06/11/2010
Vincenzo Ammaliato Mondragone.
È il clan che cerca di risorgere dalle sue ceneri. Anche le quattro persone per cui ieri sono stati disposti i fermi di polizia, secondo gli agenti del commissariato litoraneo e la procura distrettuale antimafia di Napoli che ha firmato gli atti, appartengono al sodalizio criminale dei La Torre, o meglio a quello che è rimasto del clan. Destinatari del provvedimento Roberto Lucci, 22 anni, di Napoli, Francesco Friani, 18 anni, di Formia, Elis Fero, 22 anni, albanese, Ferdinando Longobardi, 22 anni, di Gaeta. In carcere ci sono già tutti i capi e i soldati della vecchia cosca. Secondo gli inquirenti i quattro giovani erano specializzati nello spaccio di sostanze stupefacenti. Lo stesso business illegale delle undici persone arrestate sempre a Mondragone nel corso dei primi dieci mesi di quest’anno. Probabilmente, ritengono gli investigatori, gli eredi del clan La Torre stanno cercando di ricompattare le fila, e per finanziarsi stanno investendo ingenti risorse nel mercato degli stupefacenti, facendo di Modragone una piazza di spaccio molto fornita, dove è possibile trovare qualsiasi tipo di sostanza stupefacente, un po’ come succede già da anni nel quartiere Scampia a nord di Napoli. E quando le forze dell’ordine colpiscono con arresti e controlli, partono anche le rappresaglie. Nel fermo di polizia si fa riferimento anche all’incendio doloso di un’autovettura avvenuta la scorsa settimana. L’automobile era parcheggiata accanto a quella di un ispettore di polizia del commissariato di Castelvolturno. in pratica, lo stato parallelo attacca, quello legittimo risponde © RIPRODUZIONE RISERVATA
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