lunedì 17 maggio 2010
Vittima della camorra, la città ricorda Mimmo Noviello
16/05/2010
Enzo Ammaliato Castevolturno.
Stamattina Castelvolturno ricorda Domenico Noviello, il titolare dell'Autoscuola Mimmo, trucidato da un commando della camorra esattamente due anni fa a Baia Verde. L'appuntamento è per le 11 nella piazza a lui intitolata lo scorso anno. Alla commemorazione saranno presenti, oltre al sindaco Scalzone, ai politici e alle associazioni locali, anche la neoconsigliera regionale Daniela Nugnes e, probabilmente, il presidente dell'associazione nazionale antiracket, Tano Grasso. Imprenditore coraggio e eroe anticamorra sono solo alcuni degli aggettivi usati da tanti in questi lunghi due anni per ricordare Mimmo Noviello, che subito dopo la sua morte è divenuto una sorta di simbolo per tutti coloro che non si piegano alle prevaricazioni dei prepotenti e dei malfattori di turno. Eppure, proprio nella sua Castelvolturno, il ricordo del titolare della scuola guida che nel 2001 fece arrestare i suoi estorsori è piuttosto fievole. Fece molto scalpore la scarsa partecipazione di gente al suo funerale celebrato nella Chiesa principale della cittadina litoranea. Ed anche la commemorazione dello scorso anno, con l'intitolazione della piazza e la presentazione della lapide a lui dedicata, ebbe poca partecipazione di cittadini del posto. Mimmo Noviello era benvoluto da tutti a Castelvolturno; eppure la gente del litorale appare come rassegnata a subire la mano pesante esercitata da sempre in zona e in tutti i settori economici dalle organizzazioni criminali, e lo dimostra non celebrando chi invece ha cercato di reagire. Mimmo Noviello è un esempio per l'Italia intera, ma la commemorazione di questa mattina nella sua città non è stata anticipata da alcun comunicato ufficiale; le associazioni del territorio non hanno organizzato alcun evento; le scuole non sono state mobilitate. «Mimmo Noviello simbolo di virtù e di libertà che ha pagato con la vita il coraggio delle sue azioni» c'è scritto sulla lapide a lui dedicata. Questa mattina si capirà ancora una volta per quanti in zona è valso il suo sacrificio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
17/05/2010
Baia Verde, il ricordo del coraggio di Noviello
Vincenzo Ammaliato Castelvolturno.
C’erano i vertici provinciali e locali di polizia, carabinieri e guardia di finanza; c’era il sindaco Antonio Scalzone con la sua maggioranza; c’erano i dirigenti delle associazioni del territorio; c’era il presidente della federazione italiana antiracket, Tano Grasso e anche i parenti dello stesso commerciante ucciso per non essersi piegato alla prepotenza della camorra. Alla commemorazione di Mimmo Noviello per il secondo anniversario della sua morte c’era tanta gente; eppure la piazza a lui dedicata a Baia Verde, ieri mattina alle 11, appariva deserta: mancava tutta la città di Castelvolturno, la gente comune. Complice, forse anche la pioggia caduta sul litorale con insistenza durante tutta la giornata di ieri, la gente del luogo, la gente comune, quella che subisce quotidianamente i soprusi dei prepotenti di turno, come ormai d’abitudine, quella che, nonostante tutto, continua a vivere qui, non ha risposto all’invito per la commemorazione di chi invece ci ha provato, con tutte le sue forze, a invertire il corso negativo degli eventi. E ha pagato con la vita, proprio lì, nella piazzetta di Baia Verde, teatro della tragedia, il prezzo del suo impegno e del suo coraggio. Oppure, forse, la cittadinanza non è stata informata adeguatamente dell’evento, preceduto da scarsissima comunicazione pubblicitaria sul territorio. Massimiliano Noviello, il figlio di Mimmo, che sotto l’ombrello per ripararsi dalla pioggia, fissa la lapide dedicata al genitore, non si meraviglia della scarsa partecipazione di gente: «Il degrado del territorio che ha portato poi all’omicidio di mio padre - dice - è iniziato da almeno trenta anni. Per bonificare l’area - sottolinea con amarezza - ce ne vorranno almeno altrettanti». Ma una speranza affinché la morte del commerciante trucidato barbaramente e in maniera particolarmente vigliacca da un commando di killer della camorra due anni fa la offre Tano Grasso. Il presidente della federazione antiracket ha fatto sapere proprio ieri mattina a Baia Verde, che sta per nascere anche a Castelvolturno un nucleo della sua associazione. «Sono una dozzina - dice Grasso - i commercianti già pronti per la costituzione dell’associazione locale. Contiamo di raggrupparne un’altra decina a breve, dopodiché saremo pronti per iniziare un percorso di lotta al pizzo, anche qui, sulla Domiziana. E la strada non è in salita, perché in zona per la prima volta da anni ci sono commercianti e imprenditori che stanno denunciando il racket». Ne sa qualcosa al riguardo anche il manager della clinica Pineta Grande, Vincenzo Schiavone, presente ieri a Baia Verde insieme agli agenti di polizia che gli fanno da scorta da oltre tre anni proprio per le minacce ricevute dalla camorra. Sotto scorta a Castelvolturno c’è anche l’imprenditore Cristoforo Coppola. Alla commemorazione di Noviello si è vista la figlia Cristiana, vicepresidente nazionale di Confindustria. Mimmo Noviello è ricordato giustamente da molti come un «eroe». Eppure Castelvolturno potrà considerarsi una cittadina sana proprio quando «non avrà bisogno che la sua gente indossi il mantello e la maschera per far valere i propri diritti». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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