domenica 29 agosto 2010

Così la scrittura salverà il litorale


27/08/2010

Castel Volturno Il confronto tra gli autori sul ruolo del territorio come fonte di ispirazione


Vincenzo Ammaliato.
Non un cantante, non un cabarettista e neanche una sagra della mozzarella o della trippa. Per una sera la gente di Castel Volturno è stata intrattenuta e, soprattutto, interessata da un gruppo di scrittori. Sotto i portici di Pinetamare, in una calda e afosa sera d'estate, è andato in scena un insolito e apprezzatissimo evento ideato dall'associazione «I Muli»: una festa dedicata interamente alla lettura e ai suoi protagonisti. Giovani e anziani, romanzieri e storici, narratori e fotografi, poeti e cantastorie, alla festa del libro si sono confrontati diversi modi di pensare e, ovviamente, di scrivere. Ed appena è partita la serata è iniziato anche un vivace dibattito fra gli scrittori e il pubblico. «Può la scrittura contribuire al recupero del litorale domizio?» è stato il tema dell'evento. Il primo a rispondere è stato l'ex sindaco di Castel Volturno Mario Luise, autore di diversi libri che raccontano il litorale domizio, fra cui «Dal fiume al mare», ritenuto da molti giornalisti un punto di riferimento per la conoscenza della zona. «I libri sono essenziali per il recupero del territorio - ha detto con enfasi l'ex sindaco - perché nelle loro pagine può essere impressa in maniera indelebile l'intera storia di una città e della sua gente». Gli ha fatto eco Alfonso Caprio, insegnante della locale scuola media e autore di diversi volumi sulla storia locale: «In questo paese, più che in altri - ha sottolineato - c'è la necessità che i cittadini si riapproprino delle proprie radici, e la scuola da sola può non bastare affinché si diffonda l'identità culturale. La scrittura può dare un aiuto significativo per questa missione, affinché si diventi tutti cittadini dello stesso territorio». In effetti, un Comune di circa venticinquemila abitanti che trenta anni fa ne contava appena tremila non può non vivere di forti contraddizioni interne. Sbilanciamenti sociali raccontati anche dal libro di Francesco Di Napoli, teatrante che vive al centro storico, e dai giovani Antonio Leone e Alessio Rizzo. Il primo autore vive nel troppo periferico quartiere di Mazzafarro, che ha anche dato il titolo al suo libro. Il secondo scrittore, invece, abita a Pinetamare, e racconta la sua zona in due libri di poesia definendola un «non luogo». Per Alessandro Gallo, invece, autore di «Agguantame», uno struggente libro sulla difficoltà della vita di tutti i giorni della gente dei quartieri cosiddetti «difficili» della Campania, Castel Volturno è un «troppo luogo». E siccome ogni scrittore ha una propria visione del mondo che lo circonda, per Maurizio Boni, autore di «Ci sentiamo in questi giorni», Castel Volturno è «un luogo incantevole». Mentre il litorale domizio per Agostino Moschettino è il posto ideale dove ambientare i propri romanzi fatti di principesse, misteri e pathos. Alla festa del libro era presente anche il fotografo Giovanni Izzo, autore di Promisland, uno spettacolare libro fotografico sugli immigrati che arrivano alla ricerca appunto della terra promessa. Quella stessa terra evocata durante tutta la serata del libro. Quella stessa terra spesso violentata, sfruttata, malvista da molti, ma profondamente amata dai suoi scrittori e dai suoi muli. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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