamare la motovedetta della capitaneria di porto di Ischia; il cielo è iniziato a sorvolare dall’elicottero dei carabinieri. Sulla riva si preparano a immergersi i sub del nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco di Napoli. Le ricerche si fanno immediatamente serrate. Tutti, però, sanno che per purtroppo Gino non c’è più niente da fare. Alle 19 la triste notizia del ritrovamento del corpo privo di vita è data anche ai suoi parenti accorsi in tanti sulla spiaggia di Pinetamare. In questo m omento il dolore si trasforma in scoramento. La fidanzata di Gino, che abbraccia i suoi pantaloncini di jeans, quasi sviene. Il papà urla disperato alzando le braccia al cielo. L’annegamento di ieri apre in maniera drammatica la stagione estiva per il litorale domizio. Lo scorso anno, durante l’estate del 2010 sulle spiagge di Castel Volturno non si era registrato alcun caso di annegamento. Molti, al contrario erano stati i salvataggi cosiddetti miracolosi di bagnanti che stavano perdendo la vita in acqua. Anche per questo sull’arenile, durante le operazioni di ricerca di ieri, qualcuno si lamentava del fatto che il porticciolo del posto resti ancora chiuso. «Quando era aperto il molo San Bartolomeo – denuncia un bagnino del lido– le imbarcazioni della capitaneria di porto intervenivano immediatamente per qualsiasi tipo di pericolo. Oggi, invece, la prima imbarcazioni è arrivata sul luogo della tragedia mezz’ora dopo che è stato lanciato l’allarme». Probabilmente, anche se i soccorsi fossero arrivati anche cinque minuti dopo l’Sos non sarebbe stato possibile salvare la vita di Gino. Ieri il mare era troppo agitato. Ma per i suoi parenti, amici e per coloro che hanno assistito dalla spiaggia alla morte in diretta, il ritardo dei soccorsi ha inciso in maniera fondamentale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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