giovedì 3 novembre 2011

Costretta a prostituirsi, si ribella a madame

Il clichè è sempre lo stesso. E gli ingranaggi ben oleati e collaudati. Per le organizzazioni criminali domiziane che gestiscono questo business illegale funziona tutto alla perfezione da oltre venti anni. Anche in questo caso la giovane ragazza è stata convinta a lasciare il suo povero villaggio in Africa con la promessa di poter prendere parte al ricco banchetto europeo, come avviene per tutte le altre. Con la promessa di un lavoro decoroso, da commessa, da parrucchiera, da collaboratrice domestica nel paese più africano d’Europa, a Castelvolturno. E invece, all’arrivo nel centro casertano, non c’è altro che un pezzo di marciapiede e umiliazioni continue. Sono poche le ragazze nigeriani e ghanesi che una volta nel vortice della Domiziana riescono ad uscirne e a salvarsi. Per loro ci sono continue minacce e aggressioni fisiche. E l’organizzazione criminale che le sfrutta può colpire anche lontano, ai parenti rimasti in Africa. Ma la cosa cui più temono le giovani donne vittime della tratta degli esseri umani, sono i riti animisti, cui sono sottoposte e dei quali sono letteralmente soggiogate. Questa volta, però, una di loro ha trovato la forza d’animo per dire no. Arrivata a Castelvolturno da quasi due anni, Blessing (nome di fantasia), dopo il viaggio in barca per oltrepassare il Mediterraneo e un lungo soggiorno al centro d’accoglienza di Crotone, viene presa in consegna dalla sua madam in un villino della Domiziana e spedita dopo un paio di giorni su un marciapiedi della vecchia statale romana. Blessing si prostituisce per circa un anno senza trovare la forza di ribellarsi. Vende il suo corpo a dieci euro a prestazione. E lavora sette giorni la settimana, col freddo e col caldo, col sole e con la pioggia. Vorrebbe fuggire il più lontano possibile, ma ha troppa paura delle minacce della sua madam e del rito wodoo che ha subito. Peraltro, la sua sfruttatrice le ha anche sequestrato il passaporto. Per poterlo riavere e tornare libera, Blessing deve pagare un vero e proprio riscatto, pari a trentacinquemila euro. La giovane lucciola, però, resta incinta e partorisce uno splendido bambino. Subito dopo conosce un uomo italiano, del quale se ne innamora e vorrebbe andare a vivere con lui. Approfitta di una breve assenza della sua aguzzina e scappa dalla casa dove è prigioniera. Ma la madam la rintraccia e la minaccia. Vuole che torni a lavorare per lei, pretende che torni sul mariciapiedi. Blessing, però, desidera ardentemente cambiare vita, e questa volta scappa a Mantova. Nella città lombarda trova finalmente il coraggio di raccontare tutto alle forze dell’ordine. L’indagine passa alla procura di Santa Maria Capua Vetere, che dopo serrate indagini emette un ordine di carcerazione per la sfruttatrice. Otiti Arase, questo è il suo nome, trentacinque anni, originaria della stessa nazionalità della sua vittima, la Nigeria, è arrestata con la pesante accusa di sfruttamento della prostituzione, estorsione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Per lei si aprono le porte del carcere. Blessing, invece, è libera di poter vivere la sua vita. Per una volta, l’ingranaggio è saltato. Evidentemente, anche la Domiziana, non è infallibile.

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