da Il mattino del 3-07-08
di VINCENZO AMMALIATO Dalle luci della ribalta alla detenzione. Da Cannes alla casa lavoro a Modena, due anni di carcere supplementare guadagnati sul campo della «delinquenza abituale». Nel film «Gomorra» di Matteo Garrone ha interpretato se stesso, camorrista ed esattore del racket nella vita reale, capozona di Pinetamare nella finzione. È lui che, ripetendo il macabro «ve tagl a’ chep», ordina l’uccisione dei due ragazzi, Marco e Ciro, che volevano diventare boss. Ieri i carabinieri di Pinetamare lo hanno accompagnato nell’istituto rieducativo emiliano eseguendo una disposizione della Procura di Santa Maria Capua Vetere, e non si è trattato di un ciak. Il tribunale, infatti, ha deciso che Giovanni Venosa, questo il suo vero nome, è un soggetto pericoloso per la società. I carabinieri, al termine della pena scontata per l’estorsione ai gestori della darsena di Pinetamare, avevano chiesto per lui la misura della sorveglianza speciale ma il tribunale samaritano è andato oltre, stabilendo che il neoattore dovrà restare nella casa di lavoro di Modena almeno per due anni. Nipote del boss sanciprianese Luigi Venosa (o’ cucchiere) condannato all’ergastolo nel processo Spartacus, di recente era stato denunciato anche per occupazione abusiva d’abitazione. Venosa, infatti, viveva in due appartamenti del parco Saraceno al Villaggio Coppola che aveva occupato abusivamente insieme alla sua famiglia un paio d’anni fa. E proprio in quella abitazione sono state girate alcune delle scene del film di Garrone. Il suo carisma criminale e quelle particolari parentele che nelle terre dell’agro aversano non rappresentano un’onta ma delle referenze di tutto rispetto, avevano fatto di Giovanni Venosa una sorta di podestà di quella sorta di favelas conosciute ancora con il vecchio nome di parco Saraceno. Qui, pare, che fra le altre attività illegali che gli sono state contestate, pretendesse anche il fitto dagli immigrati che avevano occupato le abitazioni vuote. Ma Giovanni Venosa non è il solo personaggio borderline di Castelvolturno inserito da Garrone nel suo film. Anche il picciotto del boss ha avuto a che fare più volte, nella realtà, con le forze dell’ordine. E l’attore che recita la parte del proprietario del sexy club dove è stata girata una scena erotica del film è anche nella vita reale il titolare del locale situato al Royal Residence di Pinetamare; quattro anni fa fu arrestato dalla polizia proprio con l’accusa di sfruttamento della prostituzione. Il lungometraggio premiato a Cannes termina con l’uccisione dei due giovani protagonisti proprio per mano del personaggio che interpreta Giovanni Venosa. Il film della sua vita ha avuto ieri un epilogo che la pellicola non aveva previsto.
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