21/05/2010
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Enzo Ammaliato Castelvolturno. Il recupero del canale d’acqua più grande della Campania passa per la bonifica delle sue sponde e la riqualificazione ambientale. Ne sono convinti i volontari dell’associazione naturalistica Wwf, che domenica prossima, in occasione della festa dell’Oasi, presenteranno i risultati della campagna «Liberafiumi» effettuata lo scorso 2 maggio da cento volontari lungo il percorso del fiume che va da Capua alla sua foce di Castelvolturno. L’appuntamento è per le ore 10 all’interno dell’Oasi del bosco di San Silvestro a Caserta. Qui saranno mostrate alcune delle centocinquanta foto scattate dai volontari alle sponde del fiume. L’intero dossier fotografico, invece, è stato già consegnato alla procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere, contestualmente ad una denuncia per disastro ambientale. Le immagini, infatti, ritraggono numerose aree demaniali del fiume che sono divenute delle vere e proprie discariche a cielo aperto. Ci sono rifiuti d’ogni genere, dagli scarti dell’edilizia, ai rifiuti ingombranti; da cataste di vecchie lamiere di amianto, ad alcune carcasse di autoveicoli completamente carbonizzate. Ma c’è anche di più. L’ungo il corso d’acqua sono state scoperte e documentate costruzioni edilizie sicuramente abusive e scarichi fognari certamente non in regola con le norme specifiche. Ma l’inquinamento dell’area, purtroppo, non si limita a quello classico provocato dallo scarso senso civico di molti degli abitanti e fruitori della zona. durante il viaggio lungo il corso d’acqua sono state individuate anche alcune nutrie: dei roditori simili ai castori che non sono autoctone. Al contrario, la nutria è un animale originario del sud America, e la sua presenza lungo il fiume Volturno conferma l’alterazione naturalistica dell’area. Lo stesso vale per i numerosi alberi di eucaliptus cresciuti rigogliosi sulle sponde del fiume casertano, che seppur di bell’aspetto, per i naturalisti rappresentano delle specie infestanti botaniche per la zona. Di tutto questo si discuterà l’ultimo sabato di maggio nel corso di un convegno organizzato sempre dal Wwf nell’aula consiliare del Comune di Grazzanise. «In quell’occasione, ha sottolineato Alessandro Gatto, presidente regionale del Wwf, avremo elaborato tutti i dati raccolti, e saremo in grado di chiarire lo stato dell’arte del fiume e proporre alcuni interventi per il recupero». Ma il percorso lungo il fiume Volturno, nonostante il delirio creato dall’uomo, è stato ugualmente affascinante per i partecipanti al viaggio: tutti incantati dalla biodiversità presente sulle sponde e nelle acque del fiume casertano. In pratica: una peculiarità riscontrabile in pochi altri luoghi in Italia. «L’emozione provata da tutti alla foce del fiume, ha ricordato il presidente Gatto, quando ci siamo ritrovati tutti circondati da aironi, salici, orchidee e gigli marini e tanti altri animali e specie vegetali, è stata forte e ci ha dato la carica per continuare a lottare per il nostro territorio». come dire: il recupero parte da valle. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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