giovedì 12 maggio 2011
Pratica lumaca e a pagare è il vero invalido
12/05/2011
la denuncia: assegno sospeso per Luigi 64 anni, poliomielitico da quando aveva nove mesi
Vincenzo Ammaliato.
Quando a pagare per la lentezza della burocrazia e per una macchina amministrativa ingolfata e impegnata probabilmente altrove sono i deboli e chi ha bisogno di assistenza. Smascherare i cosiddetti «falsi invalidi» è un atto doveroso, soprattutto nei confronti della collettività che sostiene inconsapevolmente dei veri e propri «parassiti sociali». E quando, nell’aprile del 2010, a casa Apetino, a Castel Volturno, arrivò la richiesta dell’Inps per una visita di controllo volta a valutare l’attuale condizione di salute dell’assistito, la missiva fu accolta senza alcun patema. Luigi, oggi ha sessantaquattro anni; quando aveva appena nove mesi di vita fu colpito da poliomielite e da allora soffre di grossi problemi fisici, soprattutto motori. Qualsiasi tipo di visita medica avrebbe certificato le sue precarie condizioni di salute e la necessità di continuare a godere della pensione aggiuntiva dell’accompagnamento. Luigi vive insieme a suo fratello, di due anni più grande, e alla cognata. I parenti chiesero per lui all’Inps di poter avere una visita domiciliare. I medici incaricati arrivarono nella casa di Castelvolturno il 24 aprile del 2010. E con grande stupore e forte amarezza una settimana dopo alla famiglia Apetino fu comunicato che la pensione d’accompagnamento sarebbe stata sospesa. «Fino a quando la pratica sarà completata – garantirono i dirigenti dell’Inps contattati telefonicamente – Si tratta solo di questioni burocratiche che saranno risolte al più presto, aggiunsero». Ebbene, a oltre un anno di distanza, quelle questioni formali e amministrative evidentemente non sono state ancora risolte, perché Luigi continua a ricevere esclusivamente la pensione d’invalidità, di poco superiore a quattrocento euro, soldi che gli permettono a malapena di comprare i farmaci necessari alla sua terapia. E alla domanda di come mai non si siano rivolti a un legale affinché li assista in questa delicata questione, la famiglia Apetino ha candidamente risposto: «E perché mai dovremmo farlo? Seppure i soldi di quella pensione ci servono con urgente bisogno, noi non siamo assolutamente colpevoli di nulla». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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